GRSWEEK 3 marzo 2018 – Cinema e temi sociali: la notte degli Oscar 2018

Bentrovati all’ascolto del Grs week, l ‘approfondimento settimanale del Giornale Radio Sociale. In studio Clara Capponi,
Conto alla rovescia per la notte degli Academy awards. Domenica notte al Dolby Theatre di Los Angeles saranno assegnati gli Oscar 2018.
Grande attesa per la categoria più importante, quella per il Miglior film, che quest’anno vede in gara 9 opere fra cui alcune che fanno discutere su temi sociali forti. Ce ne parla Fabio Piccolino

Fra i 9 film che si contenderanno il premio più importante a fare incetta di nomination è “La Forma dell’Acqua” di Guillermo del Toro.
Vincitore del Leone d’oro a Venezia il film è ambientato durante la Guerra fredda e parla di una storia d’amore tra un’inserviente muta di un laboratorio e una creatura metà uomo metà anfibio. Una storia che mette in primo piano le disabilità fisiche e sociali e dove i personaggi, fisicamente o socialmente ‘intrappolati’ mettono in scena un elogio dell’evasione da un mondo di regole ipocrite e di convenzioni oppressive, grazie al potere dell’arte e dell’amore.
Tra gli altri film in competizione anche “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” un film drammatico ma che in realtà racconta un paese americano e le vite non facili di alcuni di quelli che ci abitano affrontando tematiche che vanno dal razzismo alle ingiustizie sociali.

Si interroga sul rapporto tra stampa e potere “The post” l’opera di Steven Spielberg con Tom Hanks e Meryl Streep: una storia che associa stampa analogica ad etica giornalistica in un momento storico in cui la Casa Bianca, tramite i media digitali, è la prima fabbrica di menzogne. Ma non solo: grazie alla grandiosa Meryl Streep ci parla della percezione femminile in un’epoca dominata dagli uomini.

Con 4 candidature anche “Chiamami col tuo nome” del regista italiano Luca Guadagnino si aggiudica un posto in gara. Il film affronta il tema di un’amore fra un’adolescente e uno studente in un’estate degli anni 80. Forse ci sarebbe piaciuto che Guadagnino avesse alzato la scommessa del suo spirito narrativo, arrivando a coniugare con maggiore padronanza grandi temi e problemi individuali e collettivi. La diffidenza e lo stigma dell’omosessualità sono eventualità improbabili nel film che però è ambientato in un’epoca, quella a cavallo fra gli anni 80 e 90, fondamentali per la cultura la coscienza LGBTQ.
Candidato a 4 premi, “Scappa: Get Out” di Jordan Peele è il titolo più fuori dagli schemi tra i nove candidati a miglior film. Storia di un afroamericano che a casa della fidanzata bianca troverà un nuovo Ku Klux Klan e mixa sapientemente generi diversi. Ma è anche una satira sul razzismo e su cosa voglia dire essere neri oggi negli Stati Uniti.

Quest’anno gli Oscar saranno sotto i riflettori anche per i movimenti femministi che si occupano della violenza sulle donne, dopo lo scandalo che ha coinvolto il produttore Harvey Weinstein e le campagne sui social network #MeToo e Time’s Up che invitano a non tacere gli abusi subiti. Una mobilitazione che ha già avuto grande visibilità durante i Golden Globes e i British Academy Film Awards.

La cerimonia di assegnazione delle statuette del resto non è nuova alle proteste e rivendicazioni sociali: nel 2016, l’hashtag #OscarSoWhite aveva generato molte polemiche sulla mancanza di uomini e donne di colore nelle nomination.

E proprio le donne sono protagoniste non solo sul grande schermo e sul red carpet, ma anche in prima linea contro la violenza di genere: Greta Gerwig, candidata per la miglior regia e la miglior sceneggiatura originale con il film “Lady Bird”, nei mesi scorsi si era dichiarata pentita di aver lavorato con Woody Allen, in seguito alle accuse al regista riguardo aglli abusi sulla figlia adottiva Dylan Farrow.
Meryl Streep, protagonista di “The Post” è da sempre in prima linea contro le violenze di genere ed ha invitato Melania e Ivanka Trump ad aderire a #MeToo.
Margot Robbie, in gara con “I,Tonya”, ha parlato dell’importanza del senso di comunità tra le donne che hanno denunciato molestie, mentre Octavia Spencer, candidata come miglior attrice non protagonista in “La forma dell’acqua” ha dichiarato che “MeToo non può essere ridotto a uno scontro donne contro uomini, ma riguarda le persone abusate, e dare loro forza”.

resta solo da capire quanto lao scandalo Weinstein e la nascita di questi movimenti peseranno sull’assegnazione delle statuette.

 

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