Palla al centro


Lo sport dilettantistico e sociale italiano chiede una vera e propria riforma di sistema. L’allarme arriva dalle società di base che, in questi anni, hanno gestito la crisi economica grazie a centinaia di migliaia di volontari che ogni giorno permettono di svolgere attività motoria e sportiva a bambini, giovani, adulti ed anziani.

 

L’attenzione del Governo era già stata richiamata sul rischio che corrono le Associazioni sportive dilettantistiche e gli Enti di Promozione Sportiva nel non poter beneficiare della qualifica di associazioni di promozione sociale dovendo avere tra i propri affiliati soggetti che non avrebbero condizioni vantaggiose dall’iscrizione nel Registro unico del terzo settore. A tal proposito c’è già stato un incontro con il tavolo tecnico legislativo del ministro dello Sport che dovrebbe prevedere la partecipazione anche del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per trovare un’armonizzazione normativa con il D.Lgs. 117/2017 (Codice del terzo settore) e confermare il riconoscimento delle organizzazioni sportive dilettantistiche come soggetti attivi in questo mondo a partire dal ruolo sociale che svolgono.
L’inserimento, pertanto, nel panorama dei soggetti sportivi, attraverso “il pacchetto sport” nella Legge di stabilità, della nuova figura di società sportiva dilettantistica lucrativa è da respingere poiché da un lato minerebbe alla base il volontariato sportivo che è quello che ha permesso fino ad oggi una crescita capillare nel Paese fino a diventare il 47% dell’intera realtà della promozione sociale italiana, dall’altro produrrebbe un ulteriore effetto spiazzamento rispetto alla recente normativa sul terzo settore.
Il 1° di gennaio 2018, inoltre, avrà efficacia la delibera del Coni che esclude tutta una serie di attività sportive dichiarandole non ammissibili per l’iscrizione al Registro del Comitato Olimpico e come tali non più considerate meritevoli di pubblico interesse e, di conseguenza, neppure destinatarie della fiscalità di vantaggio; di contro, pochi giorni fa, il presidente del Consiglio Gentiloni ha annunciato che lavorerà per inserire lo yoga nelle ore di educazione fisica a scuola.
Tutto questo mentre l’Istat nell’ultima indagine sull’attività sportiva 2015 in Italia censisce per la prima volta una categoria di persone attive considerandole di diritto come facenti parte della grande galassia di coloro che svolgono un’attività motoria legata al benessere. Senza dimenticare la irrisolta questione del Decreto Balduzzi relativa alla tutela sanitaria per l’attività ludico motoria, che crea disparità di trattamento tra associazioni per il solo fatto di far parte o meno dell’ordinamento sportivo.
ACSI-Associazione Centri Sportivi Italiani; AICS-Associazione Italiana Cultura Sport; ASC-Attività Sportive Confederate; ASI-Associazioni Sportive Sociali Italiane; CNS LIBERTAS-Centro Nazionale Sportivo Libertas; CSAIN-Centri Sportivi Aziendali Industriali; CSEN-Centro Sportivo Educativo Nazionale; CSI-Centro Sportivo Italiano; CUSI-Centro Universitario Sportivo Italiano; ENDAS-Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale; MSP-Movimento Sportivo Popolare Italia; OPES-Organizzazione Per l’Educazione allo Sport; PGS-Polisportive Giovanili Salesiane; UISP-Unione Italiana Sport Per tutti; US ACLI-Unione Sportiva ACLI