Ilaria, Miran e Giulio Regeni: dovere di verità

di Ivano Maiorella

20 marzo. Attendiamo ancora verità e giustizia. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. La vicenda è una delle vergogne italiane che mette a nudo responsabilità politiche e insabbiamenti a ripetizione, diritto di stampa e bavagli.

21 marzo. Con Libera e LiberaInformazione a Messina per la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. In contemporanea in tanti luoghi in tutta Italia.

Che cosa lega queste due giornate? Il dovere di difendere sempre il ruolo dell’informazione libera, dell’autonomia dei giornalisti, del percorso delle inchieste che devono sempre essere spinte in avanti, verso una conclusione.

“Servizi segreti e apparati dello stato non facevano il loro dovere – disse Roberto Morrione, direttore storico di Rai News 24 e responsabile di LiberaInformazione sino alla sua scomparsa – due giornalisti uccisi perché stavano indagando su un colossale traffico di rifiuti nocivi, forse anche di armi”.

Nel frattempo due novità. Il 5 aprile 2016 si aprirà a Perugia la revisione del processo nei confronti di Hashi Omar Assan condannato definitivamente a 26 anni di carcere (26 giugno 2002) per concorso nell’assassinio di Ilaria e Miran. Si potrà riesaminare il fitto intreccio di testimoni pagati per affermare il falso e il percorso dei depistaggi. Chi ha ordinato il duplice assassinio, chi ha costruito carte false? E soprattutto quale fu il ruolo dei servizi segreti italiani?

La seconda novità è che la Camera dei deputati ha messo online l’Archivio digitale che raccoglie tutta la documentazione in possesso del Parlamento sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

I materiali – che possono essere consultati e richiesti attraverso la compilazione di una domanda online – comprendono tra l’altro, tutti gli altri atti acquisiti dalla Commissione d’inchiesta istituita nella XIV legislatura. Quella presieduta da Carlo Taormina (attuale opinionista del Processo di Biscardi) il quale sostiene che “Ilaria Alpi era in vacanza, non al lavoro”.

Nel corso di questi 22 anni si è formato attorno alla memoria di Ilaria un largo consenso e un gruppo sempre più numeroso di persone (ma anche di scuole, istituzioni, biblioteche associazioni…) che vogliono arrivare alla verità – scrive sul sito dell’Associazione Articolo 21 Mariangela Gritta Grainer, che si è occupata di Ilaria Alpi in modo documentato e attento in questi anni – Si è capito che in nome di Ilaria si combatte per raggiungere verità e giustizia oltre la tragica morte di due persone innocenti, per i diritti delle cittadine e dei cittadini del mondo intero”.

Giulio Regeni, 28 anni, ricercatore, è scomparso al Cairo il 25 gennaio (il giorno dell’anniversario della rivoluzione del 2011). Sul suo cadavere, ritrovato il 3 febbraio, c’erano segni di violenza e tortura. Secondo l’autopsia che si è svolta in Italia, sarebbe stato torturato per diverso tempo prima di essere ucciso. L’inchiesta si sta svolgendo in Egitto sia in Italia. Ucciso per impedirgli di pubblicare articoli ritenuti dannosi per il regime egiziano? Per non voler rivelare le fonti?

Sembra incredibile che nella nostra epoca delle tecnologie evolute, nella quale abbiamo l’impressione di avere tutte le informazioni a portata di mano, ci troviamo ancora ad elencare morti, occultamenti, depistaggi, paludi.