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Senza Aquarius


L’imbarcazione di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere per il momento sospende le missioni di soccorso, mentre il primo gruppo di migranti della Lifeline, sotto sequestro a Malta, ha lasciato l’isola diretto in Francia. Il Consiglio d’Europa si scaglia contro le politiche migratorie degli Stati: “Basta con la retorica ostile, il numero di nuovi arrivati è diminuito”.

Lieto fine


Attracca nel porto di Barcellona la nave della Ong Proactiva Open Arms dopo che le autorità di Malta e quelle italiane hanno negato l’acceso all’imbarcazione. Oltre quattro giorni di navigazione per i 60 migranti recuperati al largo della Libia che sono stati visitati dai medici della Croce Rossa.

Senza futuro


Un bambino yemenita muore ogni dieci minuti e un minore ogni quattro soffre di malnutrizione acuta. È quanto denunciato dall’Unicef, dopo una visita di quattro giorni nel Paese mediorientale. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, lo Yemen sarà come la Siria, dove una generazione sarà cancellata dalla guerra, che ha già ucciso oltre 2000 bambini.

Porti chiusi


È ancora in stato di fermo a Malta l’imbarcazione di Sea watch, che non ha ricevuto l’autorizzazione a lasciare la capitale La Valletta. Non è una questione legata alla registrazione della nave ma a una campagna politica per fermare i soccorsi in mare mentre la gente continua a morire nel Mediterraneo, sottolinea la ong.

L’Europa oltre Dublino


Il vertice di Bruxelles non ha risolto le divisioni tra gli Stati. Resta la linea dura su migranti e ong. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Sulla questione migranti, dal Consiglio europeo esce un accordo debole dal punto di vista degli impegni dei 28 Stati membri per l’accoglienza e un approccio che punta ancora all’esternalizzazione delle frontiere, con hotspot in Paesi terzi e l’aumento del sostegno alla Guardia costiera libica. Ma “l’inferno esiste ed è in Libia. La decisione del Consiglio europeo è tra le più rischiose possibile”. Così ActionAid, che critica il delegare il controllo delle frontiere a un Paese in cui i migranti subiscono torture, sfruttamento sessuale e condizioni di trattamento disumane. La protezione delle persone, continua la ong, è dovere di ogni Stato e tratto che dovrebbe contraddistinguere un’Europa davvero solidale. Nel documento europeo, inoltre, manca una visione del fenomeno migratorio come strutturale e globale e “qualsiasi riferimento al pieno diritto a una libera circolazione delle persone”.

In fuga


In tre giorni 20.000 bambini siriani e le loro famiglie sono stati sfollati dalle regioni in cui abitavano verso il sud ovest del Paese. In quattro sono morti mentre molti altri sono feriti. I recenti attacchi, fa sapere Unicef, hanno gravemente danneggiato le infrastrutture civili, tra cui un ospedale da campo, ora inutilizzabile.

Solidarietà cercasi


Oggi presidi in tante piazze del vecchio continente per chiedere al Consiglio europeo di occuparsi di immigrazione partendo dall’accoglienza. E sempre oggi a Firenze tante associazioni si daranno appuntamento alle 18 a piazza Ognissanti per dire no al razzismo.

Piccolo dietrofront


Dopo le proteste provenienti da tutto il mondo, Trump rinuncia alla politica di separare i figli dai genitori migranti alla frontiera con un ordine esecutivo per la riunificazione delle famiglie, ma in stato di detenzione. “Un tradimento nei confronti di chi fugge da violenza e persecuzione”, lo definisce Amnesty International. “Imprigionare i bambini è contrario ai valori di dignità ed eguaglianza”, sottolinea la ong.

In alto mare


Dopo l’Aquarius altre navi delle ong chiedono aiuto, ma l’Italia si volta dall’altra parte. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Sette imbarcazioni in acque libiche con mille migranti a bordo, da giorni, e senza sapere dove approdare. Dopo la vicenda dell’Aquarius, si ripete la chiusura dei porti italiani e l’affondo del ministro dell’Interno Salvini alle ong, che delega il salvataggio alle autorità libiche. “Non abbiamo carne a bordo ma esseri umani”, scrive la Lifeline con 230 migranti. Sulla Guardia costiera libica, come ha ricordato Amnesty International, pesano accuse di condotte violente durante le intercettazioni in mare e collusione con i trafficanti. Intanto nei giorni scorsi la procura di Palermo ha archiviato le inchieste sulle ong Sea Watch e Open Arms, accusate di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Secondo l’Unhcr, sono oltre mille le persone annegate nel Mediterraneo solo da gennaio scorso. L’ultimo naufragio pochi giorni fa, dove al largo delle coste libiche sono morte 220 persone.

Avanti così


Importante riconoscimento all’Italia dall’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo che promuove lo sviluppo nelle aree del mondo in difficoltà a causa di guerre, povertà o catastrofi naturali. Il nostro Paese scala di otto punti la classifica sulla trasparenza nell’uso delle risorse e nella comunicazione degli interventi umanitari, superando così Norvegia, Giappone e Irlanda.