Bentornati all’ascolto del Grs week da Giovanna Carnevale.
La famiglia Regeni continua a chiedere verità sull’uccisione del ricercatore trovato senza vita vicino al Cairo lo scorso 3 febbraio. L’autopsia effettuata sul corpo ha confermato che Giulio è stato torturato per sette giorni ma il caso rimane aperto, con il coinvolgimento degli organi di Stato egiziani ancora non accertato. L’ondata di arresti che si è verificata nelle ultime settimane nel paese nordafricano ha fatto emergere nuovi elementi di inquietudine. In manette è finito anche il consulente della famiglia Regeni, presidente di una ong egiziana e diversi giornalisti. Ma facciamo il punto con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
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Il caso Regeni porta quindi all’attenzione internazionale un Paese in cui la violazione dei diritti umani e della libertà di stampa è divenuta una costante da molto tempo, come ci spiega Eleonora Vio, giornalista freelance che per anni ha vissuto in Egitto e co-fondatrice di Nawart Press.
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E per dire “no” alla sistematica repressione che colpisce non solo la stampa, ma anche la ricerca, come ha dimostrato il caso Regeni, il cinema, la poesia e l’arte in generale, il 2 maggio si terranno a Roma, dalle 10 alle 13 dei presidi davanti le ambasciate di Egitto, Iran e Turchia. Una mobilitazione per chiedere che venga tutelata la libertà ad esprimersi, a informare ed essere informati. Un diritto sotto attacco in tutto il mondo, compresa l’Italia.