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Scampia, inaugurato un campo da calcio realizzato con pacchetti vuoti di patatine e imballaggi riciclati


Sostenibile e inclusivo

Inaugurato a Scampia un campo da calcio realizzato con pacchetti vuoti di patatine e imballaggi riciclati. La struttura sportiva accoglierà i giovani del quartiere ed organizzerà attività sociali ed educative: in programma iniziative che che coinvolgeranno oltre 120 partecipanti a settimana.


Al via a Scampia l’inaugurazione di un campo da calcio responsabile, realizzato con imballaggi riciclati tra cui pacchetti vuoti di patatine. Una struttura sportiva, che accoglierà i giovani del quartiere napoletano; ma anche un centro di aggregazione, che organizzerà attività sociali ed educative sul territorio: sono previsti diversi programmi, che coinvolgeranno oltre 120 partecipanti a settimana, dedicati alla promozione di sport, inclusione, equità di genere ed empowerment della comunità, con l’obiettivo di incoraggiare la partecipazione attiva.

L’iniziativa rappresenta la seconda tappa italiana del progetto Lay’s RePlay, in collaborazione con Uefa Foundation for Children e Common Goal: un altro impianto era stato aperto a Torino nel maggio 2022, nella Casa del Quartiere Cecchi Point.

Il campo da calcio a cinque di Scampia è stato realizzato utilizzando erba artificiale e substrati interamente riutilizzabili, grazie a Ecocept, un prodotto performante derivato dalla compressione di plastica e gomma riciclata. Il manto erboso e lo ‘shockpad’ sono inoltre riciclabili alla fine del loro ciclo di vita.

“I campi da calcio Lay’s Replay, realizzati dal nostro partner Greenfields, hanno un impatto ambientale significativamente inferiore rispetto ad altre strutture simili in erba sintetica. Vengono infatti utilizzati imballaggi riciclati tra cui i sacchetti di patatine, che vengono lavati, triturati e convertiti in trucioli che formano uno strato progettato per essere riciclato al 100% al termine del suo ciclo di vita, di circa 10 anni“, spiega Marcello Pincelli, ad di PepsiCo Italia. E aggiunge: “Questo processo riduce significativamente le microplastiche (quasi zero) ed evita l’uso di pari quantità di polipropilene vergine, oltre a far risparmiare, sempre rispetto al normale campo in erba sintetica 3G, fra le 112 e le 128 tonnellate di CO2e all’anno, equivalente a togliere circa 28 auto all’anno dalla circolazione”.

Centri simili sono stati costruiti in diverse parti del mondo, tra cui Sudafrica, Regno Unito, Brasile, Messico, Egitto e Stati Uniti. In Italia si tratta della seconda apertura: prima dello Scampia Stadium, realizzato nel parco Ciro Esposito, la struttura di Lay’s RePlay aperta a Torino è stata utilizzata più di 20.000 volte, fornendo 1.225 ore di attività sportive e corsi di formazione per i partecipanti e 213 ore di eventi e attività speciali dedicate alla comunità.

Nel complesso, finora i sette campi da calcio di questo progetto, situati in zone svantaggiate, sono stati usati 250.000 volte, con oltre 5.600 ore dedicate alla programmazione, all’uso delle strutture e all’organizzazione di eventi speciali per le relative comunità. Inoltre, la costruzione di questi campi ha coinvolto nelle attività anche fornitori locali, in modo da promuovere lo sviluppo dell’economia di prossimità e di ridurre le emissioni legate ai trasporti: in particolare, circa il 60% dei finanziamenti per i vari progetti è stata assegnata a un appaltatore locale.

Lo Scampia Stadium sarà inaugurato giovedì 12 ottobre: alla cerimonia per il taglio del nastro è prevista la partecipazione del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dell’ex calciatore italiano e Uefa Legend Ciro Ferrara, del comico con un profondo legame con la sua terra Frank Matano.

“Rendere la gioia dello sport più accessibile a tutti è un obiettivo fondamentale di Lay’s RePlay – dichiara Pincelli – Questo progetto incarna la trasformazione e la sostenibilità, passando dalla riutilizzazione dei pacchetti vuoti di patatine alla creazione di campi da calcio donati alle comunità locali. L’obiettivo è unire la passione per lo sport, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente per favorire un impatto positivo a 360° gradi”.

Nel corso della giornata di inaugurazione ci sarà una performance curata dalla cantautrice Dadà, mentre Ciro Ferrara darà il via a una sessione di Penalty Shootout – tiro di calci di rigore in movimento. A seguire, le attività sul campo promosse da Play For Change: l’organizzazione non governativa internazionale che opera nel settore dello sport coordina il progetto con tre associazioni locali, e ha sviluppato un programma educativo calcistico a lungo termine.

Come sottolinea Valeria Ignarra, direttore di Play for Change Charitable Trust Uk e ceo Play for Change Social Enterprise Italia, l’organizzazione punta a promuovere un cambiamento culturale positivo sul territorio, con attività inclusive per ridurre le disparità economiche e sociali all’interno della comunità e promuovere l’emancipazione sociale per tutte le categorie, comprese le donne e i giovani disabili.

Il quartiere di Scampia è stato scelto per questa iniziativa per sostenere la sua recente fase di rinascita e sviluppo, che è stata avviata grazie a una serie di iniziative promosse dalla Municipalità 8 e da associazioni locali per affrontare questioni come la disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze. “A gestire la nuova struttura saranno le realtà del territorio guidate dall’associazione ‘Ciro vive’ che tanto si è adoperata in questi anni per il riscatto sociale delle nuove generazioni”, fa sapere il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

Il territorio sta attraversando una fase di rigenerazione urbana, con la partecipazione dei residenti al processo di trasformazione culturale, architettonica e sociale dei suoi spazi. Esempi sono “il piano di abbattimento e ricostruzione delle Vele, la prossima riqualificazione del parco Ciro Esposito, la realizzazione di una pista ciclabile e la presenza dell’università Federico II di Napoli”, ricorda il presidente della Municipalità 8 del Comune di Napoli, Nicola Nardella. Il progetto rientra in questo percorso, contribuendo alla creazione di nuovi luoghi di aggregazione per rispondere alle necessità dei giovani e contrastare le fragilità sociali.

La nuova stagione di “Camminate dei musei”: il progetto targato U.S. Acli di Ascoli Piceno e Fermo


Camminate dei musei

Al via la nuova stagione di appuntamenti legati al progetto dell’U.S. Acli di Ascoli Piceno e Fermo, che intende sensibilizzare la cittadinanza a una maggiore partecipazione culturale, oltre a permettere di conoscere meglio le strutture museali del territorio, in particolare quelle fuori dai circuiti turistici.


L’iniziativa “Camminata dei musei” è giunta alla nona edizione e già in passato ha coinvolto le strutture museali della città di Ascoli con ben 34 appuntamenti finora realizzati e centinaia di persone di ogni età coinvolte.

Nel corso degli anni, infatti, sono stati visitati la Pinacoteca Civica, il Museo archeologico, il Forte Malatesta/Museo dell’alto medioevo, il Museo diocesano, il Museo della ceramica, il Museo dell’annunciazione, il Museo Licini, il Museo della Cartiera Papale, il Museo Marcucci, l’Emygdius Museum, il Museo Pimu, strutture che hanno affascinato i presenti provenienti da varie città di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio.

“La nostra iniziativa – dice Sandro Tortella, presidente provinciale U.S. Acli Ascoli Piceno/Fermo – ha finora coinvolto non solo il territorio della città di Ascoli, ma anche quello delle province di Macerata, Teramo, Fermo e Ascoli, con ben 90 iniziative e quasi 3800 presenze. Vogliamo sensibilizzare la cittadinanza a una maggiore partecipazione culturale ed a conoscere meglio le strutture museali del territorio, specie quelle fuori da grandi circuiti turistici. L’Istat ha recentemente evidenziato infatti che metà del flusso dei visitatori italiani dei musei si concentra sull’1% delle strutture trascurando dunque gran parte delle ricchezze dei nostri territori”.

Domenica 22 ottobre sarà realizzata una iniziativa dedicata alla Pinacoteca Civica di Ascoli, nei mesi successivi ne saranno realizzate altre che riguarderanno tutte le strutture museali comunali cittadine.

La partecipazione ai vari eventi è gratuita, grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno, per conoscere le date di svolgimento si possono consultare la pagina Facebook Unione Sportiva Acli Marche, il sito www.cooperativemarche.it oppure inviare un messaggio Whatsapp al numero 3442229927.

Caso scommesse: Mettiamoci in gioco punta il dito contro l’”enorme offerta di azzardo”


Guardare altrove

Il clamore mediatico intorno al nuovo caso scommesse nel calcio italiano, secondo la campagna Mettiamoci in gioco trascura un elemento fondamentale: l’enorme offerta di azzardo, cresciuta esponenzialmente negli ultimi 10 anni. I meccanismi che producono dipendenza sono presenti in tutte le piattaforme di gioco, legali e illegali.


Il comunicato

La vicenda Fagioli e degli altri calciatori che hanno fatto scommesse è accompagnata da un frastuono mediatico che rischia però di non cogliere il vero punto della questione. Per qualcuno si tratta di ragazzini viziati, il padre del calciatore chiama in causa i procuratori, che dovrebbero a suo avviso “mettere in guardia i giovani rispetto ai rischi a cui vanno incontro”, per altri sono invece proprio i genitori che dovrebbero educare meglio i figli. Poi c’è l’immancabile adagio secondo cui il sistema calcio sarebbe marcio, come se fosse una cellula avulsa dal resto della società. I pareri degli esperti, autorevoli psicologi e psichiatri, ci ricordano come il vuoto interiore, talvolta intriso di tinte depressive, sia generato dalle tante tensioni ed aspettative rivolte ad un calciatore e ci dicono come questo venga mitigato in uno spazio di fuga dalla realtà come il gioco d’azzardo.

Tutto vero, tuttavia, a nostro parere, il grande assente in tutte queste analisi che rischiano di guardare il dito e non la luna, è la roboante offerta d’azzardo esistente, sia sulle piattaforme illegali che su quelle legali, dove ci si ammala alla stessa maniera.

Negli ultimi dieci anni il comparto dell’azzardo legale online, completamente ristrutturato, ha avuto un’impennata di mercato senza eguali e le scommesse sportive sono più che raddoppiate. Nel solo 2021 nella fascia d’età 18/24 anni, sono stati aperti 1.360.000 conti di gioco, a cui vanno aggiunti, nella stessa fascia d’età, altri 1.816.000 conti di gioco già attivi. Questo mercato è la vera locomotiva in grado di legittimare, nella testa di un giovane, la possibilità di spingersi al largo nel mondo delle scommesse, compreso, ad un certo punto, il passaggio ai mercati illeciti. I meccanismi che producono compulsività sono presenti in tutte le piattaforme di gioco, legali e non. Sostenere il contrario sarebbe come dire che un pacchetto di sigarette comprato in tabaccheria nuoccia meno alla salute di un pacchetto di contrabbando.

La nostra preoccupazione dovrebbe superare i confini del campo da gioco e rivolgersi con altrettanta attenzione mediatica ai tanti giovani che giocano d’azzardo, portatori oggi di un problema di cui non sono nemmeno pienamente consapevoli, e che non faceva parte del corredo culturale giovanile fino a un decennio fa.

Come campagna Mettiamoci in gioco crediamo che occorra utilizzare gli inquietanti fatti di questi giorni per mettere in luce, di fronte ad una problematica in continua ascesa, la necessità di fare prevenzione. Principalmente nelle scuole, nelle fabbriche, dove spesso si incontrano quei tanti giovani “Fagioli” che non avevano lo stesso talento per diventare dei campioni, ma che hanno senz’altro respirato la stessa aria.

Occorre poi cominciare ad utilizzare le narrazioni e i linguaggi corretti: il gioco d’azzardo online, legale o illegale, non è un gioco come gli altri. In tanti casi può far sviluppare meccanismi di dipendenza, la cui sindrome non si chiama “ludopatia”, termine mediatico edulcorato, ma “disturbo da gioco d’azzardo”, come definisce il DSM 5 (il manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali).

Ma soprattutto, riteniamo prioritario ridurre considerevolmente l’offerta di gioco d’azzardo legale, unico dispositivo di buon senso a salvaguardia della salute pubblica. E approvare, finalmente, una legge di riordino del settore, cresciuto vorticosamente in questi anni senza un’adeguata cornice legislativa.

Foto di lil artsy

“I nostri luoghi hanno nuovi colori”: riqualificato a Marsala il Centro Sportivo “Gaspare Umile”


I colori dello sport

Oggi a Marsala una giornata di attività all’aperto, una corsa non competitiva rivolta agli studenti delle scuole secondarie e tornei di calcio e rugby con associazioni del territorio, per celebrare la riqualificazione del Centro Sportivo Aggregativo Polivalente “Gaspare Umile”.


I nostri luoghi hanno nuovi colori. Si chiama così la nuova campagna di comunicazione nell’ambito dell’iniziativa ‘L’Europa nella mia regione’ – #EUinmyRegion 2023. Un mese di informazione pubblica e di attività (iniziato il 25 settembre, si concluderà il 25 ottobre), per mettere in evidenza i risultati significativi raggiunti dalle comunità locali grazie al sostegno dell’Unione Europea, contribuendo all’inclusione sociale e a dare nuova vita a diverse aree urbane e suburbane.

In Sicilia la campagna riguarda, in particolare, due progetti: quello per la realizzazione di 22 alloggi di edilizia sociale a Trapani all’interno di un complesso in via Pantelleria; nonché quello per la riqualificazione del Centro Sportivo Aggregativo Polivalente “Gaspare Umile” di Marsala. Entrambi simboli di ripartenza, che hanno visto la stretta collaborazione tra Unione Europea e Regione Siciliana, con l’obiettivo di dare una risposta concreta alla richiesta di soluzioni abitative accessibili, e a nuovi spazi di aggregazione per i più giovani.

“Wembrace Sport 2023”: oggi a Milano la terza edizione dell’evento sportivo paralimpico


Sport che fa bene

Si tiene oggi a Milano “Wembrace Sport 2023”, terza edizione dell’evento sportivo paralimpico che vuole dimostrare che lo sport integrato è un obiettivo concreto. Atleti italiani saranno impegnati contro quelli francesi in quattro differenti discipline sportive paralimpiche.


Una festa e allo stesso tempo un momento di sport. Questo sarà “Wembrace Sport 2023”, terza edizione dell’evento sportivo a scopo benefico ideato dall’associazione art4sport. Appuntamento lunedì 16 ottobre all’Allianz Cloud di Milano. In omaggio alle prossime Olimpiadi prevista anche un’emozionante sfida Italia – Francia lanciata da Bebe Vio che si è appena confermata campione del mondo per la quarta volta.

L’evento sportivo vedrà in campo lunedì 16 ottobre all’Allianz Cloud di Milano atleti e personaggi del mondo dello spettacolo e dei social, ma soprattutto sarà l’occasione per la prima volta in Italia di vedere dal vivo la mascotte olimpica e paralimpica di Parigi 2024.
Con il suo contagioso entusiasmo Bebe Vio ha presentato l’evento sottolineando come «ogni anno stiamo provando a migliorare in qualcosa» e guardando alla prossima edizione ha ricordato che la sfida Italia-Francia nel campo della scherma è «accesa, a questo mondiale ho vinto…». E a lanciare la sfida ai cugini d’oltralpe un video con la stessa Bebe Vio e… Napoleone.

Gli ultimi a prendere la parola sono stati Maurizio Molinari che sottolineando anche il suo essere una persona con disabilità ha voluto ricordare che «lo sport è uno degli strumenti per neutralizzare la disabilità e tanti attraverso di esso possono raggiungere il proprio potenziale».
Teresa Grandis che ha richiamato la presenza dei Bebe Accademy anche a Milano, sottolineando inoltre che: «Wembrace Sport è diventato in questi anni uno degli appuntamenti immancabili nel nostro calendario. Consideriamo da sempre lo sport uno strumento privilegiato per l’inclusione e serate come questa dimostrano che le barriere esistono solo finché tutti non ci impegniamo concretamente per abbatterle. Ringraziamo il Comitato Olimpico e Paralimpico francese, i nostri partner e tutti coloro che credono nel progetto».

Infine il Console Bonet non solo ha invitato tutti a partecipare il 28 agosto 2024 all’apertura delle paralimpiadi in place de la Concorde, ma ha anche ricordato come negli ultimi quattro anni la Francia abbia triplicato i fondi per la pratica sportiva, i 3mila club sportivi inclusivi e lo sforzo di massimizzare l’accessibilità in tutti i settori.

Gli atleti italiani saranno impegnati contro quelli francesi in quattro differenti discipline sportive paralimpiche, scherma in carrozzina, calcio amputati, sitting volley e basket in carrozzina, in un incontro-confronto tra mondo olimpico e paralimpico.
Il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione art4sport con l‘obiettivo quindi fornire un aiuto concreto nella pratica sportiva attraverso l’acquisto di protesi, carrozzine e ausili sportivi. I biglietti sono disponibili per l’acquisto sul sito ufficiale di Ticketmaster.

Women in Football: supportare le donne che lavorano dentro e fuori dal campo


Palla al centro

Il network di calciatrici professioniste Women in Football ha proposto alla Fifa e a tutti gli organi calcistici, un programma di intervento per supportare le donne che lavorano dentro e fuori dal campo. La prima richiesta è una distribuzione equa dei ruoli di vertice nelle assemblee e nei consigli federali.


Il calcio femminile non si arrende a essere dominato da stereotipi maschilisti. Lo scandalo dei Mondiali femminili è emerso come la punta di un iceberg davanti agli occhi di tutti: il presidente della Federcalcio spagnola Luis Rubiales, che in uno slancio di entusiasmo incontrollato per la vittoria della sua nazionale ha dato un bacio rubato alla giocatrice Jenni Hermoso, è stato protagonista di un atto di abuso così evidente che alla fine è stato costretto alle dimissioni.

Ma non si tratta di un episodio isolato. Il sessismo e le discriminazioni a danno delle calciatrici sono condizioni istituzionalizzate nel mondo del pallone che, non a caso, è ancora considerato uno “sport da maschi” da quasi il 40% degli italiani, secondo i dati dell’istituto di ricerca Human Highway.

Perché le cose cambino la cultura deve evolversi a partire dall’alto, ovvero da una maggiore rappresentanza delle donne in ruoli apicali. È quanto chiede Women in Football (Wif), il network di calciatrici professioniste che ha pubblicato un programma di intervento rivolto alla Fifa e a tutti gli organi calcistici, per supportare le donne che lavorano nel settore, dentro e fuori dal campo.

Il comunicato arriva in risposta a una sollecitazione al cambiamento fatta proprio dal presidente della Fifa, Gianni Infantino, che il mese scorso durante la Fifa Women’s Football Convention a Sidney davanti a una platea di donne aveva detto: «avete il potere di convincere noi uomini di ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare. Con me, con la Fifa, troverete porte aperte. Vi basta spingerle».

C’è chi in quelle parole ha letto un’inutile provocazione, mentre l’associazione delle calciatrici ha colto la palla al balzo e al suono di apertura delle porte ha contrattaccato subito con una Open Call Agenda che per prima cosa invita la Fifa e a tutte le 6 confederazioni continentali calcistiche a imporre una distribuzione equa dei ruoli di vertice nelle federazioni nazionali. L’obiettivo iniziale è quello di raggiungere la soglia del 30% di donne nelle assemblee e nei consigli federali, per poi salire.

Più donne nelle posizioni di potere, dunque. «Se il calcio vuole porre fine al ciclo di disuguaglianze che sfociano in abusi e sessismo, deve cambiare, a cominciare dall’alto, a cominciare da ora», ha spiegato l’amministratrice delegata di Wif, Yvonne Harrison.

Il cambiamento dovrebbe riguardare in primo luogo il Consiglio Fifa, dove su 37 membri, incluso Infantino, solo 8 sono donne (il 22%). Un importante passo in avanti è stato fatto ad aprile di quest’anno, quando la presidente della Football Association inglese, Debbie Hewitt, è stata eletta vicepresidente della Fifa, un ruolo chiave, mai ricoperto da una donna fino a quel momento. «Un privilegio – l’ha definito la stessa Hewitt – e farò in modo di usarlo davvero positivamente».

Sport e formazione: riparte “Libera la natura”, il progetto itinerante fino al 14 ottobre in Valle d’Aosta


Libera la natura

Da oggi a sabato il progetto itinerante di sport e formazione di Libera che vede protagonisti più di diecimila studenti di tutta Italia. L’iniziativa raggiunge la Valle d’Aosta per condividere una staffetta che utilizzerà come “testimone” un pezzo di legno ricavato dai barconi che approdano a Lampedusa, per un’occasione di condivisione ma anche di memoria e riflessione.


Lo sport che educa, che racconta storie nei beni confiscati alle mafie o in luoghi socialmente significativi del territorio. Si corre una staffetta, con protagonisti gli allievi delle scuole secondarie di primo grado della Valle d’Aosta. I giovani si passano tra le mani come “testimone” un pezzetto di legno che arriva da Lampedusa, ricavato da uno dei tanti barconi che approdano sulle nostre coste. Per non dimenticare naufragi e vite spezzate dalla povertà e dalle guerre. Cronaca dolorosa di questo tempo. Staffette di gioia, quindi, ma anche di memoria e riflessione.

Per questa edizione, le tappe saranno in due paesi valdostani diversi: Challand-Saint-Victor e Courmayeur .Appuntamento l’11 ottobre e il 13 per un incontro di formazione a scuola e poi a seguire giovedì 12 con la staffetta non competitiva alla “Maison du Tsan” di Challand-Saint-Victor, bene confiscato alle mafie e ora sede dell’associazione di sport locale mentre si chiude sabato 14 ottobre al parco del Bollino di Courmayeur.
Saranno coinvolte le istituzioni scolastiche Valdigne-Mont Blanc di Courmayeur e Luigi Barone di Verrès-Brusson: oltre 150 ragazze e ragazzi che correranno una staffetta di memoria e di impegno. Con noi oltre all’associazione di Tsan di Challand Saint Victor e la UISP Valle d’Aosta, gli azzurri dello Sci alpino del Centro Sportivo dei Carabinieri Sophie Mathiou e Federico Simoni e le amministrazioni comunali di Challand-Saint-Victor e di Courmayeur. Durante le iniziative a Courmayuer, l’amministrazione installerà una targa dedicata alla memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie.