Squadra Coraggio


In occasione dei campionati mondiali di calcio, Amnesty international punta i riflettori su 11 campioni nel campo dei diritti umani che ogni giorno, in Russia, mettono in gioco la vita per difendere i diritti di tutti. Del team fanno parte attivisti contro la tortura, ambientalisti, difensori delle persone Lgbti e delle lavoratrici del sesso e persone che si prendono cura delle vittime di violenza domestica.

La campagna “Squadra Coraggio” si occuperà di 11 difensori dei diritti umani provenienti da ciascuna delle regioni della Russia in cui si svolgeranno le partite dei mondiali di calcio, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza del loro lavoro e promuovendo l’invio di messaggi di solidarietà per far sapere loro che non sono soli. Ecco la formazione della “Squadra Coraggio”: Oyub Titiev (Grozny), direttore dell’ufficio dell’Ong Memorial in Cecenia, in carcere dal gennaio 2018 per accuse artefatte; Andrei Rodumakha (Sochi), difensore dei diritti dell’ambiente, aggredito brutalmente nel 2017; Irina Maslova (San Pietroburgo), fondatrice di un movimento per difendere i diritti delle lavoratrici del sesso; Igor Nagavkin (Volgograd), impegnato nella lotta alla tortura e alla corruzione fino a quando non è stato arrestato nell’ottobre 2016; Valentina Cherevatenko (Rostov sul Don), attivista per i diritti delle donne; Igor Rudnikov (Kaliningrad), giornalista indipendente, impegnato in inchieste sulla corruzione fino a quando non è stato arbitrariamente arrestato nel 2017; Oksana Berezovskaya (Samara), direttrice di un’organizzazione per i diritti delle persone Lgbti; Igor Kalyapin (Nizhny Novgorod), fondatore del Comitato contro la tortura; Yulia Fayzrakhmanova (Kazan), difensora dei diritti dell’ambiente; Aleksei Sokolov (Yekaterinburg), attivista contro la tortura e altre violazioni dei diritti umani nel sistema penitenziario; Vasiliy Guslyannikov (Saransk), fondatore dell’Ong Centro per i diritti umani della Repubblica di Mordovia. Molti di questi difensori dei diritti umani hanno subito minacce, intimidazioni, aggressioni fisiche, diffamazioni e in alcuni casi arresti arbitrari per aver portato avanti il loro fondamentale lavoro.