“Borse sport”


L’UsAcli di Bologna scende in campo contro la povertà educativa. Ad un anno dalla nascita le Borse sport hanno aiutato 50 famiglie in difficoltà a far praticare uno sport ai propri figli, anticipando la misura dei voucher sportivi, introdotta dalla Regione Emilia-Romagna. L’idea è nata dalla consapevolezza che di fronte alle difficoltà economiche, la prima rinuncia era quella della pratica sportiva.

Lo ricorda Filippo Diaco, membro di presidenza dell’Unione Sportiva Acli nazionale e presidente provinciale delle Acli di Bologna, nel corso di una conferenza stampa sull’iniziativa. “In questo anno, le Acli hanno permesso a quasi 50 famiglie di far praticare uno sport ai propri figli, gratuitamente”. Il presidente ha spiegato la genesi dell’idea. “L’idea ci è venuta perché, incontrando i cittadini nei nostri uffici di Caf e Patronato, ma anche dialogando con le famiglie i cui figli frequentano le attività di doposcuola e centri estivi delle Acli, regolarmente ci veniva detto che, di fronte alle difficoltà economiche, la prima rinuncia era quella della pratica sportiva”.

A oggi hanno aderito al progetto, oltre alla Reno Rugby, anche due società sportive che si occupano di calcio, la Idea Calcio 2000 e la Libertas Ghepard Calcio 1974. “Il progetto proseguirà, ampliandosi con l’adesione di nuove società sportive – continua Diaco –, dal momento che non si sovrappone ai benefit previsti dalla Regione. Gli inserimenti dei ragazzi avvengono sia su segnalazione dei servizi sociali dei Quartieri, sia attraverso una rete informale di associazioni e parrocchie”. Lo scopo indicato “non è soltanto quello di contrastare le conseguenze della fragilità economica delle famiglie, ma, in primo luogo, quelle della cosiddetta ‘povertà educativa’ ”. “Vogliamo sostenere le famiglie nel loro difficile compito educativo, soprattutto in questo momento”.