Archivi categoria: Sport

Piano per lo Sport Sociale: aperte le iscrizioni per i 4 Avvisi pubblici


Promuoviamo lo sport

Aperte sul sito di Sport e Salute, le piattaforme per le candidature agli Avvisi pubblici “Inclusione”, “Quartieri”, “Carceri” e “Parchi”. Il Piano per lo Sport Sociale, promosso insieme al Ministro per lo Sport e i Giovani e al Dipartimento dello Sport, mira ad abbattere le barriere di accesso all’attività sportiva.

Un piano da 595 progetti finanziabili e destinato a 12mila tra ASD/SSD, Enti del Terzo Settore di ambito sportivo e Comuni che, a partire da oggi, avranno un mese di tempo per candidare il proprio progetto al link https://www.sportesalute.eu/sportditutti.html. Al link https://www.sportesalute.eu/primo-piano/4281-sport-di-tutti-piano-per-lo-sport-sociale.html trovate l’illustrazione dei quattro progetti. I progetti sono quattro: Inclusione (2,4 milioni), Quartieri (3,7 milioni), Sport nei Parchi (3,3 milioni) e per la prima volta Carceri (3 milioni). Si stima che in totale saranno coinvolte 12 mila associazioni sportive e potenzialmente oltre un milione di cittadini.

Calcio e diritti umani, in Arabia Saudita i Mondiali per club: la denuncia di Amnesty


Sbagliando non si impara

“La Fifa sta ancora una volta abbandonando la propria politica sui diritti umani”. Lo ha detto Steve Cockburn di Amnesty International sulla scelta dell’Arabia Saudita come come sede della prossima Coppa del Mondo di calcio per club.

Il capo della giustizia economica e sociale di Amnesty International, Steve Cockburn, afferma che è stata presa “senza alcuna considerazione della libertà di espressione, discriminazione o diritti dei lavoratori”. E ancora: “La Fifa ha ancora una volta ignorato l’atroce situazione dei
diritti umani dell’Arabia Saudita -ha detto Cockburn-. La Fifa sta ancora una volta abbandonando la propria politica sui diritti umani ed è complice del palese ‘sport washing”. Cockburn ha affermato che le autorità dell’Arabia Saudita hanno recentemente “intensificato la loro brutale repressione della libertà di espressione” e ha sottolineato che 81 persone sono state giustiziate in un solo giorno lo scorso anno.

Amnesty nella nota ha anche puntualizzato come la Fifa non abbia ancora raggiunto un accordo su un fondo di compensazione per i lavoratori
migranti in Qatar.

Calcio in Brasile: entra in vigore la nuova normativa antirazzista


“No” al razzismo allo stadio

Entra in vigore oggi, data di inizio della Copa do Brasil, la nuova normativa prevista dalla federazione calcistica brasiliana: sarà la prima al mondo ad applicare penalizzazioni in classifica in caso di razzismo all’interno di uno stadio.

È una decisione storica. La nuova normativa entrerà in vigore dal prossimo 22 febbraio, data di inizio della Copa do Brasil. La nota ufficiale recita: “Si ritiene gravissima l’infrazione di carattere discriminatorio praticata da dirigenti, rappresentanti e professionisti delle Società, atleti, tecnici, componenti della Commissione tecnica, tifosi e squadre arbitrali”. Una piena assunzione di responsabilità del mondo del calcio brasiliano. Non più solo parole, ma fatti. E fatti che potrebbero incidere sulla classifica finale delle competizioni. Un passo coraggioso che finora nessun organismo del calcio, nel mondo, aveva avuto la forza di intraprendere.

Ma il Presidente della CBF, da sempre impegnato nella lotta contro ogni forma di razzismo, precisa anche che la norma non si esaurirà nella sanzione sportiva: “il resoconto della partita”, afferma Rogèrio Caboclo “sarà trasmesso anche al Pubblico Ministero e alla Polizia Civile affinché il processo non avvenga solo in ambito sportivo e i trasgressori siano puniti anche dalla legge”.
I fenomeni discriminatori sono frequenti nel mondo del calcio e nel mondo sportivo in generale. Il calcio in particolare assorbe e ripropone le contraddizioni della società all’interno degli stadi, spesso amplificandole per l’enorme impatto mediatico che genera. E non è un caso che le curve, specie in Italia, siano diventate anche terreno di proselitismo politico di frange razziste, fasciste e xenofobe.
L’ aggettivo “gravissima” applicato dalla federazione brasiliana all’ “infrazione di carattere discriminatorio” assume un particolare rilievo culturale. Il calcio non può tollerare zone franche all’interno dei propri impianti se non rinnegando se stesso e i suoi valori. Lo sport è terreno di inclusione, e più forte in ambito sportivo deve essere il richiamo ai valori fondanti.
Non basta più una fascia sul braccio dei capitani con l’impegno contro ogni razzismo. Non basta ad eliminare il problema. Accanto alle campagne di sensibilizzazione occorrono strumenti in grado di perseguire i razzisti mascherati da tifosi per riconsegnare gli stadi a chi vuole davvero godere la bellezza di una partita.
È un tema centrale, insieme a quello della sostenibilità economica del movimento. Se il calcio vuole avere un futuro ha bisogno di eliminare le sue tossine. E tra le più insidiose ci sono quelle del razzismo.

“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”: la ricetta della società torinese Vanchiglia


In campo con la pagella

“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”. Ecco la soluzione della storica società torinese Vanchiglia per abbinare educazione, scolarizzazione e sport. La ricetta è semplice: verificare anche le pagelle, nella valutazione globale di un giovane calciatore, oltre alla capacità di stoppare il pallone. Il tutto, ovviamente, con il consenso delle famiglie.

L’obiettivo del Vanchiglia consiste proprio nell’accostarsi al ruolo delle famiglie a proposito di condotta a scuola e correttezza nei comportamenti. Tanto da poter arrivare anche alle conseguenze estreme di escludere un ragazzo dai convocati della domenica qualora le risposte della scuola risultassero al di sotto delle aspettative.

Sui social network sono arrivati molti plausi all’iniziativa voluta dall’allenatore Vincenzo Manzo, compresi quelli di altre società che raccontano a loro volta di qualche mister che, anni fa, a sua volta chiedeva conto del rendimento scolastico ai suoi atleti. Lo stesso Manzo racconta di essersi ispirato a quando lui stesso giocava nelle giovanili della Juventus e la società era molto attenta ai voti dei giovani calciatori. Ma sul Vanchiglia è piovuta anche qualche critica: “Se vanno alle finali dei regionali fanno stare a casa il più talentuoso perché va male a scuola?“, domandano gli scettici.

Sport per la cura: la Lilt inaugura a Palermo il “Dragon Boat”


Mareterapia

A Palermo la Lega per la lotta contro i tumori ha inaugurato il ‘Dragon Boat’, una disciplina sportiva che, emersa dall’ambito puramente sportivo, da anni è impiegata per supportare la ripresa e il benessere psicofisico delle donne operate per un cancro al seno.

Venti atlete che pagaiano insieme al ritmo di un tamburo su un’imbarcazione con testa e coda di drago. È il Dragon Boat, una disciplina sportiva che, grazie alle sue peculiarità, è uscita dall’ambito puramente sportivo e da anni è impiegata per supportare la ripresa e il benessere psicofisico delle donne operate per un cancro al seno e per promuovere la prevenzione cardiovascolare. Proprio per questo, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt), sabato 18 febbraio alle 10,30 presso lo Yacht club del Mediterraneo alla “Cala” di Palermo ha inaugurato una imbarcazione.

“La LILT con la squadra delle Aquile Rosa LILT Palermo, coronando il sogno di avere la propria imbarcazione, ha avviato un percorso aperto al sociale di mareterapia. Lo Yacht club Mediterraneo ha creduto in questo progetto e, grazie ad una condivisione di intenti e di attività, stiamo iniziando una nuova entusiasmante collaborazione. L’emozione è grande, siamo impazienti di poter pagaiare e riprendere il contatto benefico col mare“, afferma Francesca Glorioso, presidente della LILT Palermo.

Della stessa lunghezza di pensiero, Giuseppe Galantino presidente dello Yacht club Mediterraneo: “Lo Yacht club del Mediterraneo della Cala di Palermo ha scelto di navigare insieme al progetto della LILT Palermo, mettendo a disposizione spazi ed esperienze legate al vivere il mare. Siamo sempre convinti che la condivisione di tali esperienze, può contribuire a farci vivere assolutamente meglio”.

L’insostenibilità degli impianti sportivi italiani: storie di allenatori bloccati da strutture per nulla inclusive


Impianti insostenibili

L’allenatore è in carrozzina e non può scendere negli spogliatoi per le barriere architettoniche. Il servizio di Elena Fiorani

Lo sfogo di Francesco Quaranta, allenatore di calcio in Prima categoria, è arrivato alla stampa. Da quattro anni in carrozzina domenica scorsa non ha potuto accedere agli spogliatoi per dare indicazioni alla sua squadra, bloccato da una serie di barriere architettoniche.
Problema simile per Luca Gotti, allenatore dello Spezia, in stampelle per un’operazione all’anca, che non ha potuto essere in panchina per l’incontro con il Napoli. L’impegno di operatori e dirigenti si scontra con difetti cronici e problemi strutturali di impianti datati, dove anche il bagno per le persone con disabilità o una rampa di accesso diventano un lusso.

Il Centro Sportivo italiano è sceso in campo contro il bullismo in Calabria: coinvolti 150 bambini


Al centro dello spogliatoio

Il Centro Sportivo italiano è sceso in campo contro il bullismo in Calabria con un’iniziativa che ha coinvolto 150 bambini e ragazzi in tornei sportivi, giochi e laboratori educativi. Dal calcio alla pallavolo hanno condiviso timori e con il sostegno di un equipe psico-pedagogica.

Straordinaria giornata, domenica scorsa, quella vissuta da oltre centocinquanta bambini e ragazzi del territorio metropolitano di Reggio Calabria. In occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo, nove società sportive di calcio e volley, sono scese in campo al PalaColorCsi di Pellaro e al centro sportivo Sporting Club Bocale. All’interno del progetto “Arianna. Fuori dal Labirinto”, sostenuto dalla Fondazione con i Bambini, il Centro sportivo italiano di Reggio Calabria ha presentato l’attività che ha coniugato tornei sportivi, giochi e laboratori educativi all’interno dello spogliatoio. Tema della giornata: il bullismo! Quando ci riferiamo a questo fenomeno non facciamo solo riferimento ai comportamenti diretti di violenza fisica ma anche a tutti quegli episodi che attraverso parole offensive, minacciose o intimidazioni portano all’isolamento di una ‘vittima’, di un ragazzo che verrà per questo escluso dal gruppo a causa di diffamazioni e calunnie false ed inutili. Stiamo parlando di una persona che al pari di ognuno merita invece il rispetto e la serenità che ognuno di noi desidera per se stesso. Serenità che la vittima in questione perde gradualmente in quanto la violenza diretta o più sottile sarà persistente e continuativa nel tempo.

L’equipe psico-pedagogica del Comitato Csi di Reggio Calabria, ha scelto questo percorso per provare, attraverso il gioco e lo sport, a dare risposte concrete e lasciare segni efficaci tra i nostri ragazzi. Il campo, durante il pomeriggio, ha pertanto lasciato spazio ad un apprezzatissimo laboratorio educativo all’interno dello spogliatoio, uno spazio in cui i diversi atleti di una squadra che cooperano nelle varie gare per raggiungere un obiettivo comune, si mettono a nudo e rimangono soli con il proprio gruppo dei pari. In questo contesto molto spesso il senso di squadra viene perso o dimenticato ed alcune azioni che potrebbero essere viste dal gruppo come scherzi semplici diventano motivo di sofferenza: vengono nascosti borsoni, utilizzate espressioni negative verso forme fisiche differenti dalle proprie, prese in giro per prestazioni all’interno del gioco che non sono state ottimali, situazioni che, pensiamo, possano capitare a tanti ragazzi. È proprio dagli errori, dalla condivisione e dagli allenamenti che una squadra invece impara a crescere e a migliorare. L’attività, guidata dalla dott.ssa Federica Gatto, è stata accolta positivamente dai ragazzi che, tra una gara e l’altra, hanno “giocato una nuova ed entusiasmante partita”, quella dentro gli spogliatoi.

Al PalaColorCsi di Pellaro, in vista dei Campionati giovanili Sport&Go!, è andata di scena la festa del mini volley Csi. L’evento, pensato e coordinato da Valentina Pagano e Nicola Marra, ha visto in campo numerose piccole atlete e tante famiglie. Prezioso, in questo contesto, l’apporto degli istruttori e volontari Csi. Al centro sportivo Sporting Club di Bocale, invece, parrocchie, associazioni e oratori in campo per il Trofeo di calcio a 5 : “Al Centro dello Spogliatoio 20.23”. Un pomeriggio di festa tra partite in campo e laboratori promossi dagli educatori, istruttori e volontari del Csi Reggio Calabria. L’idea ed i laboratori che coniugano partite in campo e nello spogliatoio, in questa stagione sportiva, accompagneranno tutte le gare dei Campionati Giovanili del Csi reggino. Un percorso innovativo e significativo che, ancora una volta, vuole fare del gioco e dello sport, veri ed efficaci strumenti educativi e di cambiamento.

Milano-Cortina 2026: Libera promuove “La Staffetta delle Alpi” per chiedere Olimpiadi trasparenti e rispettose


La Staffetta delle Alpi

È l’iniziativa itinerante di Libera che prevede tappe in Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia per chiedere Olimpiadi invernali trasparenti, rispettose, responsabili. Molte proposte progettuali infatti sono impattanti e a forte consumo di suolo, con costi a carico dei bilanci pubblici che continuano a lievitare.

Libera in collaborazione con CIPRA Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e WWF, organizza una manifestazione itinerante strutturata in eventi pubblici che avranno luogo nelle principali città e località protagoniste delle prossime Olimpiadi invernali del 2026.

Con il susseguirsi di questi momenti di riflessione, che toccheranno il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Lombardia, s’intende manifestare, in una ideale staffetta, la richiesta che le prossime Olimpiadi siano rispettose dell’ambiente, delle comunità, scevre da speculazioni economiche e da infiltrazioni mafiose. La Staffetta ha avuto inizio a Verona in data 7 febbraio 2023, per proseguire con tappe a Belluno, Cortina, Anterselva, Cavalese e Bormio-Livigno per concludersi a Milano il 21 marzo 2023 in occasione della manifestazione nazionale della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

“È possibile” è lo slogan scelto da Libera per la Giornata della memoria e dell’impegno: la staffetta, nell’intenzione dei promotori, richiama tale slogan per invitare enti ed istituzioni coinvolti nell’organizzazione e nell’accoglienza delle Olimpiadi Milano – Cortina 2026 alla realizzazione di una manifestazione veramente trasparente, rispettosa e responsabile. L’Italia avrà i riflettori del mondo intero puntati addosso e sarà indispensabile garantire questi aspetti insieme, nel nome della buona riuscita dei Giochi stessi.

“È possibile”, ma al momento, purtroppo, si è in presenza di alcune proposte progettuali spesso difformi da quelle contenute nel dossier di candidatura olimpica. Molte opere, connesse ai giochi olimpici ed in procinto di essere realizzate, sono impattanti ed a forte consumo di suolo, con costi a carico dei bilanci pubblici che continuano a lievitare.

I meravigliosi panorami imbiancati, però, sono un ecosistema delicato che va preservato dall’aggressività delle attività antropiche e dalle infiltrazioni mafiose, soprattutto in occasione di competizioni che richiedono strutture di accoglienza di grandi dimensioni, fortemente energivore, che non favoriscono un ruolo attivo delle comunità locali. Anche le politiche di gestione dei rifiuti e degli spostamenti di sportivi e pubblico, così come la scelta dei materiali per gli approvvigionamenti e per le costruzioni, sono elementi di sviluppo da osservare con attenzione, con l’obiettivo di preservare legalità, ambiente e comunità locali. Si rammenta che la partecipazione diffusa ed il rispetto dei principi di trasparenza sono i primi argini al manifestarsi di condotte speculative, corruttive e alla penetrazione della criminalità organizzata nella realizzazione delle opere collegate alla manifestazione olimpica.

La “Staffetta delle Alpi per olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili” vuole essere uno stimolo a fare questo, vuole creare occasioni per riflettere, per approfondire, per spiegare ragioni e ascoltarle, per cercare di conoscere meglio i meccanismi di infiltrazione delle mafie non solo negli appalti, ma nelle comunità. Vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, gli “addetti ai lavori” e la Pubblica Amministrazione, in merito alle preoccupazioni della Società civile circa le modalità di organizzazione della manifestazione Olimpica viste finora. Perché si sta prefigurando la possibilità che vengano costruite opere, sia pubbliche che private, lesive dell’ambiente, molto costose, a forte rischio di infiltrazione mafiosa e contrarie agli effettivi interessi delle comunità. Si rischia uno spreco di ingenti risorse pubbliche in un periodo storico di grandi difficoltà economiche. La “Staffetta” vuole attivare azioni di compartecipazione delle comunità e delle associazioni alla vigilanza, un vero e proprio “monitoraggio civico” di quanto verrà realizzato nei prossimi mesi e anni in avvicinamento alla manifestazione olimpica perché le ingenti risorse economiche previste per questa grande manifestazione sono attrattive per le organizzazioni mafiose e non ci si deve far trovare impreparati.

Il “testimone” che i partecipanti alla “Staffetta” si scambieranno è una “torcia olimpica” ideata e realizzata dal designer/professore Kuno Prey, della facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano il quale ha raccolto la nostra richiesta dando rappresentazione alle parole “Trasparenza”, “Rispetto” e “Responsabilità. Il corpo della “torcia olimpica” è stato realizzato con il fusto di un giovane abete bianco proveniente da un’area schiantata dalla tempesta VAIA nel 2018. In quell’autunno, sulle Alpi orientali sono stati “soffiati” al suolo quasi 16 milioni di alberi. Una catastrofe “naturale” causata da una non adeguata gestione del territorio e dalle conseguenze del cambiamento climatico antropogenico. L’intenzione è quella di portare l‘attenzione sul forte pericolo che ulteriori interventi di sfruttamento dell’ambiente, quali molti di quelli previsti dai giochi olimpici, possono avere sull’ambiente e il clima. Il corpo della torcia è stato trattato con cera d’api. La fiamma della “torcia olimpica” stilizzata è invece composta da tre sagome realizzate con feltro nero. Quella centrale ha al suo interno una piccola luce LED rossa come accenno al fuoco. Il colore nero del feltro vuole esprimere tristezza e grande preoccupazione.

Jakub Jankto rivela al mondo la sua omosessualità: tantissimi messaggi di solidarietà al calciatore ceco


Senza pregiudizi

Jakub Jankto, ventisettenne calciatore della Repubblica Ceca, ha scelto di non nascondersi più e di rivelare con un video postato su Instagram la sua omosessualità. Il giocatore dello Sparta Praga, che ha militato anche in squadre italiane, ha ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà.

“Ciao, sono Jakub Jankto – il suo messaggio – Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza, i miei punti deboli, una famiglia, i miei amici, un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione.
Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore. Sono gay e non voglio più nascondermi”.

Jankto, che ha 27 anni, attualmente gioca nello Sparta Praga, in prestito dal Getafe, ma è stato anche in Italia: nel 2015 arrivò all’Udinese, che lo mandò in prestito in Serie B all’Ascoli. L’esordio in A, nella stagione 2016-2017 a Udine, dove resta due stagioni prima di trasferirsi alla Sampdoria dove resta tre stagioni prima di trasferirsi in Spagna nell’estate 2021. In totale ha giocato 155 partite in Serie A, segnando 17 gol.

“Siamo tutti con te, Jakub. Il calcio è per tutti”. Con questo tweet, accompagnato dalle emoticon di una bandiera arcobaleno e un cuore, la Fifa si schiera con il nazionale della Repubblica Ceca Jakub Jankto, 27enne ex Udinese e Samp, che oggi ha fatto coming out dichiarando la propria omosessualità. Anche l’Uefa è al fianco del giocatore. “Hai fatto bene, Jakub – è il tweet della confederazione europea -. Tu sei un’autentica fonte di ispirazione, e il calcio europeo è con te”. Fra i due tweet di Fifa e Uefa c’è quello del portiere del Napoli Alex Meret, che ha postato l’emoticon di un cuore, e lo stesso ha fatto l’account della Juventus, assieme all’immagine di un arcobaleno.

Sono tantissimi i messaggi via social di solidarietà nei confronti di Jankto. La federcalcio della Repubblica Ceca (nazionale di cui l’ex dell’Udinese fa parte) scrive che “per noi non cambia nulla. Vivi la tua vita, Jakub”, mentre l’attuale club del giocatore, lo Sparta Praga (che lo ha preso in prestito dal Getafe) rivela che “Jakub ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale con la dirigenza e i compagni qualche tempo fa. Tutto il resto riguarda la sua vita personale: nessun commento ulteriore e basta domande. Hai il nostro supporto. Vivi la vita, Jakub. Non importa nient’altro”.

Il Getafe twitta “Il nostro massimo rispetto e appoggio incondizionato”, mentre “Orgogliosi di te, Jakub”, è il tweet del Barcellona. C’è un messaggio anche dall’account ufficiale della Premier League: “Siamo con te, Jakub. Il calcio è per tutti”. “Non vivere mai con la paura di ciò che sei. Siamo con te, Jankto”, è invece il tweet, con emoticon di un cuore, del Milan. Posta un arcobaleno e un cuore, come ha fatto la Juventus, anche il Real Madrid. “Grazie Jakub per il tuo coraggio – scrive invece la federcalcio svedese -: essere in grado di amare apertamente chi vuoi dovrebbe essere ovvio”. Dagli Stati Uniti arriva il messaggio, sempre via Twitter, della Major League Soccer (Mls): “Grazie per aver condiviso il tuo vero io con il mondo. Il calcio è per tutti”.