Obesità, ancora stigma e poca cura: i risultati della campagna di CittadinanzAttiva


CittadinanzAttiva ha presentato i risultati finali della campagna “Obesità. Non ignorarla”: due cittadini su tre si dicono abbastanza informati sulla patologia, ma più di uno su tre afferma di non aver intrapreso un percorso di cura. Circa metà degli intervistati ritiene che discriminazione ed emarginazione influiscano negativamente sulla gestione della condizione.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta per la campagna “Obesità. Non ignorarla, affrontiamola insieme”, un progetto di Cittadinanzattiva – in collaborazione con Federfarma – che ha coinvolto, dal marzo a giugno di quest’anno, 1509 farmacie su tutto il territorio italiano e 5543 cittadini con l’obiettivo di aumentare l’empowerment, la consapevolezza, l’informazione e la sensibilizzazione di questi ultimi e dei pazienti sui rischi connessi all’obesità. Lo strumento principale è stato un questionario in 18 domande, anonimo e volontario, mirato a valutare la conoscenza e la percezione dell’obesità come malattia cronica. La sua realizzazione è stata possibile anche grazie al lavoro di un Board scientifico composto da rappresentanti delle Istituzioni, delle organizzazioni dei professionisti sanitari, dei pazienti e dei cittadini.

Integrato da una sezione socio-demografica e da una dedicata alla rilevazione di parametri antropometrici per il calcolo di BMI (Indice Massa Corporea) e BAI (Indice Adiposità Corporea), il questionario ha permesso di far emergere anche informazioni molto importanti riguardo alle cause percepite dell’obesità: il 50% degli intervistati ritiene che a causare l’obesità siano patologie associate o alterazioni metaboliche, mentre l’altra metà ritiene che dipenda da fattori psicologici o fattori ereditari. Ciò che stupisce è che oltre il 92% lega l’obesità agli eccessi alimentari e quasi il 90% ad inattività fisica. Rilevante, ancora, è il rapporto fra la percezione del proprio peso (autopercezione) e la condizione reale: il 44,8% degli intervistati si considera normopeso, il 32,9% leggermente in sovrappeso, il 14,6% in sovrappeso e il 4,3% con obesità. Tuttavia, la valutazione dei parametri antropometrici ha rivelato che il 60% delle donne si trova in condizioni di sovrappeso o obesità (40,5% obese, 19,6% sovrappeso). Dati analoghi per il 60,2% degli uomini (35,6% obesi, 24,6% sovrappeso).

A completamento dell’indagine è stata realizzata una survey tra i farmacisti che hanno partecipato alla campagna, con un breve questionario volto a rilevare aspetti positivi e criticità riscontrate. I farmacisti coinvolti hanno evidenziando principalmente due tipi di difficoltà: non tutte le farmacie hanno spazi adeguati o personale da dedicare a questo tipo di attività, difficile da svolgere mentre si lavora al banco; diversi cittadini hanno dimostrato una certa ritrosia ad essere coinvolti nell’indagine, perché imbarazzati o non consapevoli della propria condizione di salute. I farmacisti interpellati hanno anche avanzato delle proposte per eventuali future campagne, suggerendo di coinvolgere i medici e di adeguare le strategie di comunicazione tenendo conto delle criticità emerse.

“Siamo orgogliosi di presentare i risultati della nostra campagna – dichiara Tiziana Nicoletti, Responsabile Coordinamento Nazionale Associazioni Malati cronici e rari di Cittadinanzattiva – perché, grazie al prezioso contributo del nostro Board scientifico e alla collaborazione con Federfarma, abbiamo sensibilizzato migliaia di cittadini su questo tema importante e molto attuale. Vogliamo anche sottolineare come questa iniziativa si inserisca in un momento cruciale, con la Legge 741/2025 che riconosce finalmente l’obesità come malattia cronica. Il nostro impegno è nel continuare a promuovere un approccio integrato e diretto anche a combattere lo stigma sociale. Infatti, con “Obesità. Non ignorarla, affrontiamola insieme” vogliamo tenere insieme due messaggi: il primo è di non ignorarla in quanto l’obesità non è un fatto di volontà personale, ma una malattia che merita diagnosi, trattamenti, tutela dalla discriminazione e sostegno nei contesti di vita quotidiana. Il secondo messaggio è di affrontare insiemel’obesità perché solo un approccio corale che unisca cittadini, professionisti e decisori può ridurre le disuguaglianze, favorire prevenzione efficace e garantire percorsi di cura multidisciplinari, continuativi e uniformi.”

“Le farmacie hanno collaborato con convinzione a questa campagna, perché affronta una tematica molto attuale di forte impatto dal punto di vista sanitario, sociale ed economico” afferma Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale. “L’obesità infatti è una patologia dalla quale derivano una serie di conseguenze negative per la condizione psico-fisica del paziente e quindi per la sostenibilità del Servizio sanitario. Una situazione resa ancor più complessa, come emerge dall’indagine di Cittadinanzattiva, dal fatto che chi è affetto da obesità tende a nascondere o a non riconoscere la propria condizione. Lo hanno sperimentato i farmacisti coinvolti nella campagna, che hanno riscontrato difficoltà di approccio al paziente e hanno dovuto affinare le proprie strategie di comunicazione per avviare il dialogo e svolgere le attività previste. Attività che peraltro rientrano a pieno titolo tra i servizi cognitivi normalmente svolti dalla farmacia di comunità, ai fini della presa in carico e del monitoraggio del paziente cronico in collaborazione con gli altri professionisti della salute”.

I dati dell’indagine si concretizzano nelle proposte per contrastare l’obesità che concludono il documento: cinque aree chiave, a partire dalla richiesta di un rafforzamento normativo attraverso l’approvazione dei decreti attuativi della Legge 741/2025, l’inclusione dell’obesità nei LEA e l’approvazione del Nuovo Piano Nazionale della Cronicità 2025. Quindi si propone una migliore organizzazione delle cure con la creazione di Centri per l’Obesità, percorsi di cura uniformi e l’istituzione di un registro nazionale. La terza area riguarda la formazione e la sensibilizzazione, con corsi obbligatori per gli operatori sanitari, la lotta allo stigma e il coinvolgimento delle organizzazioni civiche nell’Osservatorio nazionale. La quarta area prevede azioni concrete come programmi educativi nelle scuole, politiche fiscali mirate e la riqualificazione degli spazi urbani. Infine, si punta alla sostenibilità e all’accesso equo alle cure, garantendo la rimborsabilità dei trattamenti e un accesso equo alla chirurgia bariatrica.