Quinn Simmons, americano campione juniores di ciclismo, è stato sospeso dalla sua squadra, la Trek-Segafredo, per un tweet razzista. “Ha rilasciato dichiarazioni che riteniamo divisive, incendiarie e dannose per la squadra”, ha motivato la decisione la società del diciannovenne, che era stato coinvolto in polemiche a sfondo razziale già in passato, ma stavolta la società ha deciso di prendere le distanze.
Dopo il primo dibattito tv per le elezioni presidenziali Usa tra Trump e Biden, Simmons aveva risposto in maniera provocatoria alla giornalista belga José Been. Lei aveva invitato i sostenitori di Trump a non seguirla più su Twitter, Simmons le aveva risposto postando “bye” accompagnato da una manina nera, emoticon che in simili circostanze assume un significato razzista. Un saluto che ora gli potrebbe costare caro.
La risposta di Simmons ha infatti scatenato una tempesta sui social media, travolgendo ulteriormente il marchio Trek, già in difficoltà. Trek-Segafredo aveva subito denunciato su Twitter il commento di Simmons: “Il razzismo è inaccettabile”. Quindi è arrivata la nota del team: “Trek-Segafredo è un’organizzazione che valorizza l’inclusione e sostiene la diversità ed equità per tutti gli atleti. Pur sostenendo il diritto alla libertà di opinione, riteniamo le persone responsabili delle loro parole e azioni”. Come nel caso di Simmons. ” Il team e i suoi partner lavoreranno insieme per decidere come andare avanti e terranno informati i fan e il pubblico sulle decisioni prese in merito”.
Non è la prima volta che Simmons viene coinvolto in polemiche a sfondo razziale. Settimane fa, dopo le proteste esplose negli Stati Uniti per la morte di George Floyd, ucciso dalla polizia, il pro americano Cory Williams, aveva pubblicato pesanti post su Instagram sulle discriminazioni subite per il colore della pelle. “Ho lottato nella mia carriera – aveva scritto Williams – Sono diventato uno dei migliori ciclisti americani, anche il migliore della mia età. Sono stato campione nazionale e ho vinto una gara a tappe in generale, sono stato maglia verde, ho vinto oltre 20 campionati statali e sono stato tra i primi 20 nelle gare nazionali su strada da junior e non sono mai stato convocato nella squadra nazionale “. Simmons aveva risposto a Williams tramite messaggio diretto, dicendo che semplicemente non era abbastanza veloce.
E quando Williams aveva condiviso il suo messaggio con i suoi 85.000 follower su Instagram, Simmons si era scusato, affermando che stava difendendo Billy Innes, il capo di Usa Cycling per i programmi giovanili, senza mettere in dubbio le capacità di Williams. Troppo tardi, comunque, per fermare le polemiche.