Il Paese sta andando fuori di testa.
Nel 2020 in Italia l’indice di salute mentale assume il valore di 68,8. Rispetto al 2019, peggiora la situazione delle persone di 75 anni e più di entrambi i generi e delle persone sole nella fascia di età 55-64, soprattutto al Nord. È quanto si legge nel Rapporto Benessere equo sostenibile dell’Istat, che spiega come l’indice di salute mentale peggiora anche tra le giovani donne di 20-24 anni e in alcune regioni come Lombardia, Piemonte e Campania che, insieme al Molise, presentano i valori più bassi.
Il rapporto fotografa il quadro delle gravi conseguenze sociali dovute al Covid. Rispetto al decennio precedente è arretrata la speranza di vita di almeno 1 anno. L’8% dei ragazzi è escluso dalla dad, il 23% tra i disabili. Nel 2020 il 28,8% delle famiglie ha dichiarato un peggioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente, dal 25,8% del 2019.
A percepire una condizione economica in peggioramento sono state soprattutto le famiglie con 3 o più componenti, le persone sole sotto i 65 anni e le famiglie dove vive almeno un minore. Più tutelate le famiglie dove il grado di istruzione risulta più elevato.
La salute non è solo una condizione biologica ma anche mentale e sociale. Tenerle separate significa commettere un errore gravissimo.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale