Falcone, Borsellino e il biennio nero delle stragi: dopo 33 anni ancora verità nascoste


[Intro: Queste sono le parole del direttore dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv: nei Campi Flegrei continuano scosse che arrivano e superano la magnitudo 4 mettendo in costante allarme la popolazione.  Questa è Ad Alta Velocità oggi 21 luglio 2025: nello stesso giorno del 2001 a Genova si svolge l’ultima manifestazione anti-G8 tra guerriglia e scontri che culminano con l’assalto della polizia nella Scuola Diaz dove vengono pestate e ferite 63 delle 93 persone presenti. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di mafie. Il 19 luglio è stata ricordata una data cruciale per il nostro Paese: i 33 anni dalla strage di via D’Amelio dove morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorsa con un solo sopravvissuto. A Palermo si è tenuta la manifestazione per tenera viva una memoria che sa di presente perché di quelle trame, della trattativa Stato-Mafia restano punti oscuri e nomi che non sono venuti alla luce su una stagione di bombe e progetti eversivi iniziata due mesi prima con un’altra strage, quella di Capaci, e continuata nel 1993 con bombe e morte a Firenze, Milano e Roma. Solo l’ultima bomba, la peggiore per il carico di morte che poteva scatenare, non esplose: quella davanti allo stadio Olimpico nel gennaio 1994 durante il derby Roma-Lazio.

Tante domande, poche risposte e l’attualità di un potere che affonda radici in quel biennio nero della Repubblica. Ascoltiamo le parole di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato e animatore del movimento Agende Rosse.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale