GRSWEEK 6 ottobre 2018 – Riace, un altro modo è possibile

Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.
L’arresto improvviso nei giorni scorsi di Domenico Lucano, sindaco di Riace, è stato motivo di discussioni, polemiche e mobilitazioni molto accese.
Il piccolo comune calabrese infatti è diventato, negli ultimi anni, un modello di accoglienza ed integrazione di migranti e richiedenti asilo famoso in tutto il mondo.
Con il suo impegno, il sindaco Lucano ha trasformato un piccolo borgo destinato allo spopolamento in un’esperienza virtuosa di convivenza civile.
Proprio per questo, le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento del servizio di raccolta dei rifiuti che hanno portato al suo arresto, sono state viste da molte persone come un tentativo di fermare l’esperienza di Riace.
Ascoltiamo la testimonianza di Padre Alex Zanotelli, che ricorda fra le altre cose come Mimmo Lucano sia stato inserito dalla rivista Fortune nel 2016 nella lista delle cinquanta persone più influenti del mondo.

 

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All’indomani dell’arresto del sindaco di Riace, Anpi, Arci, Libera e Cgil hanno firmato un documento congiunto in cui, pur rispettando le inchieste della Magistratura, si sottolinea come il provvedimento di fatto blocchi un’esperienza che “dimostra come integrazione e accoglienza siano la chiave di volta per risollevare l’intero Paese”.
Ne abbiamo parlato con il giornalista Lorenzo Frigerio, coordinatore della Fondazione Libera Informazione, che sottolinea come la vera emergenza nel territorio calabrese sia quella della malavita organizzata.

 

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Integrazione e convivenza come forma di contrasto alla malavita: è lo stesso Mimmo Lucano, nelle ore successive al provvedimento della Magistratura, a mettere in risalto l’importanza del modello Riace

 

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Questa vicenda rappresenta forse un nuovo punto di partenza per tutti quei cittadini e quelle associazioni che si impegnano quotidianamente per un maniera diversa di intendere il problema delle migrazioni, lontano dal modello dei respingimenti in mare e della chiusura dei porti. Ascoltiamo ancora Lorenzo Frigerio

 

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GRS WEEK 6 APRILE 2018 – LAVORO SENZA SICUREZZA: COME FERMARE LE MORTI BIANCHE

 

Bentornati all’ascolto del Grs week. In studio Giuseppe Manzo

 

 

Si chiamavano Nunzio, Giuseppe, Giambattista, Mauro. E ancora centinaia senza nome, spesso stranieri. Da Crotone a Treviglio. Sono i morti sul lavoro, per loro spesso un titolo di giornale e poco più. Dietro c’è il dramma di famiglie che perdono genitori, fratelli e figli che erano solo andati al loro posto di lavoro. Il drammatico conteggio con i nomi e le cause lo porta il sito dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro). In questo primo trimestre 2018 sono 154 i caduti, un netto aumento rispetto allo stesso periodo del 2017 quando furono 133. Ma oltre i freddi numeri resta un dramma ignorato dalla politica, una strage che fa più morti del terrorismo. Ascoltiamo il presidente della Acli Roberto Rossini

 

Audio Rossini

 

Dalla politica si passa agli organi deputati al controllo. Se la precarietà del lavoro non fa rima con sicurezza è soprattutto quella degli organismi e del personale adibito a verificare gli standard di sicurezza che oggi registra un forte ridimensionamento. Ascoltiamo il giornalista Roberto Ciccarelli, autore del libro “Forza Lavoro”

 

Audio Ciccarelli

 

La morte o il grave incidente è l’ultimo anello di una catena della sicurezza fisica del lavoratore. Ci sono condizioni di salute, spesso, più nascoste come quelle relative al contesto ambientale (se pensiamo alla vicenda amianto) o come lo stato psicofisico se pensiamo al fenomeno del mobbing. Ascoltiamo lo psichiatra Francesco Blasi

 

Audio Blasi

 

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