La voce di Pier Paolo Pasolini. Ieri 2 novembre era l’anniversario della sua morte, quella di un intellettuale che ha saputo leggere i cambiamenti della società italiana mezzo secolo prima.
Oggi parliamo del decreto del nuovo governo che ha voluto una stretta sui cosiddetti rave party illegali. L’accusa partita dalle opposizioni e anche dal mondo della società civile è un riferimento generico ai “raduni di più di 50 persone” in edifici e terreni pericolosi per l’ordine pubblico: il rischio sarebbe quello di estendere il decreto anche a forme di dissenso nelle scuole, nelle università e nelle piazze.
Il ministro dell’Interno Piantedosi reputa “offensivo attribuire la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”. E che “in ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social”.
Per capirne di più sotto l’aspetto penale e costituzionale ascoltiamo l’avvocato Elia De Caro, difensore civico di Antigone Onlus.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale