IL MORTO CHE CAMMINA

CaparezzaùGoodbyeMalinconia

Logo della canzone di “Malicònia”, hit di Caparezza nel 2011

“Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga/È Malincònia, terra di santi/subito e sanguisuga/Il Paese del sole, in pratica oggi Paese dei raggi UVA/ E poi se ne vanno tutti!/Da qua se ne vanno tutti!/Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!”. Così cantava il rapper pugliese Caparezza nella sua Goodbaye Malicònia ed era il 2011.  A distanza di 3 anni i dati sull’emigrazione raccontano di un forte aumento di chi va via dal nostro Paese: “Al primo gennaio 2014 sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani all’estero), con un aumento in valore assoluto rispetto al 2013 di quasi 141 mila iscrizioni (+ 3,1 per cento nell’ultimo anno). La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita ( 1.747.409). E’ quanto emerge dal Rapporto italiani nel mondo 2014, realizzato dalla fondazione Migrantes”.

 

Ieri nella puntata Di Martedì condotta da Giovanni Floris su La7 un imprenditore italiano di 26 anni, Augusto Marietti, ha spiegato come a 23 anni ha visto il suo progetto “Mashape” approvato negli Usa e ora è uno degli attori della Silicon Valley: lo stesso progetto fu ignorato e bocciato da banche e finanziatori italiani. Secondo Marietti l’Italia è “un morto che cammina”.

 

Sono due istantanee di un Paese che si sta svuotando fisicamente e culturalmente. Gli italiani, nonostante la propaganda della paura, son tornati ad essere un popolo di migranti mentre quelli che arrivano sulle nostre coste non sono visti come un’opportunità. E non sono visti come opportunità tutti quegli attori di una resistenza civile chiamata cooperativa sociale, salvaguardia di un parco pubblico o recupero di un edificio abbandonato, gestione di un bene confiscato o volontariato nei luoghi della sofferenza. Tutto ciò avviene mentre da giorni si è fermi sull’articolo 18, immobili a spiegare che eliminando diritti arriverà la ripresa per questo Paese mentre sono altre le priorità. Una su tutte è accorgersi dei tanti i giovani, uomini e donne che sono rimasti e che continuano provarci: se il morto Italia cammina è soprattutto grazie a loro.