Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Pierluigi Lantieri.
Il deflagrare delle bombe russe scandisce il tempo del popolo ucraino da oltre due settimane. Un Paese che resiste. Una comunità colpita senza essere caduta. Mentre l’esercito locale difende strenuamente il proprio territorio, sono già due milioni e mezzo gli abitanti che hanno trovato riparo oltreconfine. Con la sottile speranza di ricostruire l’Ucraina.
La crisi umanitaria che si sta consumando nell’est Europa ha attivato le antenne del volontariato di tutto il continente. Ne costituisce parte essenziale il terzo settore italiano, con un’autentica macchina della solidarietà messa in moto per sostenere chi scappa dalla guerra. Di “accoglienza dignitosa e sicura” ha parlato la portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore Vanessa Pallucchi lanciando un appello al Governo affinché “vengano riconosciute alcune condizioni essenziali, a partire dall’attivazione di convenzioni dirette” con le reti territoriali”.
Tra le associazioni che hanno risposto presente alle richieste di aiuto c’è Arci, attualmente coinvolta sia al confine occidentale dell’Ucraina che all’interno del nostro Paese. I dettagli ce li ha forniti Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci.
Impegnata in lungo e in largo per lo Stivale è anche la Caritas. Con la sua fitta rete solidale, l’organizzazione ha aperto le porte ai profughi in collaborazione con famiglie, imprese e strutture ricettive. Manuela De Marco, di Caritas Italiana, ci ha ben descritto l’ondata di solidarietà registrata in questi giorni. Particolare cautela è rivolta alla raccolta dei beni, attività che rischia di rivelarsi non efficace.
Tra le regioni italiane uno sguardo più approfondito merita la Lombardia, pronta ad accogliere circa 100.000 rifugiati. Qui abita la più grande comunità ucraina d’Italia. Quasi 55 mila i residenti nella regione, 20 mila solo a Milano. Nel capoluogo ha dato la propria disponibilità l’Istituto dei Ciechi di Milano. Ascoltiamo il presidente Rodolfo Masto.
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di Pierluigi Lantieri