Premio “Beppe Viola” – Sono stati assegnati ieri a Roma, in una serata dedicata alla lotta alla violenza di genere, i premi promossi dall’Associazione Beppe Viola, in collaborazione con l’AiCS. Anche quest’anno protagonisti sono stati calciatori, allenatori, manager sportivi e operatori della comunicazione.
Bentegodi di Verona, uomini e donne in campo nello stesso stadio
Stesso stadio, stesso pubblico – Ieri, per la prima volta, uomini e donne hanno giocato a calcio nello stesso stadio. È successo al Bentegodi di Verona, dove le due squadre dell’Hellas sono scese in campo una dopo l’altra e il pubblico ha potuto assistere con lo stesso biglietto ad entrambi gli incontri.
L’incredulità delle giocatrici all’annuncio del presidente Italo Zanzi è quella di chi vede realizzare il proprio sogno: giocare davanti a un grande pubblico, in un grande stadio teatro di uno scudetto leggendario. Dopo Verona-Parma di Serie A di calcio, che si è giocata alle 12.30, con lo stesso biglietto i tifosi hanno potuto assistere a Verona-Res Roma di Serie B femminile. Un double header, doppia partita, mai organizzato finora in Italia.
Dal ’68 a oggi la Serie A di calcio femminile ha visto la partecipazione di ben sei squadre veronesi, con otto scudetti vinti, cinque custoditi nella bacheca dell’Hellas. Le atlete che hanno fatto la storia di questo sport in Italia sono passate da qui. Da quattro stagioni la squadra milita in Serie B, dove giocano anche il Verona e il Vicenza.
Parte da Napoli Differenze 2.0: nelle scuole lo sport contro la violenza di genere
Nomi e cognomi – È partito da Napoli il viaggio di Differenze 2.0. Nelle scuole di sette città lo sport diventa strumento contro la violenza di genere. Il servizio di Elena Fiorani.
Quello di Noemi Riccardi, 23enne uccisa mercoledì dal fratello in provincia di Napoli, è stato il primo nome ricordato ieri a Ponticelli, nel flash mob organizzato da Uisp Campania nell’istituto superiore Sannino De Cillis. L’iniziativa è stata la prima di una serie che culminerà nella giornata del 25 novembre, quando studenti e studentesse delle scuole coinvolte nel progetto Differenze 2.0 saranno protagonisti di eventi tesi a costruire insieme una cultura del rispetto, dell’inclusione e della parità. Il progetto porta nelle scuole laboratori sperimentali di educazione di genere per prevenire e contrastare la violenza maschile sulle donne, utilizzando l’attività fisica e motoria come linguaggio condiviso.
Aics porta in campo la parità di genere sui campi da padel italiani
Parete di genere – È l’evento sportivo di sensibilizzazione organizzato da Aics che sabato mattina porterà sui campi da padel di tutta Italia il tema della parità di genere e la promozione dello sport come leva contro ogni forma di violenza. In campo 1.100 atleti di ogni età, uomini e donne.
Perché la violenza di genere sia davvero superata serve un cambio culturale che passi da prevenzione, sensibilizzazione, formazione. AiCS – Associazione italiana cultura sport, tra i più noti e storici enti di promozione sportiva e sociale del Paese, lo sa bene e da tempo, attraverso la sua Commissione nazionale di parità lavora in tal senso per promuovere pari opportunità, sia nella rappresentanza politica che in quella dei soci. Nel 2024, i dati degli associati parlano infatti di un sorpasso: oggi, dell’oltre milione di soci totali (1.100.000, nel dettaglio), il 53% è donna, così come lo è una dirigente su 3 delle circa 10mila associazioni affiliate ad AiCS.
In vista del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere, AiCS promuove sia eventi sportivi che di sensibilizzazione e dà il via a un progetto di formazione nazionale volto ad abbattere le barriere di genere nello sport.
“Parete di genere” e Catch ‘n Serve Ball
Quello tra il 20 e il 23 novembre sarà tutto un week end dedicato alla lotta alla Violenza. Da domani a domenica, AiCS celebra a Salsomaggiore Terme l’evento nazionale “Donne e sport”, che unisce confronti, formazione sportiva al campionato nazionale di Catch’N Serve Ball, mix tra pallavolo e palla rilanciata, aperto a donne e uomini over 35 in ottica inclusiva e paritaria. E’ uno sport “dolce” – a basso impatto aerobico – che ha come obiettivo quello di portare sul campo da gioco persone adulte che hanno abbandonato lo sport da giovani o che, lo sport, non l’hanno fatto mai. L’evento gode del finanziamento del Ministro dello sport e dei giovani, e del sostegno della Regione Emilia Romagna. Vi partecipano in tutto 350 atleti.
E’ invece un flash mob nazionale “Parete di genere”, incontro di padel che, sabato 22 novembre dalle 10 in contemporanea in 50 circoli di padel sparsi in 17 province diverse e di tutta Italia, porterà sul campo circa 1.100 atleti di ogni età – uomini e donne. La battuta di inizio si giocherà all’X4 Padel Club di Ostia che, dalle 9, ospiterà anche il talk nazionale sul rapporto tra sport, salute femminile e violenza. Il talk – trasmesso in diretta streaming sui canali social AiCS (@aicsdn) – sarà aperto dal presidente nazionale di AiCS Bruno Molea e dalla presidente della commissione di parità di AiCS, Viviana Neri. Presenti anche: Marta Bonafoni, Coordinatrice nazionale della segreteria del Pd, con delega al Terzo Settore e ai rapporti con le associazioni; Sasha Damiani, medica-chirurga e specialista per Peer, Salute femminile; Filippo Tiberia, responsabile Sport AiCS nazionale. I lavori saranno moderati dall’avvocata Ester di Napoli, componente della Commissione nazionale di parità e responsabile dell’Area infanzia e adolescenza del dipartimento Terzo Settore di AiCS.
Formazione sportiva sulla salute femminile
Nel corso del talk che aprirà Parete di genere, sarà presentato anche il nuovo progetto innovativo di formazione sportiva di AiCS che, da gennaio, inserirà nei suoi programmi di formazione per allenatori e tecnici sportivi un modulo specifico di Salute femminile, dall’età puberale alla menopausa.
Speciale di SportivaMente Tv
Ma il week end di sensibilizzazione non si fermerà sui campi da gioco. Per meglio raccontare il ruolo dello sport nella lotta alla violenza e per accogliere altri enti del Terzo Settore attivi nell’accoglienza delle donne vittima di violenza, AiCS dedicherà al tema la puntata di SportivaMente Tv di sabato 22 novembre. Alle 18.30 su DonnaTv (Canale 62), andrà in onda lo speciale “Che GENERE di sport vogliamo”, 45 minuti di talk che porterà in studio buone pratiche di prevenzione in ambito sportivo (come il Safeguarding) e darà voce a Telefono Rosa, la prima associazione italiana al fianco di donne e minori.
Premio AiCS di cultura sportiva “Beppe Viola”
Chiuderà la 4 giorni di celebrazioni, il Premio AiCS di Cultura sportiva “Beppe Viola” che lunedì 24 novembre alle 17 nel salone d’onore del CONI a Roma celebrerà gli sportivi, le sportive, le manager dello sport e i giornalisti e le giornaliste che hanno saputo utilizzare lo sport come leva di socialità, regole di fair play e inclusione. Tra i premiati, la giornalista della Gazzetta dello Sport ELISABETTA ESPOSITO, MANUELA OLIVIERI, fondatrice della Fondazione Pietro Mennea, DIANA BIANCHEDI, Chief Strategy, planning & Lagcy Officer della Fondazione MilanoCortina 2026.
La Nazionale maschile palestinese torna in campo a Bilbao tra applausi e solidarietà
Palla al centro – La Nazionale maschile palestinese ha fatto il suo ritorno in campo a Bilbao, dove ha incontrato la selezione dei Paesi Baschi. La squadra non giocava in Europa dal 2009. Ad attendere i 26 giocatori un abbraccio collettivo di applausi, coraggio e solidarietà.
Quando sabato 15 novembre la Nazionale maschile palestinese ha fatto il suo ingresso in campo a Bilbao per sfidare la selezione dei Paesi Baschi, i riflettori sono tornati ad accendersi sul genocidio che continua a consumarsi a Gaza. Ad attendere i 26 giocatori convocati dal cittì Ehab Abu Jazar non sono stati il fragore delle esplosioni né il silenzio della devastazione, ma un abbraccio collettivo di applausi, coraggio e solidarietà: sugli spalti del San Mamés si è assistito alla più imponente affluenza di sempre per una gara casalinga della rappresentativa basca.
In appena tre settimane dall’apertura delle vendite, sono stati staccati oltre 50mila biglietti, accendendo l’attesa per una sfida in cui sono scese in campo alcune delle figure più note del calcio basco, come il centrocampista dell’Udinese Oier Zarraga. Per la Palestina si è trattato di un ritorno storico: non disputava un incontro su suolo europeo dal 2009, quando affrontò il Brussels Fc per celebrare i sessant’anni dell’Agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa).
Il 3-0 per i padroni di casa, quindi, non ha scalfito quello che Yasser Hamed, difensore palestinese nato e cresciuto nei Paesi Baschi, ha definito come «uno dei momenti più emozionanti della mia vita». E questo viaggio in Spagna avrà un secondo capitolo: martedì 18 novembre allo Stadio Olimpico Lluís Companys di Barcellona, la Palestina sfiderà la Nazionale della Catalogna, trasformando il proprio passaggio in Europa in un inno alla resistenza e alla memoria.
Dal campo alla mobilitazione globale
Del resto, uno degli obiettivi di questa tournée è ricordare le circa 70mila vittime del massacro che continua a colpire Gaza. Molti di coloro che avrebbero potuto indossare oggi la maglia della selezione palestinese – o che sognavano di farlo un giorno – non ci sono più. Secondo i dati forniti dalla Federcalcio palestinese, a partire dal 7 ottobre di due anni fa, 421 calciatori, tra cui 103 bambini, sono stati uccisi o lasciati morire di fame dall’esercito israeliano nella Striscia.
Un bilancio stimato all’indomani della morte di Suleiman Al-Obeid, soprannominato il “Pelé palestinese”, ucciso il 6 agosto durante un attacco che ha colpito persone in fila per ricevere cibo. Oggi quel bilancio potrebbe essersi ulteriormente aggravato ed è anche per rendere loro omaggio che la Federcalcio basca ha voluto organizzare questa amichevole. Nel caso della gara di Barcellona, invece, pur contando sul pieno sostegno della Federazione catalana, l’idea della partita è nata dalla coalizione “Basta complicità con Israele” (CPCI), un coordinamento di 21 movimenti sociali, collettivi e associazioni impegnati a rompere la complicità delle istituzioni e delle imprese catalane nella violazione dei diritti del popolo palestinese.
La coalizione è la principale piattaforma di mobilitazione della società catalana e tra i suoi successi più significativi figura la campagna che, nel 2023, ha portato alla sospensione del gemellaggio tra le città di Barcellona e Tel Aviv. Insieme alle principali organizzazioni palestinesi per i diritti umani e a un’ampia rete di associazioni europee, la coalizione ha preparato una campagna di mobilitazione globale chiamata Act X Palestine, che include tra i vari eventi anche l’amichevole tra Catalogna e Palestina.
In questa iniziativa c’è anche un po’ d’Italia, grazie al contributo di Arci e Un Ponte Per e al fatto che il presidente della coalizione, Luca Gervasoni, è nato a Saronno da padre bergamasco. Gervasoni, che ha vissuto cinque anni in Palestina collaborando anche con l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini, ha spiegato che l’opportunità di lanciare la campagna e organizzare l’amichevole ha trovato uno slancio ulteriore con il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre scorso. «Seppur Israele abbia violato ripetutamente l’accordo, ora ci sono più possibilità di inviare aiuti umanitari a Gaza – ha detto – e abbiamo ritenuto che fosse il momento di esercitare maggiore pressione a livello europeo e organizzare grandi eventi capaci di raccogliere contributi dalla gente e destinarli alla Palestina».
Tutti i proventi della partita e della campagna, dunque, saranno indirizzati direttamente a sostenere le necessità del popolo palestinese attraverso tre linee di azione: aiuti umanitari e ricostruzione a Gaza, giustizia e fine dell’impunità, e cultura come forma di resistenza. Il programma completo di Act X Palestine è stato annunciato sabato in occasione dell’evento di lancio. Tutte le attenzioni, però, sono inevitabilmente concentrate sulla partita di martedì, che vedrà la partecipazione di diversi calciatori della massima divisione spagnola, tra cui Marc Bernal del Barcellona e Àlex Moreno del Girona.
Le partite sulle tv palestinesi
«Vogliamo estendere la solidarietà con la Palestina attraverso lo sport più popolare al mondo», ha spiegato Gervasoni, sottolineando l’importanza di farlo allo Stadio Olimpico di Barcellona. L’impianto, meglio noto come Montjuïc, ospitò le Olimpiadi popolari del 1936, evento sportivo antifascista ideato per contrapporsi ai Giochi Olimpici di Berlino organizzati dalla Germania nazista. «Utilizzare lo sport per promuovere pace e solidarietà è tra le cose più significative che abbia mai visto nella mia vita di attivista – ha aggiunto – e vogliamo che l’amichevole tra Catalogna e Palestina si inserisca in questa tradizione».
Il calcio non è visto solo come uno strumento per diffondere pace e solidarietà, ma anche come veicolo per restituire dignità a una popolazione sotto occupazione. «La partita sarà trasmessa anche dalle televisioni palestinesi. Dare ai palestinesi l’opportunità di vedere la propria Nazionale sul campo attualmente utilizzato dal Barcellona rappresenta un messaggio di speranza», ha detto Gervasoni.
Tutto ciò è favorito dal clima politico e sociale che si respira in Spagna. Tra i governi occidentali, quello di Pedro Sánchez è tra i più vicini alla causa palestinese e ha assunto un ruolo da capofila nel riconoscimento dello Stato palestinese all’Onu. A settembre, inoltre, il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato un decreto legge che, secondo il governo, dovrebbe consolidare l’embargo totale sulle armi verso Israele. Non è un caso che sempre in Spagna si sia registrata la forma di opposizione più decisa contro un evento sportivo che coinvolgesse atleti o squadre israeliane: attivisti pro-Palestina hanno infatti causato l’annullamento dell’ultima tappa della Vuelta a Madrid interrompendo il passaggio dei ciclisti.
Il giorno dopo Catalogna-Palestina, a Badalona, sono previste proteste volte a impedire lo svolgimento della partita di Champions League di basket tra il Joventut e la squadra israeliana dell’Hapoel Holon. Gervasoni, però, non teme che l’amichevole possa degenerare in violenza. «Le autorità locali non l’hanno considerata una partita ad alto rischio», ha affermato. «A Barcellona, così come in tutta la Catalogna, il supporto al popolo palestinese è ampio e diffuso. Non la vivremo come una normale partita di calcio. Vogliamo che sia un momento di ritrovo familiare per offrire un’immagine di solidarietà per tutta la Palestina».
Progetto Sardinia Dakar: acqua e inclusione per il Senegal
Sardinia Dakar – È l’iniziativa organizzata dalla Federazione Italiana Nuoto, insieme a Progetto AlbatroSS e Aquatic Team Freedom per fornire supporto concreto a persone con disabilità in Senegal e promuovere la cultura dell’acqua, essenziale per prevenire incidenti come gli annegamenti.
A partire dal 20 novembre, un pulmino partirà da Porto Torres, pronto a percorrere oltre 5.000 chilometri fino a Dakar.
Un ponte culturale e sportivo
Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di cooperazione internazionale, supportato dal Ministero degli Affari Esteri e in linea con gli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa.
La missione non si limita solo alla donazione di beni materiali, ma si propone di costruire un dialogo duraturo tra le comunità italiane e senegalesi. Infatti, il viaggio toccherà diverse tappe nei vari Paesi attraversati, dove la delegazione avrà l’opportunità di incontrare rappresentanti istituzionali e sportivi locali.
Un carico di speranza e opportunità
A bordo del pulmino, troveranno spazio non solo carrozzine dismesse ma ancora funzionanti, ma anche materiale scolastico e attrezzature per il nuoto. Questa azione non è solo un gesto simbolico; rappresenta un vero e proprio messaggio di amicizia e solidarietà tra i popoli. Le donazioni includeranno anche sedie job, utili per facilitare l’ingresso in acqua delle persone con disabilità, e attrezzature destinate a centri di riabilitazione senegalesi.
La sicurezza acquatica come priorità
Uno degli aspetti fondamentali del progetto è la promozione della cultura dell’acqua, essenziale per prevenire incidenti come gli annegamenti, che colpiscono tragicamente circa 200 bambini all’anno in Senegal. Per affrontare questa problematica, il progetto include attività di formazione per formare istruttori di nuoto e bagnini, affinché possano insegnare competenze vitali ai giovani senegalesi.
Un impegno condiviso
Il progetto Sardinia Dakar non è solo un’iniziativa della Federazione Italiana Nuoto, ma coinvolge anche vari enti e istituzioni, tra cui la Regione Autonoma della Sardegna, i Comuni di Alghero, Porto Torres, Sassari e Sennori, e il Comitato Italiano Paralimpico Sardegna. Grazie a questo sostegno, è stato possibile raccogliere un numero significativo di carrozzine e attrezzature necessarie per migliorare la qualità della vita delle persone disabili in Senegal.
Un futuro di speranza e opportunità
Il viaggio verso Dakar non è solo una semplice missione di aiuto, ma una vera e propria celebrazione di valori condivisi. La Federazione Italiana Nuoto, infatti, mira a creare opportunità per i giovani senegalesi, contribuendo alla loro crescita attraverso lo sport. La presenza di atleti e rappresentanti locali, come Luca Dotto e Alessandra Sensini, durante eventi come il Business Forum ICE, sottolinea l’importanza di unire le forze per un obiettivo comune.
Infine, il progetto Sardinia Dakar rappresenta un esempio concreto di come lo sport possa fungere da veicolo per il dialogo interculturale e la cooperazione internazionale. Attraverso questa iniziativa, la Sardegna e il Senegal non solo si avvicinano fisicamente, ma si uniscono anche in un percorso di crescita e sviluppo umano. La speranza è che questo viaggio possa aprire la strada a futuri progetti e collaborazioni, sempre più solidi e significativi.
Muoviti che ti passa: il progetto che offre lezioni sportive gratuite nei parchi di Roma
Muoviti che ti passa – Rendere lo sport davvero accessibile a tutti, trasformandolo da «lusso» a diritto concreto. È l’obiettivo del progetto che a Roma metterà a disposizione lezioni sportive gratuite nei parchi di tutti i municipi della Capitale, con istruttori e allenatori professionisti pagati dal Campidoglio, grazie ad accordi con il Coni e gli enti di promozione sportiva.
Annunciato dall’assessore ai Grandi eventi, sport, turismo e moda Alessandro Onorato durante il primo convegno dell’associazione culturale Viva Roma Sempre, da lui stesso animata. L’iniziativa è stata presentata al Social Hub, davanti a un pubblico variegato e a ospiti d’eccezione come la campionessa paralimpica Bebe Vio, l’ex calciatore Hernanes e un videomessaggio del calciatore della Roma Edoardo Bove.
Rendere lo sport davvero accessibile a tutti, trasformandolo da «lusso» a diritto concreto. È l’obiettivo di «Muoviti che ti passa», il progetto annunciato dall’assessore ai Grandi eventi, sport, turismo e moda Alessandro Onorato durante il primo convegno dell’associazione culturale Viva Roma Sempre, da lui stesso animata. L’iniziativa è stata presentata al Social Hub, davanti a un pubblico variegato e a ospiti d’eccezione come la campionessa paralimpica Bebe Vio, l’ex calciatore Hernanes e un videomessaggio del calciatore della Roma Edoardo Bove.
La proposta
Il progetto prevede lezioni sportive gratuite nei parchi di tutti i municipi della Capitale, con istruttori e allenatori professionisti pagati dal Campidoglio, grazie ad accordi con il Coni e gli enti di promozione sportiva. L’iniziativa punta a dare una risposta concreta alle difficoltà di gran parte della popolazione italiana: secondo l’ultimo rapporto Istat, il 62 per cento degli italiani non pratica attività fisica.
Un tassello che può cambiare la vita
«Lo sport ha un valore fondamentale e tutti, indipendentemente dall’età, devono praticarlo. Però – spiega Onorato – oggi è un lusso, non è un diritto concreto, reale, come dice la Costituzione. Alle tante iniziative che stiamo mettendo in pratica per renderlo davvero a portata di tutti, penso ai voucher sportivi per ragazze e ragazzi; ai nuovi impianti dove si svolgerà sport a prezzi calmierati; ai nuovi playground pubblici che stiamo costruendo, vogliamo aggiungere un altro tassello che può cambiare la vita di tanti romani: la possibilità di praticare sport, gratuitamente, in 5 parchi di ogni municipio di Roma seguiti da istruttori professionisti e preparati che pagherebbe Roma Capitale, tramite accordi con il Coni e con tutti gli enti di promozione sportiva».
La dimensione sociale dell’iniziativa
Onorato ha insistito anche sulla dimensione sociale dell’iniziativa: «Immaginate una persona anziana, ma anche una mamma o un papà che non riescono per motivi di tempo e di soldi a fare sport regolarmente in palestra o in un circolo. Con il progetto “Muoviti che ti passa” possono scegliere un parco vicino casa, senza pagare abbonamenti, e frequentare una lezione all’aria aperta. I benefici sarebbero enormi, sia a livello fisico, sociale che mentale e psicologico. Vogliamo sperimentare questo progetto, sicuri che possa essere una vera rivoluzione».
Il Cio verso lo stop alle atlete transgender nelle gare femminili
Vengo anch’io, no tu no. Il Cio chiude alle atlete transgender nelle gare femminili. Il servizio è di Elena Fiorani.
Si profila una svolta dopo le polemiche sorte durante le Olimpiadi di Parigi 2024. Il Comitato Olimpico Internazionale, infatti, potrebbe introdurre nuove linee guida che vietano la partecipazione delle atlete transgender alle competizioni femminili in tutte le discipline. Il Cio, in una nota, ha precisato che “il gruppo di lavoro sta proseguendo le discussioni su questo argomento e non è stata ancora presa alcuna decisione”. Il tema è stato affrontato anche durante la campagna elettorale della presidente del Cio Kirsty Coventry, che ha dichiarato a gennaio al Telegraph Sport di essere favorevole a un divieto assoluto e, dopo aver conquistato la presidenza a marzo, ha commissionato una revisione che valutasse i vantaggi fisici permanenti dell’essere nati maschi. La decisione finale non è ancora arrivata, ma il percorso sembra ormai tracciato.
Strade insicure per i ciclisti: il Politecnico di Milano mappa le vittime
La mappatura della strage – In Italia quella dei ciclisti è una strage silenziosa. Solo quest’anno sono già 174 le vittime. Il Politecnico di Milano ha realizzato l’Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta, la più completa mappatura mai prodotta nel Paese.
Secondo i dati dell’Osservatorio Ciclisti Asaps–Sapidata dal 1° gennaio al 26 ottobre 2025 risultano 192 ciclisti deceduti sulle nostre strade. Sono 174 uomini e 18 donne. Numeri che raccontano la pericolosità di un sistema stradale che continua a considerare la bicicletta un mezzo di trasporto secondario anziché un diritto di mobilità da tutelare.
A fronte di questa realtà non bastano più denunce o appelli. Servono strumenti per capire, prevenire e intervenire. Con questo spirito è stato realizzato l’Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta, la più completa mappatura dell’incidentalità ciclistica mai realizzata in Italia, a cura del Politecnico di Milano che lo ha da poco presentato.
Frutto di una ricerca condotta dal Competence centre on anti-fragile territories – Craft del Politecnico, l’Atlante analizza e geolocalizza i dati Istat sugli incidenti ciclistici dal 2014 al 2023, offrendo per la prima volta una visione precisa e accessibile comune per comune di dove, come e quando accadono gli incidenti. A guidare il progetto Paolo Bozzuto, docente del Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico, insieme ai professori Emilio Guastamacchia, Fabio Manfredini e Shidsa Zarei.
«La ricerca è nata quasi come una reazione civile alle continue notizie di incidenti e morti in bicicletta degli ultimi anni», spiega Fabio Manfredini, «con i colleghi ci siamo chiesti se fosse possibile conoscere meglio il fenomeno, capire dove e perché accade e offrire strumenti concreti alle amministrazioni. Perché come Dipartimento di architettura e studi urbani ci occupiamo di costruire quadri conoscitivi utili per orientare le politiche pubbliche».
Women’s Forum di Parigi: lo sport femminile chiede pari visibilità
Il coraggio delle donne. Al Women’s forum di Parigi si è parlato anche di sport, veicolo di emancipazione che però ha ancora sfide significative da affrontare. “Lo sport femminile non riceve l’attenzione di quello maschile, e non c’è motivo per cui debba essere così.
Quest’anno si è svolta la ventesima edizione del Forum delle donne a Parigi. Leader e atlete riuniti a Parigi parlando di empowerment al Women’s forum. Coraggio è la parola dell’edizione 2025 Il coraggio è stato il tema della 20esima edizione del Forum delle donne per l’economia e la società che si è tenuto questa settimana a Parigi. Giovedì e venerdì, leader d’azienda, atleti, attivisti e politici si sono riuniti per discutere di uguaglianza, empowerment e delle persistenti violenze e discriminazioni che colpiscono le donne in tutti i settori della vita. Dal 2005, il Forum offre alle donne una piattaforma indipendente per lo scambio di idee su questioni economiche e sociali. Quest’anno ha evidenziato i progressi compiuti e la strada ancora da percorrere.
Crediti foto: Women’s Forum/ Prodigious




