GRS WEEK 21/22 LUGLIO – CAPORALATO: LA STRADA PER DIFENDERE I DIRITTI DEI BRACCIANTI

Bentornati all’ascolto del Grs Week. In studio Giuseppe Manzo

 

Da Jerry Maslo a Soumaila Sacko, passando per la rivolta di Rosarno. Da 30 anni i braccianti hanno la pelle nera o provengono da altri paesi: sfruttati e in alcuni uccisi perché provano rivendicare i loro diritti.

 

Oggi un’azienda agricola su quattro in Italia ricorre all’intermediazione del caporale per reclutare la forza lavoro: sono 30 mila su tutto il territorio nazionale. È quanto emerge dal Quarto Rapporto Agromafie. Un settore, quello dallo sfruttamento e dal caporalato in agricoltura, che produce un giro d’affari pari a 4,8 miliardi di euro.

 

Nelle ultime settimane la legge contro il caporalato è stata messa in discussione. A difendere questa legge e a chiedere miglioramenti è il sociologo Marco Omizzolo che nell’Agro Pontino riceve intimidazioni e minacce per il suo lavoro con i braccianti indiani. Ascoltiamo Omizzolo

 

Audio Omizzolo

 

Braccianti e migranti, ma non solo. Ci sono anche italiani, uomini e donne che sono morti dopo 12 ore piegati a raccogliere pomodori. Prima gli sfruttati è lo slogan che è stato lanciato dopo la morte di Soumaila Sacko e ha portato a Roma migliaia di braccianti in piazza. A guidarli è  Aboubakar Soumahoro, sindacalista di base e leader dei lavoratori agricoli, che citando Giuseppe Di Vittorio spiega qual è la strada dell’emancipazione sindacale dalla Calabria a Cuneo

 

Audio Aboubakar

 

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GRS Week 21/22 gennaio – Volontari e attività volontarie in Italia

Bentrovati all’ascolto del Grs Week, l’approfondimento settimanale del Giornale Radio Sociale. In studio Pietro Briganò
Il volontariato come non lo avevamo visto prima. Messa sotto la lente di ingrandimento la più grande forza trainante del terzo settore ha restituito agli occhi dei curatori un quadro unico che affronta il tema su una base statistica. Parliamo del volume “Volontari e attività volontarie in Italia. Antecedenti, impatti, esplorazioni”, a cura di Riccardo Guidi, Ksenija Fonović e Tania Cappadozzi, edito da Il Mulino, pubblicato in un momento decisivo per il governo ancora alle prese con i decreti attuativi della Riforma del Terzo Settore.
Realizzato grazie al contributo di CSV Spes Lazio la ricerca è l’esito finale di una collaborazione sul valore del lavoro volontario avviata nel 2012 da Istat, CSVnet e Fondazione volontariato e partecipazione. Un’indagine in cui si parla di 6,63 milioni di persone che si impegnano gratuitamente per gli altri o per il bene comune: 4,14 milioni degli italiani lo fanno all’interno di organizzazioni e 3 milioni individualmente.
La ricerca che delinea in 11 capitoli i profili dei volontari distinguendoli in organizzati e individuali ne delimita anche i contorni ma sentiamo la scheda di Clara Capponi:
“Dai “pionieri” agli “stacanovisti”, dai “fedelissimi” a “quelli che danno una mano” ecco gli 11 profili che caratterizzano i volontari italiani secondo il volume “Volontari e attività volontarie in Italia. Antecedenti, impatti, esplorazioni”. Un’indagine che già nel 2012 diede vita al rapporto “Attività gratuite a beneficio degli altri e consentì di esplorare sia le motivazioni che hanno gli impatti sociali di quelle attività, oltre a distinguere per la prima volta fra Volontari organizzati (circa 4 milioni) a cui si aggiungono circa 3 milioni di volontari che si impegnano da soli e non nelle associazioni.
Tra i volontari organizzati ci sono dunque i fedelissimi dell’assistenza, le educatrici di ispirazione religiosa, i pionieri, gli investitori in cultura, i volontari laici dello sport, i donatori di sangue e gli stacanovisti della rappresentanza. Mentre tra quelli individuali Quelli che… danno una mano, Quelle che… senza come si farebbe, Quelli che… scelgono di fare da soli, e infine Quelli che… per donare vanno diritti all’ospedale”.
Lo studio conferma come il titolo di studio, le abilità tecnologiche, la partecipazione, siano i fattori che generano una maggiore propensione e fare volontariato. Mentre, rispetto agli effetti sociali generati dal volontariato, si conferma nettamente il suo contributo al benessere e all’autostima di chi lo fa, il suo favorire la partecipazione politica delle fasce di popolazione più svantaggiate e il grado di fiducia verso gli altri.

Ma cosa è cambiato rispetto al passato ce lo racconta Riccardo Guidi fra i curatori del Libro (sonoro)

Il libro individua e quantifica con metodo innovativo gli impatti del lavoro volontario sui singoli e sulla società e i fattori che ne favoriscono lo sviluppo, tracciando indicazioni per le politiche future come ci dice Renzo Razzano presidente CSV Spes Lazio

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