Ben trovati all’ascolto del Grsweek da Clara Capponi,
La pandemia ha messo alla prova gli Italiani ma non ha fiaccato la loro generosità che si è focalizzata però soprattutto sull’emergenza sanitaria, lasciando indietro altre cause importanti per il non profit.
E’ quanto emerge dal rapporto annuale “Noi doniamo” curato dall’Istituto italiano della donazione in occasione del giorno del dono che si celebra ogni anno il 4 ottobre e che è stato presentato lo scorso venerdì a Roma. Il documento indaga lo stato dell’arte delle principali tipologie di dono: il volontariato ovvero la donazione di capacità e tempo, le donazioni economiche e quelle biologiche come la donazione del sangue o di organi e tessuti.
Cinzia di Stasio, segretario generale IID, ci spiega gli effetti che ha avuto la pandemia nel settore.
Secondo il rapporto, che si avvale di diverse fonti come Istat e Doxa ed è stato realizzato con il contributo dei centri di servizio per il volontariato,nel 2020 la raccolta fondi diminuisce per il 54,5% mentre la percentuale di volontari che hanno svolto attività gratuite in associazioni è calata dal 9,8 al 9,2 per cento.
Anche sul fronte delle donazioni biologiche gli impatti della pandemia sono stati preoccupanti: il numero di coloro che hanno donato il sangue è diminuito del 3.4 per cento, con un calo anche dei trapianti di organi e tessuti.
Sentiamo da Giovanni Sarani ricercatore dell’osservatorio di Pavia Come è stato rappresentato il dono nei media italiani in questo anno e mezzo.
Per valorizzare l’Italia del bene in vista del 4 ottobre 7 edizione del giorno del dono IID ha organizzato una nuova edizione del Giro dell’Italia che Dona con la partecipazione oltre 140 scuole, 100 comuni e più di 160 tra enti di terzo settore e imprese che hanno organizzato eventi in tutta Italia.
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