Ecco come le cooperative di comunità creano “economie di luogo” nei contesti difficili


 

[Intro: Questi sono i momenti degli scontri a Milano e altre tensioni anche a Padova per le manifestazioni pro Gaza: domani e poi il 22 settembre previsti scioperi da parte dei sindacati con nuove mobilitazioni. Questa è Ad Alta Velocità oggi 18 settembre 2025: nello stesso giorno del 1938 a Trieste Benito Mussolini legge per la prima volta le Leggi razziali dal balcone del municipio in occasione della sua visita alla città. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di economia sociale. Le cooperative di comunità si confermano un modello innovativo e sempre più diffuso per generare sviluppo inclusivo, sostenibile e partecipato, soprattutto nelle aree interne e nei contesti urbani segnati da disagio sociale ed economico. È quanto emerge dal nuovo Rapporto “Economie di luogo: fotografia e dimensioni qualitative delle cooperative di comunità”, realizzato da AICCON con il supporto di Legacoop, che offre una fotografia aggiornata e qualitativa di queste esperienze, sempre più diffuse e radicate nei territori italiani. Le cooperative di comunità mappate nel 2025 sono 321 (220 cooperative già registrate e 101 in corso di registrazione) operanti in più di 70 province e si configurano come veri laboratori di economia di luogo, capaci di coniugare impresa, partecipazione civica e cura dei beni comuni. Si tratta di cooperative sociali, di produzione lavoro e anche di forme ibride per quanto riguarda le tipologie. Ascoltiamo Paolo Scaramuccia, responsabile politiche di sviluppo e cooperative di comunità per Legacoop.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale