Audio

GRSWEEK 16 dicembre 2017 – 20 anni di partecipazione e un futuro di sfide per il Forum del Terzo Settore

Si è svolta a Roma l’assemblea del Forum Nazionale del Terzo Settore in occasione del suo 20° compleanno. Con 81 grandi reti nazionali, 141.000 enti associati, 2,5 milioni di volontari e oltre 500.000 lavoratori retribuiti, il Forum rappresenta la maggioranza assoluta del non profit italiano ed è motore di partecipazione e solidarietà e di quella coesione sociale indispensabile ad ogni forma di progresso sociale ed economico.

 

20 anni di storia e di partecipazione non fanno però perdere di vista le sfide per il futuro: come dichiara la Portavoce del Forum Claudia Fiaschi

 

[sonoro]

 

Nel discorso sulle prospettive e gli scenari futuri non è mancato un cenno alla riforma del Terzo settore che ha visto il Forum profondamente coinvolto nel ridisegnare ruolo e responsabilità, orizzonti di impegno, regole e strumenti per il Terzo settore italiano come ha anche sottolineato il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti

 

[sonoro]

 

E la partecipazione è proprio la cifra del terzo settore italiano come ha ricordato il viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero.

 

[sonoro]

 

GRS WEEK – Verso il 2018: il futuro è dei diritti?

Bentrovati all’ascolto del GRS Week, in studio Giordano Sottosanti,

 

Il 2017 volge al termine. Ma a che punto è lo “Stato dei Diritti” in Italia?

 

È questa la domanda che ha ispirato il nostro GRS Week. A partire dai diritti più semplici e universali, come quelli alla vita e alla libertà. Ma cosa rappresentano davvero queste parole oggi, date talmente per scontate che forse ce ne siamo dimenticati? Ha ragione la Corte di Cassazione, che ha sancito che il prolungamento della vita di un paziente è un diritto da tutelare, oppure chi ha aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera per ottenere il suicidio assistito? Sono domande del nostro tempo e sulle quali il nostro Paese discute animatamente, questioni forse più grandi di noi stessi. Sarebbe già un passo avanti affrontarle senza dividersi in fazioni e per etichette. Tra cosiddetti “estremisti” o “buonisti”, “razzisti” o “radical chic”. Perché di mezzo c’è la vita delle persone, il dramma di chi fugge dalla guerra, di chi è costretto a vivere su una panchina perché abbandonato dal proprio Stato, di chi subisce violenze o discriminazioni. Che anno è stato il 2017 per i diritti? Un riassunto nella scheda di Anna Ventrella.

 

 

Molte le leggi emanate per il contrasto alla violazione dei diritti alla persona, poche, purtroppo, applicate, anche se molti passi sono stati fatti negli ultimi tempi. E’ di questi giorni la notizia dell’ennesimo rinvio ad affrontare il nodo del diritto di cittadinanza per i figli di cittadini stranieri, meglio conosciuto come ius soli, relativo alla legge approvata dalla Camera alla fine del 2015 e da allora in attesa di essere esaminata dal Senato. Due i nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli temperato , legato al territorio, e ius culturae, legato all’istruzione.
Non va meglio sul fronte della violenza di genere, oggetto di una recente analisi dell’apposita Commissione parlamentare di inchiesta istituita a gennaio, che rileva come denunce sottovalutate e scarsa formazione degli operatori siano purtroppo frequenti, e denuncia con chiarezza problemi, vuoti legislativi e ostacoli da superare. L’introduzione del reato di stalking è del 2009, mentre nel 2013 è stata emanata la legge contro il femminicidio. Altro vuoto normativo è quello in difesa delle promesse spose bambine. Il matrimonio precoce e forzato è una violazione dei diritti umani ed è illegale secondo il diritto internazionale. Ascoltiamo la testimonianza di Fareba, profuga afghana, promessa sposa bambina.

 

 

(Sonoro)

Ogni nuovo anno porta con sé dei buoni propositi. Noi ci auguriamo che il prossimo possa essere davvero l’anno dei diritti.

Ma questi oltre che conquistati, vanno difesi ed esercitati. Tra le novità del 2018 ci saranno anche nuove elezioni politiche e quindi un nuovo governo, in un momento storico nel quale l’affluenza alle urne è sempre più bassa. Ma andare a votare è la massima espressione della nostra libertà, perché come diceva Paolo Borsellino “il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”.

Con questo è tutto, per notizie e approfondimenti sul sociale www.giornaleradiosociale.it