Blog

Consigli per gli ascolti #33

di

Suoni diversi dal mondo. Tre proposte da ascoltare.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Spagna – Portogallo – Francia – Inghilterra – Egitto – Stati Uniti]

 

Exitoca” dei Cristobal And The Sea è un album estremamente eterogeneo e pieno di immaginazione. Le diverse provenienze geografiche dei membri della band sembrano riflettersi su un sound dalle molteplici direzioni, esotico e sperimentale, maturo nella scrittura e musicalmente molto accurato.
Un disco per chi ha voglia di sorprendersi.

 

[Australia]

 

King Gizzard & The Lizard Wizard sono una band meravigliosamente astratta. Perdersi nelle loro divagazioni vagamente retrò è un’avventura avvincente e affascinante perché contiene l’elemento chiave dell’impresa: non sapere mai come andrà a finire.
Sketches Of Brunswick East” è il terzo album pubblicato nel 2017 dalla band, segno che la vena creativa è in pieno e sembra non avere intenzione di esaurirsi a breve.

 

[Messico]

 

Ambientazioni elettroniche di scenari immaginari: è il sound digitale dei De Osos che con “Todo El Ruido Entre Nosotros” assemblano sonorizzazioni ambient e post rock assecondando le proprie emozioni e proiettando l’ascoltatore in uno spazio esteso a cavallo tra ritmo e malinconia.

 

Consigli per gli ascolti #32

di

Musica da ascoltare per scoprire cose nuove, in giro per il mondo.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Francia – Cuba]

 

Lisa e Naomi Diaz, alias Ibeyi, mettono insieme r’n’b , elettronica, soul e una buona dose di sperimentazione per costruire un album, “Ash”, che seduce fin dai primi ascolti per l’originalità e l’abilità compositiva. Sonorità afro e voci incisive, ambientazioni sospese, energia dalla profondità dello spirito.

 

[Germania]

 

Il nuovo album dei Samsara Blues Experiment, “One With The Universe” si muove sui passi dei precedenti lavori esaltandone le qualità e collocandosi dentro un suono rock psichedelico in cui sono ben visibili la matrice heavy e le sonorità metal e stoner. Cinque brani lunghi ed solenni in cui si viaggia su percorsi carichi di enfasi.

 

[Ucraina]

 

Nostalgico e introspettivo: sono due dei potenzialmente infiniti aggettivi da utilizzare per descrivere “Kaiho” dei Kauan. Un disco in cui lo spazio si dilata in direzione orizzontale piuttosto che concentrandosi sui picchi emotivi tipici del post-rock. Emozioni che si accavallano tra flashback e direzioni precise, e un cantato minimale in lingua russa che sembra accentuarne la spiritualità.

 

 

 

Consigli per gli ascolti #31

di

Fatto 30 facciamo 31. Anche questa settimana tre suggerimenti musicali dal mondo.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Australia]

 

Un carrarmato lanciato a duecento all’ora, una tempesta che spazza via tutto quello che ha intorno, uno spesso muro di suono che sprigiona energia fittissima senza mezze misure: è il sound granitico degli Hotel Wrecking City Traders e del loro “Passage to Agartha”. Sei brani lunghissimi con cui si arriva ad un’ora e mezza di rock psichedelico, fuzz, stoner da far girare la testa.

 

[Francia]

 

Frank Sabbath è un progetto spensierato e ben costruito, dove le trame sonore fotografano una libertà artistica che dà vita a brani pieni di originalità. “Are You Waiting?” rivela molte facce, figlie di sessioni di improvvisazione da cui emerge la necessità di sperimentare.

 

[Inghilterra]

 

Nuovo ep per i Down I Go. I membri della band vivono a latitudini diverse (Canada, Svezia e Stati Uniti) ma parlano la stessa lingua musicale: il loro è un metal-crossover-hardcore che colpisce per il contrasto tra il sound heavy e la cura per la melodia. “Mortals” contiene frecce acuminate che colpiscono in profondità.

 

 

 

 

Consigli per gli ascolti #30

di

Appuntamento numero 30 con i Consigli per gli ascolti.
Ogni settimana la migliore musica da ogni parte del mondo.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Stati Uniti]

 

Making faces”, album d’esordio dei Soften The Glare, è una cavalcata energica che non perde mai di ritmo e di intensità. Basso e chitarra si inseguono sotto colpi decisi e precisi ed è un piacere corrergli dietro: il risultato è un math-rock che attinge dal jazz, dal metal, dalla progressive, dalla fusion.

 

[Svezia]

 

Per entrare nel mood sonoro Kungens Män bisogna aver voglia di lasciarsi condurre lungo le distese di immagini che la loro musica è in grado di evocare, dilatando il tempo. Tenendo sempre presente che l’attore protagonista di “Dag & Natt” è il sax, che sa decisamente come prendersi la scena.

 

[Australia]

 

Un unico, lungo brano, dentro il quale trovare atmosfere intense e coinvolgenti: è “III” dei Sun of man, ep basato su session strumentali e saliscendi emotivi. Una proposta intensa ed affascinante.

 

Consigli per gli ascolti #29

di

Un altro piccolo giro del mondo in musica, alla scoperta delle migliori novità.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Finlandia]

 

L’aggettivo più calzante che mi viene in mente per descrivere “Awalaï” dei finlandesi Onségen Ensemble è “appassionante”. Perché quello che emerge dall’ascolto delle sei, lunghe tracce che compongono l’album, è il desiderio di raccontare una lunga storia in musica dalla quale diventa via via sempre più difficile staccarsi.
La qualità degli arrangiamenti, la struttura articolata dei brani, l’utilizzo minimale e funzionale delle voci, la costruzione di atmosfere particolari, le soluzioni sonore adottate e la sperimentazione, rendono “Awalaï” un disco da ascoltare molte volte consecutivamente.

 

[Sudafrica]

 

Il suono dei The Valley è indubbiamente vintage ma sa regalare momenti di entusiasmante euforia: il loro desert rock ricco di riverberi e distorsioni è talvolta psichedelico, talvolta oscuro e malinconico.
In ogni caso, applicano soluzioni brillanti a situazioni solo in apparenza semplici: questo fa di “Obelisk” un disco assolutamente godibile.

 

[Grecia]

 

Ci sono dischi che si ha voglia di ascoltare quando si ha bisogno di una puntura di vitalità e di energia, oppure quando si vuole assecondare uno stato d’animo estremamente entusiasta. “Out of the blue” dei Tuber può essere la medicina giusta, a patto che siate amanti di un hard- rock diretto e omogeneo, dentro cui trovare influenze electro, alternative, stoner, psycho e post-rock.

 

Consigli per gli ascolti #28

di

Tre consigli musicali scovati in giro per il mondo. Ascoltate e non ve ne pentirete.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Slovenia]

 

Quello dei Kukushai è un sound che parte dal jazz e lo trasforma in maniera non-convenzionale. “Fruitile” è un disco in cui contaminazioni diverse vengono a contagiare ogni singolo pezzo in maniera creativa e sorprendente. Dall’improvvisazione alle strutture complesse, dai momenti coinvolgenti a quelli più ostici, “Fruitile” mostra i suoi diversi volti attraverso le molteplici angolazioni da cui osservarlo. La voce di Eva Poženel è probabilmente il valore aggiunto di maggior rilievo.

 

[Finlandia]

 

Tecnica e tenacia per raggiungere obiettivi ambiziosi, rock progressive strumentale che sconfina spesso nella psichedelia. L’album di debutto degli Hadal Sherpa mostra una band dalle potenzialità sconfinate, attenta ai suoni e ai dettagli nella costruzione di atmosfere dense ed intense.

 

[Argentina]

 

Montaña Electrica è il nome di un quintetto che fa da orchestra miscelando rock latino, blues, psichedelia.
Selvas y tropicos” è una fontana sgorgante di suoni e di atmosfere a cui dissetarsi senza limiti, perché le soluzioni a cui attingere sono molteplici e quasi mai la strada percorsa è quella più scontata. Organo, synth e sax fanno la differenza.

 

Consigli per gli ascolti #27

di

Se le ferie sono finite troppo presto, meglio ripartire subito con un bel viaggio musicale.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Stati Uniti]

 

E’ sempre una buona notizia quando esce un nuovo album di Sam Beam, in arte Iron & Wine, perchè gli artisti in grado di elargire emozioni autentiche hanno un dono speciale che va difeso e custodito. “Beast Epic” è una raccolta di melodie morbide che si sviluppano su voce e chitarra ed arrangiamenti delicati di piano e archi. Un disco intimo e suggestivo che scalda il corpo e i sentimenti.

 

[El Salvador]

 

Ven El Mundo Arder”, esordio dei Voltar, è un album poderoso e dalle molte sfaccettature. Muri di chitarre e synth delineano un post rock duro nel suono ed estremamente compatto ma ricco di spunti diversi capaci di coniugarsi con naturalezza. Un lavoro che mette in luce una grande personalità.

 

[Brasile]

 

E’ ancora possibile riproporre oggi un classico come “Nevermind” dei Nirvana senza risultare banali?
La risposta è positiva solo se lo si fa con la libertà e la spensieratezza dei brasiliani Macaco Bong e del loro “Deixa Quieto”.
Il disco originale è stravolto e ricomposto in chiave completamente strumentale tanto da trasformarsi in qualcosa di assolutamente originale: Nevermind rimane il filo conduttore, ma il trio brasiliano percorre strade decisamente proprie. Il risultato è spesso piacevole, talvolta sorprendente. Merita anche la copertina.

 

10 dischi di 10 anni fa (2007 – 2017)

di

 

Ci avete fatto caso? Da un certo punto in poi gli anni scorrono più velocemente.
Da bambini e da adolescenti il tempo è immediato e siamo assetati della sua mutevolezza: giorni, mesi e anni sono più ricchi e incredibilmente diversi, e tra un anno e un altro c’è di mezzo un secolo.
Poi gradualmente il tempo si restringe e improvvisamente cominciamo a ricordare cose successe dieci anni prima, meravigliandoci del fatto che la vita che facevamo allora non è poi così diversa da quella di oggi.
Sembra successo ieri, e invece è già passato un bel po’. Capita spesso con le canzoni.
Così ho pensato a dieci dischi del 2007 e che quindi che nel 2017 compiono (o hanno già compiuto) dieci anni.
Sono passati in fretta eh?

 

Arcade Fire – “Neon Bible”

 

Il secondo album della band canadese non è solo una conferma della solidità del progetto ma anche quello dell’ulteriore maturazione e della definitiva consacrazione. Il loro suono enfatico ed eclettico, teatrale e malinconico è sempre più riconoscibile e completo, la loro vena compositiva in vertiginosa ascesa.

 

Verdena –  “Requiem”

 

E’ qui forse che comincia la nuova vita dei Verdena: da gruppo tardo-grunge adolescenziale a band sperimentale punto di riferimento per una generazione di musicisti italiani alla ricerca di nuove sonorità. “Requiem” un album monolitico e psichedelico, frutto di appassionanti ed estenuanti jam session, che travolge per il suo spessore e la sua immediatezza e lascia col fiato sospeso, raccogliendo alcuni tra i migliori brani composti dalla band.

 

Battles –  “Mirrored”

 

Ricordo ancora il senso di stupore al primo ascolto di “Mirrored”, quando un amico mi fece sentire “un gruppo nuovo”. I Battles sono così, complicati e affascinanti, amanti di intrecci arzigogolati e abili a inseguire ritmi impensati. Qualcuno lo ha chiamato math-rock, rock matematico. Solo anni dopo ho fatto caso al gioco di parole celato dietro al nome della band.

 

Radiohead –  “In rainbows”

 

E’ il disco del famoso up to you con cui i Radiohead, soliti anticipatori dei tempi, si lasciano alle spalle l’industria discografica del secolo precedente: scarica il disco da internet e pagalo quanto vuoi.
Musicalmente, “In rainbows” è la dimostrazione di come si può essere innovatori senza necessariamente servirsi della sperimentazione fine a sé stessa. Complesso e completo, è probabilmente uno dei loro album più riusciti di sempre.

 

MGMT – “Oracular Spectacular”

 

“Oracular Spectacular “è uno di quegli album di esordio che fanno rumore, gettando le basi per un sound orientato al decennio successivo. Mentre il synth “Time To Pretend” è diventato un tormentone per molti anni a seguire, l’intero disco ha un gran tiro e lascia all’ascoltatore l’affascinante gusto per un mix di generi trasversale e la capacità di costruire delle gran belle canzoni.

 

Colle der Fomento –  “Anima e ghiaccio”

 

Ad oggi è l’ultimo disco in studio per una band rimasta autentica e coerente con le proprie scelte in oltre vent’anni di carriera. Autoprodotti e indipendenti, Danno, Masito e Baro tirano fuori oltre un’ora di rime taglienti che rappresentano la summa di una capacità compositiva affinata negli anni ed estremamente efficace. Piuttosto vario musicalmente visti i diversi produttori che ne hanno preso parte, “Anima e ghiaccio” è un disco scritto col cuore ed un pezzo di storia importante per tutta la musica italiana.

 

Rufus Wainwright – “Release the stars”

 

Secondo molti critici, il pop solenne di Rufus Wainwright attraversa qui una parabola discendente. Ma all’accusa di disomogeneità e di scarsa ispirazione del lavoro c’è da contrapporre la probabile necessità di esplorare nuove direzioni e da tenere in considerazione il carisma e le capacità del cantautore statunitense. Del resto è davvero da insensibili non restare colpiti da brani come brani Going to a town o Rules and Regulations.

 

Lcd Soundsystem – “Sound Of Silver”

 

Divertente e coinvolgente, il secondo album degli Lcd Soundsystem è un lavoro spensierato ascoltando il quale è impossibile rimanere immobili e non farsi trascinare. Dall’elettronica al rock, attraverso lunghe cavalcate tribali, funk, new wave e psichedeliche. Un disco perfettamente a fuoco che ha definitivamente lanciato la band di James Murphy.

 

Air – “Pocket Symphony”

 

L’elettronica morbida e le melodie inconfondibili degli Air, il suono minimale, gli inserti di strumenti giapponesi: la loro sinfonia tascabile si gioca su passaggi sonori che creano atmosfere delicate e spesso ovattate, toccando forte solo le corde dei sentimenti.

 

Il Teatro degli Orrori – “Dell’impero delle tenebre”

 

Probabilmente non hanno inventato niente di nuovo ma lo hanno fatto talmente bene da diventare memorabili. Il loro album d’esordio arriva come un fulmine a ciel sereno in una scena musicale italiana un po’ stagnante e travolge tutti con la forza di brani taglienti e potentissimi e con i testi imponenti declamati, più che cantati, da un Pierpaolo Capovilla estremamente carismatico.

 

Consigli per gli ascolti #26

di

Qualche dritta per ascoltare un po’ di musica nuova dal mondo.
Qui tutte le puntate precedenti.

 

[Taiwan]

 

Quello dei Manic Sheep è un pop-shoegaze ricco di spunti e di sfumature, di carica emotiva, di climax e di personalità. Il gusto per il noise e le chitarre distorte contribuisce a rendere “Brooklyn” un disco di ballate brusche e pungenti, pronte a raccontare emozioni autentiche.

 

[Bulgaria]

 

Il nuovo progetto di Kalin Tonev, già leader dei Travelhouse, è un interessante raccolta di progressive strumentale che talvolta volge al metal e si accompagna a synth e a tastiere dai suoni vintage. Le atmosfere che escono fuori da “Machine Years” sono belle e talvolta irreali: ma quando il gusto per l’inconsueto prende il sopravvento l’ascoltatore non si sente affatto disorientato.

 

[Italia]

 

La trasmissione King Kong di Radio Rai 1 celebra i 20 anni di “Ok Computer”, lo storico disco dei Radiohead, con una compilation dal titolo “Ko computer”, che mette insieme il meglio della musica italiana.
Un omaggio che, se a molti può sembrare sacrilego, è invece assai rispettoso e ben costruito, soprattutto per la qualità degli artisti coinvolti, da Motta e Appino a Cristina Donà, da Iosonouncane a Niccolo Fabi, fino a Marlene Kuntz, Adriano Viterbini, Nada, Paolo VBenvegnù e molti altri.
La compilation si può scaricare qui

 

Consigli per gli ascolti #25

di

Per combattere il caldo, i consigli per gli ascolti di questa settimana arrivano tutti dalla Scandinavia.

 

[Norvegia]

 

In norvegese Tusen Takk significa “grazie mille”: un senso di gratitudine che mi sento di condividere per questo piccolo gioiellino musicale, delicato e affascinante che si chiama “Lakrisbåter” (liquirizia, per i meno pratici con Google Translate). Cinque pezzi semplici e coraggiosi, ben scritti e curati nell’arrangiamento complessivo, che conquistano sin dal primo ascolto.

 

[Finlandia]

Una base di rock progressive, influenze jazz e krautrock, una buona dose di eclettismo e di personalità. “In A Brown Study” dei Soft Power è un album denso di suggestioni e di qualità: gli ingredienti essenziali per brani solidi e profondi in cui perdersi e ritrovarsi.

 


[Svezia]

 

L’album omonimo dei Montgolfière è un viaggio ritmico e vivace, nel solco di sonorità progressive/psichedeliche dal carattere stone-rock ma dal piglio jazz. Un power trio dal tocco deciso che incuriosisce per le scelte sonore e per la gamma di soluzioni adottate.