Sport, possibilità di essere diversi ma uguali

“I matti siamo noi quando nessuno ci capisce”: solitudine, isolamento, reclusione. La vedi nei versi di Simone Cristicchi e la incontri qui, a Matti per il calcio. Lo sport sociale scende in campo per promuovere diritti. Lo fa con l’Uisp che da giovedì 25 settembre è a San Benedetto del Tronto con due iniziative che mettono al centro la persona, con le sue specificità e diversità, con l’aspirazione condivisa ad una vita dignitosa e soddisfacente. Cosa vuol dire disabilità? Lo abbiamo chiesto all’atleta paralimpica Valeria Locritani che è intervenuta alla tavola rotonda “Pregiudizi in fuorigioco: sport e integrazione contro le discriminazioni”, organizzata dall’Uisp nell’ambio del progetto SIC-Sport, integrazione, coesione. Sentiamo le sue parole

Il progetto realizzato in collaborazione con Unar e Lega Serie A è intervenuto in 17 città italiane con una campagna di sensibilizzazione tesa al contrasto di tutte le forme di discriminazione, dal razzismo al sessismo, dall’abilismo all’omolesbobitransfobia. Un percorso iniziato con l’Osservatorio contro le discriminazioni nello sport, come spiega il direttore dell’Unar, Mattia Peradotto,

La riflessione ha fatto da apripista alla XVII edizione di Matti per il calcio, rassegna nazionale rivolta ai Dipartimenti di salute mentale che porta in campo squadre composte da persone con disagio, medici infermieri e familiari. Un approccio nuovo alla terapia psichiatrica che si ispira alla visione di Franco Basaglia. Che rimane del suo insegnamento? Parla la psichiatra Marilù Moalli.

Matti per il calcio significa sport come terapia, socialità, uscire dall’isolamento. Il tema della salute mentale è invece più ampio e presuppone un ruolo dell’attività sportiva anche in chiave preventiva. Ascoltiamo Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp.