Effetti collaterali


La chiusura delle piscine avrà un duro impatto su tanti ragazzi con autismo. Il servizio di Elena Fiorani

L’ultimo Dpcm ha interrotto le routine di tanti ragazzi con autismo e disabilità intellettiva. Per molti di loro, infatti, il nuoto fa parte del piano educativo individualizzato e quindi del percorso scolastico. Un’ora di lezione per loro vuol dire non tanto divertirsi, non solo allenarsi o fare attività di gruppo, ma poter godere di 50 minuti di relax, di pace con il mondo, di relazione con l’operatore e di tranquillità. Sono ragazzi che lavorano sull’acquisizione di autonomia: in piscina si svestono, si lavano, si mettono le scarpe, tutto questo è saltato.

Stefania Stellino, presidente dell’Associazione Genitori Soggetti Autistici del Lazio denuncia: “interrompere all’improvviso routine radicate da anni, e soprattutto dall’inizio della scuola, vuol dire disorientare completamente e sconvolgere la vita di una persona che non ha più riferimenti nell’agenda giornaliera e settimanale”.