Voglia di cambiare

di Fabio Piccolino

Lo scorso fine settimana si è votato in Brasile, Tunisia ed Ucraina. Tre storie complesse, tre paesi che hanno voglia di futuro.
La crisi economica non allenta la sua stretta; nel mondo crescono le disuguaglianze sociali e nuovi fanatismi. L’esigenza di cambiare per migliorare la propria condizione appare l’unica strada percorribile. La lettura di quanto sta avvenendo merita attenzione, la globalità ci ha insegnato la connessione tra fatti apparentemente lontani. Il filo rosso che lega gli avvenimenti è il desiderio di contare da parte dei giovani, delle donne, del popolo. Questo si legge nelle informazioni e nelle immagini che ci arrivano da fonti diverse, frammentarie, alcune molto piccole e lontane. Che ci obbligano ad ascoltare, a non fermarci ai commenti di facciata.

Brasile, Tunisia ed Ucraina. Tre paesi che hanno scelto nuovi rappresentanti e nuove politiche per gli anni che verranno;  tre paesi che rappresentano anche tre diversi continenti, con equilibri che riflettono inevitabilmente sull’assetto geopolitico del pianeta.
In Brasile ha vinto di nuovo Dilma Roussef, che ha la possibilità di continuare il lavoro svolto nei quattro anni precedenti, sulla scia del presidente Lula.
Ma mai come questa volta, la battaglia è stata tesa: la crisi  si è fatta sentire anche in quel Brasile che fino a poco tempo fa sembrava inarrestabile. Il consenso del Partito dei Lavoratori è in netto calo e il paese appare spaccato a metà, tra nord e sud.  I Mondiali di calcio appena trascorsi, e le olimpiadi che arriveranno tra poco: in mezzo le proteste, sempre più vibranti per le disuguaglianze sociali e gli sprechi di denaro.

Quella della Tunisia è la storia di quella tra le “primavere” arabe del 2010 che sembra essersi allontanata di meno dalle aspettative popolari di affrancamento e liberazione. I risultati delle  prime elezioni organizzate dopo l’approvazione della nuova Costituzione, riflettono l’esigenza di cambiamento del paese nord-africano: a vincere è il partito laico di Nidaa Tounes ed un nuovo modello di società, rivolta verso il futuro; il 23 novembre la Tunisia eleggerà un nuovo presidente.

Infine, le elezioni legislative in Ucraina, che hanno visto l’affermazione del fronte popolare di Arseniy Yatseniuk, che supera di poco il partito del presidente Poroshenko, decretando così una vittoria dei partiti filoeuropei. Una scelta precisa: la collaborazione  tra Yatseniuk e Poroshenko allontana in modo consistente  il paese dall’influenza del governo russo. All’immediato riconoscimento del risultato da parte di Putin sono seguiti segnali di malessere, con la legittimazione delle consultazioni che si stanno tenendo nelle regioni filorusse controllate dai separatisti ucraini e con gli sconfinamenti aerei dal Baltico al Mar del Nord. Mentre si continua a trattare sulle forniture di gas russo a Kiev.