Gaza, la strage dei giornalisti: basta sangue sui nostri giubbotti, staffetta di No Bavaglio


 

[Intro: Questo è il suono delle fiamme che hanno fatto crollare il tetto della facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Evacuati studenti e professori, fortunatamente non ci sono feriti. Questa è Ad Alta Velocità oggi 5 giugno 2025: nello stesso giorno del 1989 durante la Protesta di piazza Tienanmen, il Rivoltoso Sconosciuto si para davanti ai carri armati per bloccarli: diventerà il simbolo della rivolta. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di Gaza e di diritto all’informazione. A Montecitorio è iniziata la staffetta #BastaSangueSuiNostriGiubbotti: giornalisti, operatori e videomaker in presidio permanente in solidarietà ai colleghi palestinesi per leggere i loro nomi e per chiedere stop al Memorandum di Intesa Italia-Israele. L’iniziativa è promossa dalla Rete No Bavaglio con Articolo 21 e vede l’adesione della Fnsi, dell’Ordine dei giornalisti e di tanti giornalisti e giornaliste.

I reporter uccisi dalle bombe israeliane sono oltre 230 per un dato che è in costante aggiornamento. La Striscia è diventata un’enclave di morte per chi vuole fare informazione e non è assolutamente al sicuro se non nel mirino dell’esercito israeliano che vuole evitare qualsiasi occhio e telecamera sul genocidio in corso. Ascoltiamo il giornalista Marino Bisso della Rete No Bavaglio.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale