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Corsa contro il tempo


Indonesia in ginocchio dopo il terribile terremoto che ha colpito l’isola di Sulawesi. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

La Commissione Europea ha stanziato un milione e mezzo di euro per aiuti umanitari d’emergenza in Indonesia, dopo il terribile terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito la parte centrale dell’isola di Sulawesi. Il bilancio delle vittime è destinato a crescere poiché i soccorritori non sono riusciti ancora a raggiungere ampie aree costiere e si teme che alla fine si conteranno migliaia di morti. Intanto si stima che gli sfollati siano circa 17mila. Una devastazione che ha coinvolto infrastrutture, strade e ospedali, rendendo molto difficili i soccorsi. Unicef ha intanto fatto sapere che è pronta ad intervenire con aiuti umanitari se il governo autorizzerà il soccorso internazionale.

In India l’adulterio non è più un reato


La Corte Suprema indiana ha stabilito che l’adulterio non è più un crimine, dichiarando incostituzionale e discriminatoria la legge in vigore dell’epoca coloniale. La vecchia norma infatti prevedeva che si considerassero reato i rapporti sessuali consensuali tra un uomo e una donna sposata senza il consenso del marito.
La Corte ha stabilito che il reato di adultero “perpetua lo status subordinato delle donne, nega la dignità e l’autonomia sessuale, e si basa su stereotipi di genere”.

In emergenza


Il virus Ebola sta tornando in alcune zone della Repubblica Democratica del Congo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle ultime settimane sono morte dieci persone e 150 sono state contagiate, e serviranno diversi mesi per contenere l’epidemia.

Senza casa


Sono circa 5000 le famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a Tripoli dopo gli scontri tra milizie che si sono susseguiti dallo scorso 26 agosto fino al cessate il fuoco di queste ore, costati la vita a 115 persone. Numeri destinati a crescere se i combattimenti dovessero riprendere.

Senza Stato


Le autorità di Hong Kong hanno bandito il partito che promuove l’indipendenza dalla Cina. L’organizzazione era nata a seguito della protesta del Movimento degli ombrelli del 2014, che chiedeva maggiore autonomia da Pechino ed elezioni libere. Il provvedimento, che secondo i promotori mira a garantire la sicurezza nazionale, non ha precedenti nella regione.

Allo stremo


“Quando metti 8.000 persone in un luogo che può contenerne al massimo 3.000, costringi la gente a lottare anche per avere accesso ai servizi minimi”. È la denuncia di Luca Fontana, coordinatore a Lesbo dei progetti di Medici senza frontiere. Ascoltiamolo il suo appello.

Non è troppo tardi


Unicef lancia un appello per risparmiare vite umane in Yemen, in attesa che arrivi la pace. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Dall’inizio del conflitto in Yemen hanno perso la vita 6500 bambini. Ma se la pace sembra ancora lontana, si può fare almeno qualcosa per limitare lo spargimento di sangue. Il direttore generale di Unicef Henrietta Fore ha dichiarato: “Fino a quando non cesseranno le ostilità, chiediamo alle parti la massima moderazione per risparmiare vite umane e consentire l’accesso agli aiuti nel porto di Hodeidah, punto di ingresso per le forniture umanitarie salvavita, il carburante e i beni commerciali da cui dipende gran parte del paese per la sopravvivenza.
Non è troppo tardi per tornare al tavolo dei negoziati e riunirsi agli sforzi di pace dell’Inviato speciale dell’Onu”.

In cerca di giustizia


La Corte penale internazionale indagherà sul genocidio dei Rohingya da parte dell’esercito birmano. La minoranza musulmana infatti ha subito “inconcepibili livelli di violenza” per favorirne l’espulsione dal Myanmar che non ne riconosce la cittadinanza. La persecuzione è testimoniata da almeno 10mila morti che non possono essere giustificati come contromisure ai gruppi ribelli.

Passo indietro


Il prossimo ottobre in Romania si terrà un referendum contro i matrimoni gay. Il quesito chiederà ai cittadini se vogliono modificare la costituzione per vietarne la legalizzazione in futuro. Attualmente le unioni non sono consentite e un eventuale affermazione dei sostenitori nelle urne le renderebbe ancora più difficili.

Ogni cinque secondi


Lo scorso anno nel mondo sono morti oltre sei milioni di bambini. Una tragedia che si può evitare con un maggiore accesso ai servizi medici e sanitari. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Nel 2017 nel mondo è morto un bambino ogni cinque secondi: è il dato che arriva dalle stime di Unicef, Organizzazione Mondiale della Sanità e Nazioni Unite. Lo scorso anno non ce l’hanno fatta oltre 6 milioni di minori, la maggior parte dei quali nei primi cinque anni di vita. Oltre la metà dei decessi è avvenuto nell’Africa Subsahariana e un altro 30% in Asia meridionale. Anche se negli ultimi 30 anni il tasso di mortalità si è abbattuto di oltre la metà, resta ancora molto da fare. Secondo Laurence Chandy dell’Unicef, “sono stati compiuti molti progressi, ma in milioni stanno ancora morendo a causa delle circostanze e del luogo in cui nascono. Con soluzioni semplici come medicine, acqua pulita, energia elettrica e vaccini, possiamo cambiare questa realtà per ogni bambino”.