Il canto dei nativi canadesi mentre Papa Francesco riceve il copricapo indiano per chiedere perdono a nome della Chiesa verso le popolazioni indigene.
Oggi parliamo di infortuni e morti sul lavoro. Diamo un’occhiata ai dati Inail presentati a Montecitorio il 25 luglio. Gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2021 sono stati 564.089, in calo dell’1,4% rispetto ai 572.191 del 2020. Ma è una diminuzione dovuta esclusivamente alla contrazione dei contagi professionali da Covid-19.
Le denunce di infortuni “tradizionali”, invece, sono aumentate di circa il 20%. Le denunce di morte sul lavoro sono state 1.361, con un decremento del 19,2% sempre legato al Covid-19 mentre i casi mortali se si può dire “tradizionali”, al contrario, sono aumentati di quasi il 10%. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna di Carlo Soricelli in questo conteggio non ci sono tante morti sul lavoro e molte altre non verranno riconosciute per svariati motivi.
“Milioni di lavoratori – scrive Soricelli – non sono assicurati a INAIL, ma molti muoiono in nero o già pensionati, come la maggioranza degli agricoltori anziani schiacciati dal trattore o da minorenni che ovviamente non dispongono di nessuna assicurazione”. Secondo Soricelli quest’anno sarà un anno tragico dove si rischia di arrivare a 1600 vittime. Ascoltiamo ora il vicepresidente dell’Associazione nazionali mutilati e invalidi sul lavoro Emidio Deandri.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale