GRSWEEK 31 marzo 2018 – Il futuro della cultura antimafia

 

Bentornati all’ascolto del GRSWEEK da Clara Capponi. In studio Fabio Piccolino.

 

Quale futuro per la cultura della legalità in Italia?
Se ne è parlato nei giorni scorsi al teatro India di Roma con “Un’altra Storia – Festival dell’impegno Civile” che ha cercato di mettere insieme voci diverse per aprire spazi di confronto nel contrasto alla corruzione e al malaffare.
Nel nostro paese il tema delle mafie sembra essere sparito dall’agenda dei media e dai programmi politici. Eppure la mafia esiste, è presente sul territorio e modifica il suo modo di operare.

 

Ascoltiamo la giornalista Amalia De Simone

 

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Ignorare il problema delle mafie significa rafforzare il loro potere. Ascoltiamo l’intervento del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho

 

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Contrastare la malavita è un dovere di tutti, da esercitare quotidianamente. E’ per questo che forse “antimafia” è una categoria superata. Come ci spiega la giornalista Alessia Candito

 

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Un’altra idea fuorviante è quella che la criminalità organizzata sia una prerogativa del Sud Italia. La giornalista Federica Angeli, che si batte da anni contro i clan romani, spiega che il primo passo da compiere è proprio quello del riconoscimento dell’attività mafiosa.

 

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La cultura della legalità passa dunque per il teatro, come è successo per il Festival dell’impegno civile: parlare un linguaggio accessibile e stimolare la partecipazione.
Ascoltiamo la scheda di Fabrizio Minnella, responsabile comunicazione di Fondazione con il Sud

 

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A fare un bilancio complessivo dell’esperienza è l’ideatrice del Festival, Giulia Minoli

 

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