Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: dopo 30 anni continuiamo a non archiviare quell’assassinio


[Apertura: Questa è la voce dell’avvocata della famiglia Regeni ieri all’inizio del processo per la morte del ricercatore italiano a otto anni dal suo assassinio in Egitto. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 19 marzo 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo del 30° anniversario dell’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin. Il 20 marzo 1994 erano nel corno d’Africa per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando il Paese africano e la missione Onu “Restor Hope” lanciata dagli Usa con l’appoggio di numerose nazioni alleate compresa l’Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire la legalità nello scenario somalo.

Sul luogo dell’agguato, come mostrano le immagini girate dall’operatore della tv americana ABC Carlos Mavroleon, è presente l’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino, che a caldo dichiara: “Non è stata una rapina. Si vede che sono andati in certi posti che non dovevano andare”. Sono seguiti 30 anni di misteri, depistaggi, riapertura del processo e un movimento d’opinione come Noi non archiviamo. In questi giorni ci sono numerose iniziative. Ascoltiamo il presidente di Articolo 21 Beppe Giulietti.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale