Le scuole sono chiuse. I campetti chiusi. Anche gli oratori. In giro, però, si può stare con un tempo ancora mite soprattutto al Sud. Dove vanno i ragazzi?
Gli adolescenti di quelle periferie o aree a rischio disagio senza nemmeno la possibilità di giocare a calcio in strada? A Reggio Calabria arriva la denuncia del Centro sportivo italiani: bambini che si scambiavano passaggi di palla tra slot machine e salette “riservate”.
A Napoli, città con le scuole chiuse e coprifuoco alle porte ma già svuotata nelle ore del giorno, il nodo dell’infanzia e dell’adolescenza è al centro delle preoccupazioni delle associazioni. “La forbice tra le fasce sociali che subiscono questo sistema di disservizi e mancate tutele, si allarga però sempre più e a pagare il prezzo più alto sono i minori e le loro famiglie”, dice l’associazione Chi rom e chi no del quartiere Scampia che è la prima municipalità per numero di contagi.
Dove vanni i ragazzi? Senza scuola, senza gioco, senza socialità. Bisogna fare i conti con una generazione che vive in lockdwon.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale