Rosetta e le stelle

di Ivano Maiorella

Questo editoriale pensavo di intotolarlo I poveri disturbano, un omaggio a De Sica. Ma anche ai Rom del campo di Bologna o agli ospiti del Centro romano di Tor Sapienza, destinato all’accoglienza dei migranti. Invece ho ceduto all’attualita’ di queste ore ed ecco la meravigliosa scoperta: c’e’ vita nello spazio. Piu’ precisamente, sulla cometa 67P, a 500 milioni di chilometri da qui, Rosetta ha svelato il mistero. Che vita e’? Umana. Come e’? Cosi’ e cosi’, sono tempacci dappertutto. Chi ci vive? I poveri.

Tutto inizio’ nel 1951. Pensavamo che Miracolo a Milano fosse soltanto un film, sebbene eccezionale, pur sempre un film. E invece no, o meglio: non solo. Era cronaca: quando si dice che la realta’ supera la fantasia! Il corteo finale, con la folla di poveri cristi che volano sulle scope verso il cielo, era vera. Cantavano festanti e dolenti, verso un futuro da pionieri, verso chissa’. Da allora e’ successo che altri li abbiano seguiti, altri poveri si sono messi in marcia, verso chissà. Alcuni ce l’hanno fatta e il seguito di questa cronaca dimostra che hanno avuto ragione loro.

Altri hanno scelto di avventurarsi in mare. Molti di loro ci hanno lasciato la pelle in un cimitero che sulla terra chiamiamo Mar Mediterraneo. Quelli che hanno scelto il cielo, volando volando, sono arrivati sulla cometa 67 P e oggi finalmente ne abbiamo le prove. Toto’, che e’ partito giovanotto, oggi ha 87 anni ed e’ diventato il sindaco di questa comunita’. Ha sposato la sua Edvige e vive contornato da figli e pronipoti. Rosetta ci ha inviato una sua breve intervista: com’e’ la vita quassu’? “Eravamo poveri e lo siamo anche qui. Pero’ c’e’ dignita’ e rispetto tra di noi. E soprattutto: buongiorno vuol dire davvero buongiorno. Siamo felici di non essere infelici, questo ci basta..bzzz…..bzzzz”. Il collegamento si interrompe qui, il lander Philae torna nella sonda Rosetta e ricomincia il viaggio di ritorno che durera’ dieci anni. Per quanto mi riguarda, destinero’ a Toto’ e alla sua comunita’ il posto d’onore nel presepe: non la solita anonima cometa, ma la 67 P. Che da oggi vuol dire dignità e rispetto.

Post scriptum: Per una volta ci siamo permessi di non parlare della realta’ ma della fantasia. Liberta’ dei   sentimenti che scuote certezze a volte troppo razionali per essere vere. Ci abbiamo provato con gentilezza e leggerezza. Con dedica a Vittorio De Sica, nel quarantennale della scomparsa, e alla Giornata internazionale della gentilezza, cosi’ inimmaginabile rispetto a tutti gli altri giorni dell’anno da sembrare quasi fuori luogo. E invece no.