Grs week 8-9 aprile/”L’integrazione si fa con lo sport”


Qual è la valenza sociale dello sport oggi? Performance, record, vittorie. No, è l’integrazione. Una ricerca realizzata dal Cnr e presentata recentemente ha interpellato oltre mille studenti e una trentina di docenti delle scuole medie italiane, da Genova a Bari, da Trieste a Latina, per inquadrare il rapporto esistente fra sport e integrazione. Il rapporto mette in luce che i ragazzi non considerano la nazionalità di origine come un elemento qualificante nella scelta dei compagni di gioco, confermando che le attività sportive superano confini e differenze. Questi elementi insieme alle tante storie di sport sociale che sempre più trovano spazio anche sui mezzi di comunicazione raccontano di un mondo che fa dell’inclusione e dell’accoglienza il suo punto di forza. È il mondo dello sport per tutti, quello proposto e animato dagli enti di promozione sportiva del nostro paese, quello che si rivolge a tutti, senza distinzioni di età, sesso o etnia, puntando al benessere, a costruire relazioni e a cancellare muri e discriminazioni. Il mondo dello sport sociale si relaziona con il Comitato olimpico nazionale, che nel nostro paese gestisce il sistema sportivo senza però riuscire a colmare lacune storiche legate ad assenze governative, come la mancanza di una legge sul valore sociale dello sport.
Qual è lo spazio dello sport sociale e per tutti? Stefano Gobbi, responsabile della consulta sport del Forum nazionale del terzo settore, evidenzia l’importanza di creare ponti tra sport sociale e sport agonistico, perché entrambi presenti nella comunità e radicati soprattutto nelle fasce giovanili.

Per Damiano Lembo, presidente neo eletto dell’Us Acli, lo sport per tutti è in genere il primo contatto che i più giovani hanno con le attività motorie, mentre il settore agonistico specifica il suo ruolo in una fase successiva di specializzazione, quindi è importante la contaminazione, mantenendo ognuno le proprie caratteristiche.

Recentemente si è svolto anche il congresso dell’Unione italiana sport pertutti che ha confermato alla presidenza Vincenzo Manco, il quale rimarca che lo sport sociale è da tempo in attesa di una legge che ne sancisca il valore e che favorisca lo sviluppo di una nuova cultura sportiva nel nostro paese, chiedendo allo stesso tempo al Coni di intraprendere una seria selezione degli Enti di promozione sportiva in base alle attività svolte e al vero peso sociale.