Bentrovati all’ascolto da Anna Monterubbianesi.
E’ stato presentato a Roma il 50° Rapporto Italia realizzato dal Censis. Un quadro che da 50 anni è utile a comprendere la situazione sociale del Paese, offrendo una importante capacità di lettura dei fatti del reale, a prescindere dalla politica e dall’influenza dei media.
In Italia si registrano meno di 50mila bambini nati, e un calo, per la prima volta in tanti anni, dei residenti. A fronte dell’aumento di immigrati, sono tanti i concittadini che se vanno. I giovani sotto i 35 anni sono già più poveri dei loro padri e dei loro nonni del 15%.
Dati rilevanti come ci racconta la scheda di Giuseppe Manzo: Emergenza futuro nel rapporto Censis: un ko dei nati nel nuovo millennio. Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%. Nel confronto con venticinque anni fa, i giovani di oggi hanno un reddito del 26,5% più basso di quello dei loro coetanei di allora, mentre per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%. Sul fronte welfare e sanità gli italiani puntano il dito contro gli sprechi: Per il 71,4% degli italiani ci sono troppi sprechi in sanità, con il 19% convinto che alcuni accertamenti diagnostici e visite specialistiche a loro prescritti siano stati inutili. Il 71,3% ritiene ci siano sprechi nell’assistenza sociale (ad esempio, pensioni d’invalidità ingiustificate). L’86,8% conosce persone che godono di prestazioni a cui non hanno diritto.
Insicurezza è la parola chiave di questo Rapporto, accompagnata dal concetto di rottura delle giunture: tra elite e popolo la cerniera è rotta. Crescono vertiginosamente le diseguaglianze nel nostro Paese. Ce lo racconta il direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii, nell’intervista realizzata da Anna Ventrella (sonoro)
Eppure la società italiana si è anche ripresa rispetto ad alcuni aspetti: dal made in italy e lusso, al settore enogastronomico, alla meccanica di precisione, all’ambito del digitale. Cresce la sharing economy e si ridisegnano nuove professioni, servizi e relazioni. Resta una generosità diffusa degli italiani, che hanno propensione al dono economico, pur diminuendo la partecipazione alle attività sociali.
Se da un lato cala la fiducia nelle banche, nei partiti politici, nei sindacati, e nelle istituzioni, dall’altro cresce quella nelle associazioni, nel volontariato e nelle forze dell’ordine. In quelle realtà insomma che aiutano a tenere saldo il tessuto sociale del Paese. Si rende sempre più necessaria una funzione di intermediazione, ma nonostante tutto ci troviamo davanti ad una società che cerca di resistere, orgogliosamente, e che trova il modo per continuare a reggere. Sentiamo le parole del Presidente del Censis, Giuseppe De Rita (sonoro)…
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