GRSWEEK – 11 novembre 2017 – Raccontare le migrazioni, tra fiction e realtà

Bentornati all’ascolto del Grsweek da Clara Capponi.

 

A volte succede che la cultura s’intrecci con gli eventi che accadono, entri nel vivo delle questioni.
E’ quello che sta capitando in questi mesi intorno al tema delle migrazioni; i racconti di questo fenomeno hanno animato festival di fama internazionale, come nel caso di “Io sono qui”, ducu-film contro gli stereotipi sull’immigrazione, o del documentario Sea Sorrow, il dolore del mare, film che segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave, entrambi presentati alla Festa del Cinema di Roma.

Ce ne parla Fabio Piccolino

 

Mettere in discussione gli stereotipi sull’immigrazione rivelando l’umanità delle persone che arrivano in Italia e nel resto d’Europa alla ricerca di un futuro migliore. “Io sono qui”, scritto e diretto da Gabriele Gravagna, è parte di un progetto condotto da Unicef per accendere i riflettori sull’immigrazione minorile, raccontando il funzionamento di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e il difficile percorso verso l’inclusione sociale.
Il dramma dei rifugiati che lasciano guerre e miserie è anche il tema alla base di “Sea Sorrow” di Vanessa Redgrave, con uno sguardo particolare sui bambini. Un documentario che mette insieme le esperienze personali della regista, interviste e visite nei campi profughi in un viaggio che si snoda tra Italia, Grecia, Libano, Calais e a Londra alla ricerca di un’umanità che nella cronaca quotidiana sembra essersi perduta.

 

L’attualità entra così prepotentemente nell’arte, come nel caso de “L’ordine delle cose” l’ultima pellicola di Andrea Segre sul blocco delle rotte dalla Libia, la cui storia si intreccia ogni istante con quello che leggiamo sui quotidiani.
Tanto che il regista ha deciso di concretizzare il suo impegno civile lanciando a Roma il prossimo 3 dicembre il forum nazionale “Per cambiare l’ordine delle cose”: una giornata di confronto e partecipazione da cui dovrebbero scaturire proposte concrete e innovatrici, capaci di proporre una nuova stagione delle politiche migratorie

 

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Ma la possibilità di veicolare il racconto della realtà rimane spesso ancora determinato dalla politica, come nel caso di “Tutto il mondo è paese” la miniserie dedicata al modello Riace, dove i migranti sono ospitati nelle case lasciate vuote dalle famiglie del luogo.
La decisione di bloccare lo sceneggiato è stata presa dai vertici Rai dopo l’inchiesta della procura di Locri che vede il sindaco Domenico Lucano iscritto nel registro degli indagati per presunti illeciti commessi nella gestione dei progetti per l’inserimento degli immigrati.
Un altro caso dove si racconta un paese diverso pieno di persone che quotidianamente costruiscono pratiche di interazione e solidarietà, come sottolinea il protagonista della fiction Beppe Fiorello.

 

[sonoro]

 

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