Questa è la voce di Peppino Impastato che per chi fa radio, antimafia ed è impegnato nel cambiamento del Mezzogiorno deve far sentire con il volume altissimo.
Il 9 maggio del 1978 la mafia di Cinisi su mandato di Gaetano Badalamenti uccideva Peppino Impastato, giornalista e dirigente politico della nuova sinistra, fondatore di Radio Aut. Ci sono voluti 20 anni prima che il suo nome fosse associato in maniera ufficiale alle vittime di mafia. Fecero passare Peppino come un terrorista perché per Cosa Nostra Peppino aveva colpito al cuore delle cosche: aveva messo in discussione quel familismo amorale che ancora oggi è principale causa di prigione morale e criminale del Sud. E Peppino lo fece gridando in faccia al padre che era un mafioso anche se era suo padre. Ci sono voluti 20 anni e l’amore ostinato di sua madre Felicetta che voleva fosse sancita la verità di quel figlio che aveva combattuto i mafiosi a cento passi da casa. Ascoltiamo la sua voce con la sua trasmissione Onda Pazza.
Con la voce di Peppino, che fu titolo di uno speciale di 5 puntate nel maggio 2012 del Giornale radio sociale, termina questa puntata. Ecco i versi di una sua poesia: “hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni”.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale.