Ardea, la strage nel Paese con più armi che servizi di cura mentale


 

Aveva 35 anni, si chiamava Andrea Pignani, viveva con la madre in una villetta acquistata nel 2019, a poche decine di metri dal campetto del triplice omicidio. Laureato in ingegneria informatica, disoccupato, un anno fa, a maggio, era stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) per aver aggredito la madre, ma non risulta che fosse attualmente in cura per problemi mentali. Secondo i carabinieri non usciva di casa praticamente da un anno.

A Colle Romito Pignani è sceso in strada e ha sparato a Daniel e David di 5 e 10 anni che stavano giocando davanti casa. Poi ha colpito a morte un pensionato di 74 anni che passava di lì in bici, infine si è tolto la vita. Una strage feroce in quella che doveva essere una tranquilla domenica mattina dove molte persone, anche noti politici, hanno seconde case per trascorrere le vacanze. Pignani possedeva una pistola del padre guardia giurata deceduto un anno fa e con quella era solito spaventare anche i vicini.

Una strage feroce, senza senso e senza movente, che può svolgersi in un Paese malato dove ci sono più armi che servizi di salute mentale.

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Giuseppe Manzo giornale radio sociale