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Il fondo della vergogna


Finanziamenti usati per le motovedette libiche invece che per la cooperazione. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

2,5 milioni provenienti dal Fondo Africa sono stati utilizzati per la rimessa in efficienza di 4 motovedette da consegnare alla guardia costiera libica. Come è potuto accadere? grazie a un decreto del Ministero degli Esteri: atto prontamente impugnato davanti al Tar dall’Associazione studi giuridici dell’immigrazione che parla di “sviamento di potere”, perché le risorse del Fondo, che ammontano a 200 milioni, dovevano essere impiegate, in base a quanto previsto dal Parlamento, per interventi volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani. Sulla effettiva destinazione del Fondo Africa era già intervenuta Focsiv nei giorni scorsi, denunciando che ben il 61% degli stanziamenti disponibili era andato al controllo delle frontiere e alla governance delle migrazioni e solo il 5% alla cooperazione allo sviluppo.

Navi dell’orrore


Un attivista della ong Sea Watch, Gennaro Giudetti, racconta ai nostri microfoni la brutalità della Guardia costiera libica nell’ultimo naufragio nel Mediterraneo in cui hanno perso la vita 20 persone. Nella sua testimonianza i militari ostacolano in tutti i modi il salvataggio, picchiando i migranti che provano a fuggire. Ascoltiamolo. (sonoro)

Berlino arcobaleno


La Germania riconoscerà presto il terzo genere. L’Alta corte federale ha infatti ordinato al Parlamento di adottare entro la fine del 2018 una legge che istituisca sul certificato di nascita una nuova opzione, in modo da permettere un’identificazione anche agli intersessuali, i cui caratteri sessuali non si definiscono esclusivamente come maschili o femminili.

 

La Corte Costituzionale Federale ha riconosciuto che l’identità di genere è «fondamentale» per come le persone percepiscono loro stesse e sono percepite dagli altri e ha detto che la legge tedesca non protegge solo quella di chi si identifica come femmina o maschio, ma anche di chi non si riconosce né come femmina né come maschio: la Costituzione protegge queste persone dalle discriminazioni contro di loro basate sul genere.

Goodbye


Dagli Stati Uniti nuova offensiva contro i migranti: la Casa Bianca ha emesso un ordine di espulsione per 2.500 nicaraguensi che avevano un permesso di soggiorno provvisorio e che ora hanno 14 mesi per lasciare il Paese. Rimandata per il momento la decisione rispetto a un gruppo di 57mila persone provenienti dall’Honduras.

Termometro impazzito


Il 2017 sarà probabilmente dichiarato l’anno più caldo mai registrato in assenza del fenomeno climatico El Niño: lo ha dichiarato l’Organizzazione meteorologica mondiale in occasione della Conferenza sui cambiamenti climatici COP23. La temperatura media globale infatti è stata finora di 1,1 gradi sopra l’era pre-industriale.

 

Secondo Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale “ i tre anni appena trascorsi sono stati tutti nei primi tre in termini di record di temperatura. Questo è parte di una tendenza a lungo termine di riscaldamento. Siamo stati testimoni di un clima straordinario, tra cui temperature superiori a 50 gradi in Asia, uragani record in rapida successione nei Caraibi e nell’Atlantico raggiungendo fino l’Irlanda; molti di questi eventi – e studi scientifici dettagliati determineranno esattamente quanti – sono segni tangibili del cambiamento climatico causato da una maggiore concentrazione di gas a effetto serra dalle attività umane”.

#Ibelong


È il nome della campagna dell’Unhcr per garantire uguali diritti di cittadinanza. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

Discriminazione, esclusione e persecuzione: sono i tre fattori di rischio più importanti per le minoranze apolidi nel mondo: secondo l’Alto commissariato e per i rifugiati, è necessaria un’azione immediata per assicurare uguali diritti di cittadinanza per tutti. Secondo l’ultimo Rappporto di UNHCR infatti, le discriminazioni hanno un impatto fortemente negativo sulle comunità di minoranze apolidi, accrescendo la preoccupazione per la propria incolumità e sicurezza, contribuendo alla povertà e complicando la possibilità di avere accesso a documenti, istruzione e cure mediche.
La campagna #Ibelong chiede a tutti gli Stati di mettere in atto azioni concrete per garantire uguali diritti di cittadinanza.

 

Un pericoloso ritorno


Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe si è detto favorevole al ripristino della pena di morte. Le esecuzioni, previste dal codice penale, non vengono più eseguite dal 2005. Diverse organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International si sono spesso appellate affinché il Paese africano abolisca per sempre la pena capitale.

Dietrofront


Un tribunale federale ha respinto il tentativo del presidente Donald Trump di impedire alle persone transgender di arruolarsi nelle forze armate americane, ripristinando la normativa approvata dall’amministrazione Obama. Secondo la corte, il divieto imposto dal presidente si basava sul desiderio di esprimere disapprovazione delle persone transessuali più che per ragioni militari.

 

Non è uno scherzetto


Halloween è dietro l’angolo e negli Stati Uniti è considerata la festa con il più alto consumo di cioccolato. L’International labor rights forum ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo di manodopera minorile nella catena di approvvigionamento del cacao. Sarebbero almeno 2 milioni i bambini sfruttati, soprattutto in Ghana e Costa d’Avorio.

 

Generation 2030


Il futuro dell’Africa passa anche dal servizio sanitario e da quello scolastico. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

La popolazione infantile in Africa è in costante crescita e per il futuro è necessario un incremento dei servizi e del personale sanitario e scolastico. Sono i dati del Rapporto “Generation 2030” di Unicef nel quale si stima che entro il 2030 i bambini e i giovani sotto i 18 anni nel continente saranno 750 milioni, e supereranno il miliardo entro il 2055. Ciò significa che per rispettare gli standard minimi internazionali l’Africa avrà bisogno di 5 milioni e mezzo di nuovi operatori sanitari e di quasi 6 milioni di insegnanti. Una sfida che va sostenuta con investimenti nazionali ed internazionali e che l’organizzazione umanitaria identifica nell’assistenza sanitaria, nell’istruzione e nella protezione ed empowerment delle donne e delle ragazze.