21 marzo: la nuova primavera dell’antimafia | Sfaticati Ep. 25


Il podcast integrale

 

 


 

 

Avete appena ascoltato un estratto della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il 21 marzo, dal palco di Trapani sono stati letti 1101 nomi: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie.

Erano circa 300 i nomi delle vittime innocenti letti a Roma in piazza del Campidoglio il 21 marzo 1996, durante la I Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Trascorsi trent’anni quella lista si è arricchita di ingiustizie, molte di quelle famiglie aspettano ancora l’ora della verità. Insieme ad Avviso Pubblico, Libera ha promosso la manifestazione nella città di Trapani, scelta come luogo dove gli intrighi con la mafia hanno sempre avuto una connotazione locale e una valenza nazionale. Accompagnati dallo slogan “il vento della memoria semina giustizia” circa 50mila persone hanno marciato all’insegna della legalità. Tra essi, tantissimi giovani, figli di una diversa stagione della lotta antimafia. Non sono più i tempi delle bombe e delle stragi, ma per la nuova generazione è importante mantenere viva la memoria di chi ha perso la vita in quegli anni. Che cosa ha rappresentato per queste ragazze e ragazzi la Giornata del 21 marzo? Ne abbiamo parlato con Valentina Bruno di Libera Next Gen Palermo.

 

 

A partire dal ricordo delle vittime innocenti, il 21 marzo è un momento per rinnovare l’impegno a combattere le mafie. Ce lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La mafia può essere vinta, ma dipende da noi”. Dipende “dall’impegno quotidiano per la pratica della legalità, dalla lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione”. Come è vissuto questo impegno dalle nuove generazioni? Ci sono segnali positivi di cambiamento? Ecco il commento di Valentina Bruno.

 

 

L’attivismo può essere la chiave per combattere l’illegalità. Pensiamo a una città come Palermo, teatro di quella vecchia stagione malavitosa. Il capoluogo siciliano ha ottenuto il titolo di “Capitale italiana del volontariato” per il 2025. Attraverso progetti di collaborazione e condivisione, iniziative di rigenerazione urbana e sociale, si cercherà di costruire quel bene comune necessario.

 

 

🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri