Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.
E’ un’estate calda quella che ha portato sulle nostre coste circa 12mila persone negli ultimi giorni, oltre 80mila dall’inizio dell’anno. Numeri che raccontano di vite umane in pericolo, di un dramma collettivo che si rinnova e che dal Mediterraneo coinvolge un’Europa che non può più voltarsi dall’altra parte.
Nel tentativo di arginare gli sbarchi e costringere gli altri paesi a fare la propria parte, nei giorni scorsi il governo ha avanzato l’ipotesi di chiudere i porti italiani alle navi delle ong internazionali che aiutano i migranti. Una presa di posizione, contraria alle regole del mare, che ha scatenato molte critiche tra le organizzazioni impegnate nel soccorso e nell’accoglienza.
Secondo il Forum nazionale del Terzo Settore, si tratta di misure inaccettabili, che contraddicono i più elementari obblighi di assistenza e solidarietà. Ascoltiamo la portavoce Claudia Fiaschi.
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A Tallinn, il vertice informale dei ministri dell’Interno ha bocciato la proposta italiana di condividere con altri Stati l’accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo: l’ennesimo segnale di divisione su un tema di importanza cruciale.
Secondo un recente rapporto di Amnesty International, le politiche europee di chiusura e respingimento sono strettamente collegate all’aumento dei morti nel Mediterraneo centrale e alle violenze praticate nei centri di detenzione della Libia.
Le organizzazioni umanitarie non vogliono essere escluse e chiedono di essere parte di un cambiamento di prospettiva che modifichi le politiche di gestione dei flussi migratori.
Ascoltiamo l’intervento di Silvia Stilli, Portavoce AOI, intervenuta durante i Mondiali Antirazzisti in corso in questi giorni a Castelfranco Emilia.
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