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Il 15 novembre torna il Climate Pride: in piazza a Roma per la giustizia climatica


Per la giustizia climatica – Il 15 novembre le strade di Roma si trasformeranno in un corteo di colori, musica e rivendicazioni. Torna il Climate Pride, la grande street parade che unisce decine di associazioni di terzo settore, collettivi e movimenti in nome della giustizia climatica.

Il Climate Pride, giunto alla sua seconda edizione, prenderà il via alle ore 14:00 da Piazzale Aldo Moro a Roma, e si annuncia come una grande mobilitazione nazionale dal carattere gioioso e ribelle.

Decine di realtà sociali, ambientali e culturali si uniranno per chiedere una trasformazione ecologica equa e solidale, sfilando per le vie della capitale per sollecitare istituzioni e opinione pubblica a cambiare rotta e abbandonare i combustibili fossili.

La manifestazione, organizzata come una festa di strada collettiva, metterà in discussione un sistema economico e produttivo che, alimentato dall’uso di fonti fossili, genera ingiustizie, conflitti e crisi ambientali. È un modello antropocentrico che considera la Terra come una risorsa inesauribile, con conseguenze drammatiche per la biodiversità e la salute del pianeta.

L’intento è ribaltare questa visione, immaginando una nuova alleanza tra gli esseri umani e tutte le forme di vita per promuovere la giustizia climatica e un equilibrio rinnovato tra l’uomo e l’ambiente.

A Napoli il progetto “Tane” di Dedalus ridà vita a un terreno abbandonato


Rigenerare dall’abbandono – A Napoli la cooperativa Dedalus ha lanciato il progetto Tane per recuperare un terreno abbandonato nella periferia est. Ascoltiamo la pedagogista Silvia Mastrorillo.

L’obiettivo è creare uno spazio aperto e inclusivo, dove bambini/e, giovani e adulti possano entrare in contatto diretto con la natura, sviluppare competenze pratiche legate alla cura della terra, ai mestieri artigiani e all’educazione ambientale.

“Crediamo che la relazione con l’ambiente naturale sia fondamentale per costruire un senso di appartenenza e responsabilità verso il nostro pianeta. In un mondo sempre più tecnologico e urbano, T.A.N.E. vuole offrire esperienze educative basate sull’educazione in natura e la pedagogia attiva, dove l’esplorazione, il gioco, l’errore e la creatività diventano strumenti di crescita e consapevolezza”.

Per farlo,  bisogna di raccogliere 20.000 € destinati a interventi fondamentali: caratterizzazione del suolo; rimozione di manufatti in legno e materiali di risulta; potature, concimazioni, impianti di irrigazione; ristrutturazione di strutture esistenti, realizzazione di gazebi, arredi, recinzioni e l’acquisto degli attrezzi per la manutenzione autonoma dello spazio.

T.A.N.E. diventerà molto più di un semplice spazio verde: sarà un luogo di crescita, benessere e sostenibilità, dove imparare ad amare e prendersi cura della terra, coltivando insieme un futuro più sano e consapevole.

Genitori influencer: servono regole per proteggere i figli minori


Servono nuove regole – Sui social dei genitori influencer i figli minori appaiono in 1 contenuto organico su 2 e in 1 sponsorizzato su 4. Ascoltiamo Flavia Brevi di Terre des Homme Italia

La riflessione nasce dalla ricerca “Protagonisti consapevoli? La tutela dei minorenni nell’era dei family influencer”, svolta da Terre des Hommes Italia insieme a Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e ALMED (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto dell’avvocata Marisa Marraffino, esperta di diritto dei media digitali e la partnership tecnica di Not Just Analytics.

Dalla ricerca quali-quantitativa, che analizza 20 profili di family influencer e 1334 contenuti social per capire come sono mostrati figlie e figlie, emerge che i/le minori appaiono in 1 contenuto organico su 2 e in 1 sponsorizzato su 4. In un terzo circa dei contenuti pubblicitari, i bambini e le bambine risultano essere parte attiva dell’advertising: ad esempio scartano il prodotto, lo presentano, lanciano la promozione. Nella maggior parte dei contenuti in cui appaiono minori, inoltre, non sono adottate forme di tutela della privacy per i più piccoli, ad esempio riprese di spalle, immagini pixellate o l’aggiunta di emoticon sul viso. Nei contenuti organici tali forme di tutela appaiono nel 7% dei contenuti; la percentuale si abbassa al 2% se si considerano i contenuti pubblicitari. Nel 29% dei contenuti si riscontrano situazioni potenzialmente problematiche rispetto alla privacy: nel 21% dei casi sono mostrati momenti intimi come il bagnetto, il cambio del pannolino, la nanna; nel 6% dei contenuti il minore è coinvolto in trend o challenge; nel’1% dei casi il minore è colto in un momento critico (rabbia, tristezza, difficoltà).

Violenza e bullismo a scuola: Unesco punta sui pericoli del web


Ieri si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza e il bullismo a scuola voluta dall’Unesco. Quest’anno attenzione particolare ai soprusi commessi in rete, perché la diffusione e l’accessibilità delle moderne tecnologie estende questo fenomeno oltre l’aula scolastica.

Il primo giovedì di novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza e il bullismo a scuola, compreso il cyberbullismo, istituita dagli Stati membri dell’UNESCO. Il tema scelto per quest’anno, “Screen smart: imparare a essere sicuri nell’era digitale”, richiama l’urgenza di fronteggiare fenomeni che, ormai da tempo, superano i confini della scuola per espandersi nei luoghi virtuali.

L’accesso sempre più precoce e capillare agli strumenti digitali ha esteso le possibilità di attacco, in particolare per le ragazze, che risultano tra le vittime più frequenti di messaggi violenti, anche a sfondo sessista. Il cyberbullismo rende le molestie più silenziose ma non meno gravi, e spesso ne amplifica la portata.

Secondo i dati dell’UNESCO, nel 2024 uno studente su tre ha subito aggressioni fisiche e le violenze online sono in aumento costante. Le conseguenze non riguardano solo chi subisce, ma anche chi agisce: effetti sul benessere mentale, sulla capacità di apprendere, sul modo di stare in relazione con gli altri.

Immigrazione, Rapporto IDOS: “In Italia domina un’immagine distorta e strumentale”


In Italia viene diffusa un’immagine caricaturale e immaginaria dell’immigrazion. Lo dice il nuovo Rapporto di Idos. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

È stato presentato a Roma il Dossier Statistico Immigrazione 2025 del Centro studi IDOS, giunto alla 35ª edizione. Il rapporto denuncia la distanza tra la realtà dell’immigrazione e l’immagine distorta che domina il dibattito pubblico, alimentata da stereotipi e narrazioni strumentali. Secondo il presidente Luca Di Sciullo, queste rappresentazioni favoriscono sfruttamento, traffici illegali e politiche che alimentano esclusione e sofferenza. Il report non si pone solo in termini di denuncia, ma anche di proposta, con sei azioni immediate, tra cui percorsi di ingresso regolare, corridoi umanitari strutturali e la chiusura dei CPR. Un’opera corale che ha coinvolto 130 esperti, con dati, infografiche e analisi per restituire un quadro reale e documentato dell’immigrazione oggi in Italia.

Bambini e social: il convegno di Terre des Hommes per una nuova tutela digitale


Oggi a Milano il convegno di Terre des Hommes dedicato alla tutela dei minori esposti sui social network. L’associazione lancia un appello per tutelare bambine e bambini che si trovano, molto spesso, inconsapevoli protagonisti dell’attività commerciale social dei propri genitori.

Terre des Hommes lancia un appello per tutelare bambine e bambini che si trovano, molto spesso, inconsapevoli protagonisti dell’attività commerciale social dei propri genitori.

La presenza di minorenni all’interno dei contenuti social di influencer e creator, anche a fini pubblicitari, è oggi sempre più pervasiva. Diventa necessario interrogarsi sulle conseguenze che questa esposizione può avere sui più piccoli e sul grado di consapevolezza e consenso che bambini e bambine possono esercitare.

La riflessione nasce dalla ricerca “Protagonisti consapevoli? La tutela dei minorenni nell’era dei family influencer”, svolta da Terre des Hommes Italia insieme a Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e ALMED – Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto dell’avvocata Marisa Marraffino, esperta di diritto dei media digitali.

Legge di Bilancio, Moretti: “Bene il 5 per mille, ma serve abolire il tetto”


“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento del tetto al 5 per mille”. Lo dice il portavoce del Forum del Terzo Settore Giancarlo Moretti, che auspica la sua totale eliminazione. Sul sistema di welfare – ha aggiunto –  sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali.

“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento, da 525 a 610 milioni, del tetto al 5 per mille: è un segnale di ascolto del mondo del Terzo settore, che negli ultimi mesi ha sottolineato con forza la necessità di ridurre la forbice tra ciò che i contribuenti destinano attraverso questo istituto e ciò che effettivamente arriva agli enti beneficiari”.  Lo dichiara Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Terzo Settore.

“Continuiamo comunque a chiedere, come facciamo da anni, l’eliminazione del tetto: con solo due terzi dei contribuenti che oggi utilizza il 5 per mille, è facile aspettarsi uno sforamento anche del nuovo limite. Insistiamo inoltre – prosegue Moretti – sulla richiesta di eliminare l’Irap al Terzo settore, una tassa iniqua che paradossalmente pesa molto di più sul mondo del non profit che su quello delle imprese profit”.

“Tra le misure di welfare che guardiamo con maggior interesse vi sono quelle che riguardano la povertà: è positivo l’aumento delle risorse per l’Assegno di inclusione, ma l’impegno rimane comunque insufficiente considerando la gravità del fenomeno che vede 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Più in generale, sul sistema di welfare ci si limita a misure temporanee, mentre mancano e sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali, in grado di incidere sulle cause delle fragilità e disuguaglianze e migliorare la condizione di vita delle persone nel medio-lungo periodo. Consideriamo comunque un importante passo in avanti l’attenzione rivolta, finalmente, ai caregiver, con il riconoscimento del loro ruolo e un fondo a loro sostegno – che sarà alimentato, però, a partire dal 2027” conclude il portavoce del Forum Terzo Settore.

Campania, il Forum del Terzo Settore presenta il suo manifesto per il futuro


Il Forum del Terzo Settore della Campania, che rappresenta oltre cinquecento enti ha predisposto il documento “Una visione per la Campania”, un contributo di analisi, proposte e raccomandazioni per il futuro della Regione, che sarà presentato in occasione dell’Assemblea regionale, in programma il 5 novembre alle ore 18 al Sorbolab di Sorbo Serpico.

Nel l documento politico programmatico in vista delle elezioni regionali, il Forum chiede che lo sviluppo regionale sia fondato sulla centralità delle persone, la coesione sociale e la partecipazione attiva delle comunità, riconoscendo il Terzo settore come motore di democrazia e innovazione.

Il documento chiede ai candidati di impegnarsi su quattro priorità chiave: diritti delle persone vulnerabili, promozione del lavoro dignitoso e inclusivo, costruzione di comunità sostenibili e rafforzamento della collaborazione istituzionale (co-programmazione e co-progettazione).

Auto a pompe di calore: oltre lo scetticismo, parla la ricerca Adiconsum


In un convegno Adiconsum ha presentato i risultati di una survey sulle auto a pompe di calore. Ascoltiamo Mauro Vergari, ufficio studi dell’associazione.

Il Dossier, redatto sulla base di survey quantitative su oltre 500 consumatori italiani e di mystery shopping condotti in 10 città (tra cui Roma, Milano, Napoli e Torino) e in 50 concessionari, evidenzia come l’interesse per la sostenibilità sia diffuso, ma frenato da confusione normativa, timori sui costi e scarsa familiarità con le tecnologie.

Nella Parte A, dedicata alle pompe di calore e al recepimento della Direttiva EPBD (“Case Green”), emerge una sensibilità crescente: il 48,6% degli intervistati si dichiaria pronto a installare una pompa di calore se supportato da incentivi mirati, percentuale che sale all’87,9% tra chi ne possiede già una.

Tuttavia, permane un disorientamento sul “switch off” delle caldaie a gas entro il 2040, con preoccupazioni per i costi di adeguamento e la fine degli Ecobonus dal gennaio 2025. Il profilo dei partecipanti – equamente distribuito tra centri urbani e aree rurali – rivela una propensione al cambiamento (il 62% valuta l’efficientamento energetico come priorità), ma anche confusione su normative e benefici reali.

Gli esperti del Gruppo di lavoro “Pompe di calore” sottolineano la necessità di campagne di sensibilizzazione e modelli collettivi di installazione per rendere accessibile la transizione anche alle fasce vulnerabili.

La Parte B, focalizzata sulla mobilità elettrica, conferma barriere simili: il 77,5% degli intervistati non ha mai guidato un’auto elettrica, alimentando pregiudizi su autonomia e ricarica. Il Mystery shopping ha rilevato che su 60 concessionari solo 7 hanno raggiunto la sufficienza nella valutazione complessiva degli operatori che hanno svolto il ruolo di Mystery Shopper, pari a circa il 12% del totale. Nessun concessionario ha ottenuto il livello “ottimo”. Il Mystery ha inoltre rilevato lacune nella formazione dei venditori: solo il 35% discute dettagli su batterie e manutenzione, mentre il 28% propone test drive per superare i bias percettivi. Nonostante ciò, la survey indica una tendenza positiva verso lo sharing elettrico (il 41% lo considera un’opzione futura) e un riconoscimento del valore “green” come status symbol emergente.

Il Dossier propone formazione obbligatoria per i concessionari, incentivi per la ricarica domestica e integrazione con la mobilità pubblica, puntando a raggiungere i 6 milioni di auto elettriche entro il 2030.