A che gioco stiamo giocando?


Parte dal Csi di Reggio Calabria la denuncia per la mancata tutela dei ragazzi residenti nei quartieri difficili della città calabresi. Il servizio di Elena Fiorani.

Gli oratori e i campetti sono chiusi e alcuni bambini giocano nelle sale delle slot machine, rimaste aperte perché non sarebbero fonte di contagio. Il Centro sportivo italiano di Reggio Calabria denuncia la grave situazione dei ragazzi che, non avendo accesso alle attività ludiche e motorie, sarebbero maggiormente esposti alle devianze e alla solitudine. Il campetto, la strada, la piazza sono off–limits, mentre le sale slot rimangono aperte, come se ci fosse una promiscuità da punire, ed una invece, concessa.

“Gli strumenti ci sono, basta cercarli – dice il presidente del Csi Reggio Calabria, Paolo Cicciù – . Durante i mesi del lockdown, abbiamo elaborato una proposta di Sport di Comunità che facesse rivivere i cortili. Crediamo che la modellizzazione di quella esperienza possa evitare che le strade dei quartieri si svuotino andando ad allargare la platea di sale slot e piazze di spaccio”.