Il Covid-19 e le persone: il carcere, la disabilità, il lavoro

 

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Fabio Piccolino.
L’emergenza sanitaria senza precedenti che stiamo vivendo sta cambiando le nostre vite e il mondo in cui fino ad oggi abbiamo vissuto. L’organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato nei giorni scorsi quello che ormai era chiaro da settimane: il Coronavirus è una pandemia e coinvolge tutti, mentre inesorabile cresce il numero dei casi e quello delle vittime.

Le misure restrittive per evitare il contagio del Covid-19, necessarie e inevitabili, hanno sconvolto la quotidianità di ognuno di noi, privandoci di quello che è il nostro stile di vita, le nostre abitudini, la nostra lbertà.
Ma che succede nei contesti in cui il concetto di libertà è inteso in maniera profondamente diverso?
Le carceri ad esempio, che nei giorni scorsi sono state teatro di dure e tavolta violente proteste.

Ne abbiamo parlato con Daniela De Robert, membro del Collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà

[sonoro De Robert]

In questi giorni concitati, il mondo del volontariato si sta interrogando sul proprio ruolo durante l’emergenza. L’appello del Forum del Terzo Settore è chiaro: “ è indispensabile e urgente mettere in sicurezza e continuità l’opera di milioni di volontari, operatori e organizzazioni del Terzo settore Italiano”.
Così come è necessario garantire la sicurezza delle persone più fragili, come le persone con disabilità.

Ascoltiamo Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

[sonoro Speziale]

L’emergenza Coronavirus sta cambiando tutti i paradigmi, a partire da quello economico e da quello del lavoro. Quello di chi già sente le conseguenze di questa crisi e ha perso il proprio impiego, quello di chi è costretto a sospendere la propria attività, con tutte le conseguenze che ne derivano, quelle di chi ha dovuto modificare il proprio quotidiano modo di operare. E quello di chi continua suo malgrado, correndo ogni giorni numerosi rischi. Come gli operai nelle fabbriche, in sciopero per la loro sicurezza. Ascoltiamo la scheda di Paolo Adruccioli.

Proteste e scioperi per chiedere la chiusura delle fabbriche in varie parti d’Italia, ma soprattutto al Nord dove la concentrazione delle industrie è ancora relativemante forte.
In particolare – contro le mancate misure di sicurezza e comunque contro l’insufficienza dei sistemi di prevenzione dal virus – sono stati i metalmeccanici a scioperare.
Le azioni degli operai sono state accompagnate dalle dure prese di posizione dei sindacati di categoria e in modo specifico dei metalmeccanici e dei sindacati del commercio.
Gli scioperi sono cominciati giovedì e sono proseguiti ieri per tutta la giornata a Milano e in altre città della Lombardia, in Emilia Romagna, in Veneto, ma anche in Umbria e a Taranto nella ex Ilva.
A Terni, in Umbria, ieri è stato il secondo giorno di scippero nelle acciaierie Ast ThyssenKrupp.
Oltre agli operai metalmeccanici sono stati i dipendenti dei centri commerciali a stare in prima linea nella richiesta di sicurezza sul lavoro.

Non sappiamo quanto sarà lunga questa emergenza e quali conseguenze avrà. Ma in ogni caso non si potrà prescindere dall’attenzione alla salvaguardia delle persone, in qualsiasi condizione esse si trovino.

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