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Il goal più bello


Grazie alla Comunità Progetto Sud e alla Fondazione Con il Sud è nata l’Asd Rom Lamezia. L’obiettivo della squadra reggina è far giocare insieme bambini del campo nomadi e del quartiere cittadino Ciampa. Più che una scuola calcio, un luogo di educazione e integrazione.

La partita è appena iniziata


Centinaia di donne iraniane sono state autorizzate a partecipare alla finale della Champions League asiatica. Un segnale importante mentre la Fifa lavora con Teheran allo scopo di porre fine al bando che vieta alle tifose di assistere ad eventi sportivi. Lo scorso mese, in cento sono potute andare allo stadio per l’amichevole tra Iran e Bolivia, ma dopo il match le restrizioni sono state nuovamente imposte.

Corri per il verde


Domenica parte la 47esima edizione della corsa campestre a tappe più longeva del Centro Italia. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

La manifestazione è ormai un appuntamento storico dela capitale, da quando, negli anni ’70 l’Uisp Roma l’ha lanciata a difesa dei polmoni verdi della città e contro lo scempio edilizio che andava compiendosi.
L’obiettivo è rimasto lo stesso: salvaguardare il verde della città incentivando la pratica sportiva all’aperto. Si parte domenica dal parco degli acquedotti con 12 partenze distinte a seconda delle età e della lunghezza dei percorsi. Le prossime tappe saranno il 25 novembre, il 9 e il 16 dicembre, in diversi parchi di Roma. Grazie alla partnership con Alce Nero a tutti i ragazzi che parteciperanno a Corri per il verde verrà regalato “Let’s play!”, il kit per l’alimentazione che parla ai giovani che praticano attività sportiva.

Tutti per uno


Una squadra di calcio composta da 24 giovani migranti. È quella che la Caritas di Cagliari ha iscritto al campionato di terza categoria del sud Sardegna, grazie alla Asd Selargius, che già aveva una formazione in seconda. L’esordio è stato vincente e ci sono buone prospettive per il futuro.

“L’iniziativa – dice Alessandro Cao, referente Caritas per il settore migrazioni – nasce come attività di integrazione di questi ragazzi che sono ospiti dei Centri di accoglienza della Caritas di Quartu sant’Elena, Quartucciu e Selargius. Lo sport è collettività. Grazie ad esso i ragazzi si confrontano con altri giovani e si instaurano rapporti capaci migliorare l’integrazione nel tessuto sociale sardo”.
Il campionato prevede trasferte in Ogliastra e permetterà ai giovani migranti anche di conoscere l’Isola con le caratteristiche di ciascun centro. “Nell’esordio a Villa San Pietro – racconta Rosi Cadeddu, ssistente sociale che opera in Caritas – avevamo un po’ di timore ma poi le cose sono andate nel migliore dei modi, tanto che a fine gara i ragazzi del paese hanno fatto i complimenti ai nostri giovani migranti.
Segno che se ci si conosce si evita il proliferare di pregiudizi sui migrant”.

Condanna esemplare


Tre anni di Daspo al papà del ragazzino che durante una partita di calcio ha colpito con un pungo il genitore di un avversario. Trentasei mesi fuori dagli stadi per assistere a gare delle categorie giovanili. Il fattaccio due mesi fa durante un incontro amichevole tra Ancona e Udinese under 11, sospesa a causa di una lite tra adulti.

Carovana dello Sport Integrato


Verrà presentato domani a Roma il bando pubblico per la costituzione degli equipaggi che prenderanno parte al viaggio che partirà a marzo per attraversare tutta Italia e portare un messaggio di integrazione per le persone con disabilità e di accoglienza delle diversità attraverso l’attività fisica.

Il Progetto, promosso da CSEN, è realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e lavorerà sui territori a stretto contatto con Enti Pubblici e Privati. L’iniziativa è un’occasione di incontro e di scambio, che ha l’obiettivo di far conoscere in un modo nuovo il mondo della disabilità, del volontariato e dello sport. Scopo del progetto è la conoscenza nazionale di una nuova disciplina sportiva integrata giocata insieme da atleti con disabilità e non, allo scopo di utilizzare lo sport come strumento educativo, culturale e di inclusione delle persone con disabilità e sostenere i giovani in percorsi di volontariato.Per la gestione della Carovana saranno costituiti 4 equipaggi di 4 pulmini, per percorrere circa 6.000 Km complessivamente. Ogni equipaggio sarà costituito da 26 persone

1-2-3 insieme!


È il motto della Polisportiva Sociale Castellinsieme, squadra dei Castelli Romani che accoglie gratis i ragazzi con disabilità e a rischio emarginazione. Per ogni partecipante la coordinatrice psico-pedagogica e il presidente creano un progetto educativo personalizzato concordato con la famiglia e altre figure di riferimento. La società è nata 4 anni fa e raccoglie 80 atleti.

Tutti in campo


Domenica a Bari una giornata per provare il Powerchair Football, il calcio in carrozzina elettrica. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

Nato per atleti con disabilità dalle capacità fisiche assai ridotte, il calcio in carrozzina elettrica è praticato già da tempo a livello internazionale, mentre in Italia siamo ancora a livello pionieristico. Un passaggio importante si terrà a Bari con l’incontro tra la squadra dell’Associazione Oltre Sport e la Power Albatros della Basilicata. In questa occasione, inoltre, tutti potranno misurarsi con questa disciplina. Anche se vediamo atleti alle Paralimpiadi effettuare imprese straordinarie, esiste un gran numero di persone con disabilità che non ha la capacità fisica per potersi muovere in autonomia, seppure con protesi o altri sostegni. Ma grazie alle carrozzine elettriche comandate da joystick tanti potenziali atleti con spirito di sano agonismo, possono svolgere attività sportive come l’hockey e il calcio.

Cartellino rosso


Secondo una ricerca pubblicata dal New York Times, i genitori sono la prima causa di comportamento antisportivo durante gare e incontri. Questi atteggiamenti si manifestano attraverso aggressioni, minacce e grida. Per gli psicologi sono da attribuire all’investimento economico che genera pressioni e frustrazione.

Shut up and dribble


È il titolo del documentario prodotto da LeBron James, cestista dei Los Angeles Lakers, per indagare il ruolo avuto negli anni dai giocatori della Nba nell’animare il dibattito sociale. Nel video si evidenzia la lunga tradizione di lotta e proteste di tanti grandi campioni del passato e recentemente tornato al centro delle cronache con la presidenza Trump.

I protagonisti sono tutti di primo piano: LeBron James nelle vesti di produttore, l’ex giornalista di ESPN Jamele Hill come voce narrante, Gotham Chopra – già conosciuto per aver firmato il documentario su Kobe Bryant “Muse” – alla regia. Dalla loro unione è nato “Shut up and dribble”, un nuovo documentario in tre parti (la prima già andata in onda, le prossime attese per il 10 e 17 novembre, sempre in prima serata) pensato per raccontare l’impatto sociale dei giocatori NBA nel corso della storia. “La tesi che voglio sostenere – dice Chopra – è che la pallacanestro è il vero sport nazionale americano, per via dell’impatto che ha saputo avere nei vari settori della nostra vita, dalla musica, al costume, alla cultura generale”. Anche la scelta del titolo – il famoso invito fatto dalla giornalista di Fox Laura Ingraham a James, di “star zitto e continuare a palleggiare” – testimonia una certa radicalizzazione nel risultato finale. “Il significato di tutto il progetto in quel momento è cambiato – conferma Jamele Hill – perché seppur diciamo di voler imparare dalla storia, poi questo non accade.
Basta vedere cos’è successo con Trump: un presidente che può ancora permettersi di chiamare ‘stupido’ LeBron James. Magari non usa la parola ‘nigger’, ma cerca ugualmente di gettare discredito su una delle storie di maggior successo personale che l’America oggi conosca”. Il documentario parte dalle parole con cui Steph Curry – “Non ci voglio andare” – declina un eventuale invito da parte di Donald Trump alla Casa Bianca, per le consuete celebrazioni post-titolo NBA