GRS week 30-1 luglio/Migranti, nessuna sicurezza sociale senza diritti umani

Bentornati all’ascolto del GRS week da Giovanna Carnevale.

Più che sancire la solidarietà tra i Paesi, le conclusioni del Consiglio europeo sulla questione migranti confermano l’approccio securitario e la quasi totale assenza di considerazione per i diritti umani. Si rafforzerà, oltre all’accordo dell’Unione con la Turchia (già definito disumano dall’Onu), il sostegno alla Guardia costiera libica, su cui è in corso un’indagine del Tribunale penale internazionale e pesano accuse di condotte violente e collusione con i trafficanti.

Ascoltiamo Fulvio Vassallo Paleologo, professore di diritto d’asilo all’Università di Palermo e presidente dell’Associazione diritti e frontiere. (sonoro)

In nome di maggiore sicurezza si viola il diritto internazionale e si fanno leggi discriminatorie. È il caso del decreto Minniti-Orlando, portato in Cassazione dall’Associazione studi giuridici per l’immigrazione per questioni di incostituzionalità. L’avvocato Margherita D’Andrea di Asgi. (sonoro)

Il problema, però, per i Governi, sembrano essere ancora le ong. Non basta l’assenza di qualsiasi prova di attività illecite e neanche la recente archiviazione dei casi da parte della procura di Palermo: con a bordo centinaia di migranti, le navi Aquarius e Lifeline sono state lasciate interi giorni nel Mediterraneo da un’Europa sorda non solo al diritto internazionale, ma anche ai diritti umani. Mediterraneo in cui solo quest’anno hanno perso la vita quasi mille persone.

Nelle ultime settimane, le ong hanno continuato a chiedere ai Governi soluzioni politiche che tengano conto prima di tutto del rispetto delle vite umane. Roberto Gatti, portavoce della Proactiva Open Arms. (sonoro)

Ed è tutto. Per notizie e approfondimenti sul sociale www.giornaleradiosociale.it

Grs week 30-1 maggio/Il caso Regeni e i diritti umani in Egitto

Bentornati all’ascolto del Grs week da Giovanna Carnevale.

 

La famiglia Regeni continua a chiedere verità sull’uccisione del ricercatore  trovato senza vita vicino al Cairo lo scorso 3 febbraio. L’autopsia effettuata sul corpo ha confermato che Giulio è stato torturato per sette giorni ma il caso rimane aperto, con il coinvolgimento degli organi di Stato egiziani ancora non accertato.  L’ondata di arresti che si è verificata nelle ultime settimane nel paese nordafricano  ha fatto emergere nuovi elementi di inquietudine. In manette è finito anche il consulente della famiglia Regeni, presidente di una ong egiziana e diversi giornalisti. Ma facciamo il punto con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

 

(sonoro)

Il caso Regeni porta quindi all’attenzione internazionale un Paese in cui la violazione dei diritti umani e della libertà di stampa è divenuta una costante da molto tempo, come ci spiega Eleonora Vio, giornalista freelance che per anni ha vissuto in Egitto e co-fondatrice di Nawart Press.

 

(sonoro)

E per dire “no” alla sistematica repressione che colpisce  non solo la stampa, ma anche la ricerca, come ha dimostrato il caso Regeni, il cinema, la poesia e l’arte in generale, il 2 maggio si terranno a Roma, dalle 10 alle 13 dei presidi davanti le ambasciate di Egitto, Iran e Turchia. Una mobilitazione per chiedere che venga tutelata la libertà ad esprimersi, a informare ed essere informati. Un diritto sotto attacco in tutto il mondo, compresa l’Italia.