Sport, omofobia e pregiudizi: seminario a Napoli

di Elena Fiorani

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1442031143384Omofobia nello sport, è anche un problema di linguaggio. Il pentolone si è scoperchiato di botto durante i Giochi olimpici di Rio in un mondo tradizionalmente maschilista, e qualcosa sta cambiando. Ci sono problemi culturali e sociali, pregiudizi antichi e discriminazioni dure a morire. Ma molti atleti non sono più convinti che convenga stare zitti e anche chi racconta di sport è chiamato a fare la sua parte. L’Uisp e il Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università Federico II hanno organizzato mercoledì 19 ottobre, a Napoli il convegno “Sport e omofobia, linguaggio giornalistico e pregiudizi da affrontare”.
L’incontro ha avuto il riconoscimento dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dell’Ordine dei giornalisti della Campania, con l’attribuzione di 6 crediti formativi per i giornalisti partecipanti.

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Il seminario aveva l’obiettivo di promuovere il rispetto dei diritti delle persone con differenti orientamenti sessuali ed è stato sostenuto dall’Unione europea, grazie al progetto “Queering football”, di cui l’Uisp è partner insieme ad altre sei associazioni. “Ancora sento negare l’esistenza di omofobia e discriminazioni, ma purtroppo sappiamo bene che non è vero – ha detto Manuela Claysset, responsabile nazionale politiche di genere Uisp – c’è una grande paura della diversità per questo i giornalisti per primi chiedono strumenti culturali e codici condivisi attraverso i quali raccontare questa realtà”.

Nel corso del convegno sono intervenuti: Paolo Valerio, direttore Centro Sinapsi; Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei giornalisti della Campania; Antonio Mastroianni, presidente Uisp Napoli; Antonello Sannino, responsabile nazionale Sport per Arcigay; Manuela Claysset, responsabile politiche di genere Uisp; Giuseppe Manzo, redazione Giornale Radio Sociale; Ivano Maiorella, responsabile stampa e comunicazione Uisp; Anna Lisa Amodeo del Centro di Ateneo Sinapsi; Klaus Heusslein, Rete europea gay e lesbiche nello sport.

Il futuro del progetto sarà quello di realizzare una Carta deontologica di linguaggio giornalistico LGBT insieme ai giornalisti e ai vari soggetti associativi coinvolti insieme all’Università Federico II.