Sport e diritti non sono in vendita

 

Bentrovati all’ascolto del GrsWeek, in studio Elena Fiorani

Comprami, io sono in vendita: questo cartello è appeso sulle vetrine del fenomeno sociale più diffuso al mondo, il calcio e lo sport. Lo sanno bene i paesi che calpestano i diritti umani ma fanno a gara per conquistare fette sempre più grosse di eventi sportivi globali, a suon di petrodollari. Si chiama sportwashing e Amnesty international chiede a loro di gettare la maschera e alla gente di non cadere nella trappola.

Sentiamo Tina Marinari, Amnesty International

Con un appello agli organismi internazionali dello sport supercampionistico, Cio, Fifa e Uefa in testa: smettete di voltarvi dall’altra parte. Perchè diritti umani e democrazia non possono continuare a restare estranei all’agenda di chi decide. Appello da estendere anche agli organismi sportivi nazionali, come la Lega calcio, che ha deciso di disputare la Supercoppa in Arabia Saudita. Proprio dove si svolgeranno i Giochi asiatici invernali del 2029 con una pista di sci allestita in pieno deserto.

La realtà di violenze e totalitarismi non si cancella a colpi di cipria, svendendo i valori dello sport. A ricordarcelo ci sono iniziative di sport sociale e per tutti come la Corsa di Miguel, che da appuntamento domenica mattina a Roma, in nome di un desaparecido argentino, Miguel Sanchez, poeta e maratoneta che nel 1978 fu strappato alla famiglia e ucciso dagli squadroni della morte.

Sentiamo Valerio Piccioni, giornalista e ideatore della manifestazione

La Corsa di Miguel è un esercizio di memoria come ci ricorda Simone Menichetti, presidente Uisp Roma che organizza la manifestazione al fianco del Club atletico centrale e con la collaborazione di Aics

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