Giona è una giovane sordocieca, vive con la sua famiglia a Riva del Garda, e la sua passione è l’arrampicata. Nel suo blog “La forza delle parole” racconta le sue imprese sulla roccia e nella vita quotidiana, e il suo obiettivo: entrare nella squadra nazionale di paraclimbing. La vetta più alta raggiunta è essere riuscita a comunicare con gli altri, anche grazie alla Lega del filo d’oro.
Quando si arrampica, Giona sente la roccia sotto le dita. A volte dura, a volte levigata, tocca l’anima della montagna, scegliendo ogni volta il posto più giusto dove poter poggiare mani e gambe senza dare troppo fastidio. Quando si arrampica, Giona riesce ad ascoltare la voce del
vento. Più sale e più la sente sul viso, più si fa forza e più le sembra di andare veloce fino su in cima. Giona Haxhiraj è una giovane donna di origini albanesi, vive con la sua famiglia a Riva del Garda, in provincia di Trento e da subito ha conosciuto i lati più estremi dell’esistenza. La durezza di un destino non scelto e la bellezza di riuscire a reagire. Racconta i suoi primi passi verso un mondo che non riusciva a vedere né a sentire: difficile capire chi si può essere davvero, quando all’età di dieci anni ci si sforza di percepire la realtà proprio come fanno gli altri, ma con più fatica.
Difficile aprirsi ad un mondo non sempre amico, «che ti guarda attraverso gli occhi dei tuoi problemi fisici». Una sensazione che Giona non dimentica ma che è riuscita a vincere quando ha conosciuto il filo d’oro che l’ha salvata. «Mi sono sentita presa in braccio e accompagnata davvero per la prima volta», racconta ricordando il momento in cui, scoprendo la realtà della Lega del Filo d’Oro, ha finalmente cominciato a vivere da persona. «Ho capito che potevo essere guardata come essere umano e non come semplice incubatrice di problemi». Da quel momento ha realizzato che poteva essere Giona, in tutti i suoi sensi, quegli stessi che, anche se in parte differenti dagli altri, era disposta a mettere in gioco per vivere a pieno i suoi anni.
«Era il 2008 quando ho conosciuto la “Lega”, ero una bambina spaurita, non sentivo, non usavo neanche il bastone bianco, chiusa in me stessa vivevo una realtà difficile”. Più di dieci anni sono passati da quel momento e ora la forza di una 23 enne piena di vita è diventata luce per tante persone. Membro del Comitato delle Persone Sordocieche, cerca di raccogliere le esigenze di tutti quelli che vivono la sua stessa condizione. Li può ascoltare Giona, non solo attraverso l’impianto cocleare, «la piccola radiolina sulla testa» che le permette di sentire voci e suoni, ma «con il cuore».