Fondazione Con il Sud: 13 progetti per sull’economia circolare nel meridione


Mezzogiorno circolare – Fondazione Con il sud ha selezionato 13 progetti attraverso un bando dedicato al tema dell’economia circolare e saranno finanziati con oltre 4,3 milioni di euro. I progetti saranno realizzati in Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La Fondazione con il Sud conferma il suo impegno per la tutela dell’ambiente e per il contrasto al cambiamento climatico”, ha dichiarato Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione con il Sud. “Dopo i bandi precedenti dedicati alla promozione della mobilità sostenibile, della riduzione dei rifiuti e al sostegno alla nascita di comunità energetiche e sociali – che hanno permesso di finanziare oltre 40 progetti per la transizione ecologica al Sud –  crediamo che sia importante intervenire per promuovere e sensibilizzare sull’importanza cruciale dell’economia circolare. Si tratta di un processo fondamentale anche dal punto di vista sociale, traducendosi infatti in opportunità di lavoro per chi è in difficoltà, redistribuzione della ricchezza, possibilità di accedere a beni e sevizi a costi ridotti e recupero e valorizzazione di tradizioni, pratiche e saperi tradizionali”.

I progetti, promossi da partenariati pubblico-privati guidati da Enti di terzo settore, saranno impegnati nell’avvio di strategie di economia circolare che tengano conto dell’intero ciclo di vita di un prodotto, con l’obiettivo di chiudere la filiera trasformando i processi da ‘lineari’ a ‘circolari’.

 

In particolare, le iniziative che prevedono strategie di economia circolare da applicare alle fase di utilizzo del prodotto e a quella successiva metteranno in campo diverse soluzioni: dalla rete di sartorie sociali che adotteranno un modello comune per lo sviluppo di una collezione di moda sostenibile e per la riduzione al minimo degli scarti tessili, alla loro trasformazione in prodotti di sartoria circense e teatrale, attrezzi di giocoleria per circhi sociali e cuscini, cucce, pettorine per animali domestici; dal  riuso alla riparazione di giocattoli, anche elettronici, rendendoli accessibili a persone non vedenti e ipovedenti; alla valorizzazione degli scarti organici e delle biomasse (es. arance di scarto, fanghi e sansa di olive) o del compost per la produzione di fertilizzante organico; alla trasformazione degli scarti della filiera olivicola in pellet, tinture madri, oleoliti o l’estrazione dei polifenoli per l’industria cosmetica e nutraceutica; al recupero delle eccedenze alimentari di mercati, supermercati e aziende del territorio per trasformarli in pasti caldi per persone in difficoltà o prodotti confezionati (sughi pronti, zuppe) per la vendita. Ci sarà anche uno dei primi casi in Italia in cui si sperimenterà  la produzione di detersivi solidi e liquidi dal recupero dell’olio alimentare esausto, attraverso l’avvio di un saponificio sociale di comunità.

 

Per ciò che riguarda la fase che precede l’utilizzo del prodotto stesso, dunque la sua progettazione, grazie al coinvolgimento degli studenti nascerà uno spin-off universitario per l’ottimizzazione delle pratiche di riuso degli scarti tessili non riutilizzabili dalle sartorie (ad esempio, per realizzare packaging e gadgets circolari) oppure sarà possibile ripensare cosa fare del materiale legnoso proveniente da alberi morti o bruciati che verrà trasformato in oggetti di ecodesign e di land art valorizzando la tradizione artigiana e riducendo il rischio di incendi boschivi. I progetti prevedono di creare concrete opportunità di formazione e inserimento lavorativo, per oltre 50 persone che si trovano in situazioni difficili, in particolare immigrati in uscita da percorsi SAI – sistema di accoglienza, donne in difficoltà (tra cui vittime di violenza), neet e disoccupati, persone con disabilità o senza fissa dimora.  Inoltre, si prevede che oltre 800 cittadini partecipino ad attività socio-educative sul tema della sostenibilità ambientale.